“L’ufficiale e la spia”, remake su uno dei più famosi casi di errore giudiziario, è assolutamente da vedere. Soprattutto nel mondo di oggi
di Maria Teresa de Sanctis
Le parole sono importanti e altrettanto lo sono i fatti. Sappiamo bene come una cosa sia il parlare e un’altra l’agire. E come diretta conseguenza a queste osservazioni possiamo aggiungere che se con le parole si animano le folle, la vera politica si fa con i fatti, con onestà e senza inganni.
Ecco allora che in tempi confusi come quelli attuali, dove l’etica sembra sempre più non essere considerata un valore, portare sullo schermo la famosa vicenda storica nota come “l’affare Dreyfus” è senza dubbio una scelta importante e significativa.
Stiamo parlando dell’ultimo film di Roman Polanski, il bellissimo “L’ufficiale e la spia”, titolo originale “J’Accuse”, con Jean Dujardin, Louis Garrel, Emmanuelle Seigner.
Un film storico molto ben costruito, con una tensione da thriller, con ottime scenografie e costumi, una splendida ricostruzione di ambienti e atmosfere cupe, destinate man mano a rischiararsi con il procedere della storia.
Affare Dreyfus tra storia e cinema
Questi i fatti, conosciuti ai più. Alla fine del XIX secolo il capitano ebreo dell’esercito francese Alfred Dreyfus viene accusato di essere stato un informatore dei nemici tedeschi. Verrà condannato ad essere confinato sull’Isola del Diavolo, Guyana francese, in condizioni estreme e isolato dal mondo. Il caso sembra archiviato.
Ma non per la famiglia del condannato e per l’ufficiale Georges Picquart, che ha assistito alla pubblica condanna e alla disonorevole degradazione inflitta a Dreyfus nel cortile dell’École Militaire di Parigi.
Picquart infatti, imbattutosi in quei documenti che costituiscono il materiale d’accusa contro Dreyfus, ne sospetta la falsità e inizia a indagare sul caso.
Una vicenda che sappiamo appassionerà non solo l’opinione pubblica ma anche intellettuali e scrittori quali Émile Zola , autore appunto del celebre e storico articolo “J’accuse” sul quotidiano socialista L’Aurore. Molti altri film e serie TV hanno raccontato di questa vicenda fin dal 1899 con il primo documentario sull’affare Dreyfus, un cortometraggio, ovviamente muto.
Tra i più conosciuti “Émile Zola” di William Dieterle nel 1937, “L’affare Dreyfus”, di José Ferrer del 1957, e anche la miniserie televisiva della Rai del 1968. Ma soprattutto, il telefilm a puntate L’Affaire Dreyfus di Yves Boisset del 1995 (in francese) con un gigantesco Jean-Claude Drouot nei panni di Zola.
Innumerevoli sull’argomento sono i discorsi, i saggi, gli articoli, le opere letterarie, così come altre opere di altre arti. La quantità di fonti dirette e indirette che Polanski ha visionato o raccolto è probabilmente gigantesca.
“L’ufficiale e la spia” di Polanski, un film da vedere. Soprattutto oggi
Riproporre la vicenda dell’affare Dreyfus adesso ha senz’altro una valenza particolare. Oggi la politica non solo è inficiata da una penosa decadenza di valori etici e morali, ma si nutre anche di falsità e di antiche e nuove ingiustizie. E persino negazionismo sull’olocausto ebreo. Antisemitismo e razzismo sono oggi di nuovo propagandati da certe parti politiche,
Uno Stato che inganna e pecca di discriminazione razziale diventa inevitabilmente uno Stato del quale non ci si può fidare. Diventa una madre matrigna che dà per poi togliere: molto efficace a riguardo la bellissima sequenza iniziale della pubblica condanna e degradazione dell’ufficiale ebreo.
Un sistema che comunque resta ingiusto, anche nel riparare ai torti inflitti, come ci racconta la scena dell’ultimo incontro fra Dreyfus e Picquart.
Un messaggio forte, un invito a essere protagonisti delle vicende quando il bisogno di verità lo impone, quando l’ingiustizia mina la crescita della società, ove tale crescita fosse ancora possibile. Un film assolutamente da vedere.
La mano di Polanski, abile nel tingere di cupezza le storie, qui si rivela decisa e più incisiva che mai nel tracciare un’inesorabile condanna nei confronti di quei sistemi che, forti del proprio potere, possono distruggere ingiustamente l’esistenza dei singoli. E il regista purtroppo ha tanto da raccontare in materia.
Foto articolo J’Accuse tratta da Wikipedia. Par Émile Zola — Scan of L’Aurore, Domaine public, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=784807
“L’ufficiale e la spia” Vincitore del Leone D’ Argento – Gran Premio Della Giuria alla 76ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, di Roman Polanski con Jean Dujardin e Louis Garrel ed Emmanuelle Seigner, dal 21 novembre al cinema. Trailer ufficiale in italiano: