di Vincenzo Pino
Lucia Borgonzoni non è certo un “buon brand” per il centrodestra in Emilia contro il candidato Stefano Bonaccini, stimatissimo Presidente uscente della Regione.
Già sconfitta alla comunali del 2016 di Bologna, la Borgonzoni non ha certo dato buona prova di sé come sottosegretaria al Ministero dei beni culturali nel governo gialloverde.
Se, infatti, non conosce i confini territoriali della sua Regione non si può certo affermare che abbia coperto molto degnamente quella carica. In una intervista sosteneva infatti che l’Emilia-Romagna confinasse con il Trentino. Povera Patria.
Ora sembra che la sua vocazione fondamentale per vincere sia quella di tutelare bambini contro il “mostro comunista” che albergherebbe in quella regione, che nemmeno conosce.
Lady Bibbiano per sempre
Non ha esitato a presentarsi al Senato della Repubblica il 10 settembre, quando si votava la fiducia al governo Conte, con una maglietta in cui campeggiava la scritta, “parliamo di Bibbiano”. Un’immagine con uno slogan fazioso e surreale che forse le resterà appiccicato per sempre, o per lo meno per molto tempo.
Provvide il Tribunale dei minori di Bologna a smentire quell’infamante esibizione esattamente un mese dopo. Quando con una circostanziata relazione di merito accertò che solo nove bambini erano stati sottratti alla facoltà genitoriale e che non vi era alcun sistema di compravendita o peggio negli affidi. Tantomeno una respinsabilità politica del Pd.
Ma la Borgonzoni deve essere un tipo tenace se denunciò qualche giorno dopo un’attività di schedatura e profilazione di bambini in quel di Pianoro a “chissà quali fini”.
Nella stanza che era stata data per l’attività della Lega vi era infatti un’armadio dove erano custodite schede di una attività di osservazione all’interno di un progetto.
Un progetto che prevedeva un’assistenza alla genitorialità e di ascolto con psicologi al fine di aiutare genitori e insegnanti a gestire il disagio di figli e alunni.
Avrebbe dovuto vergognarsi di tutto questo dopo l’ennesima archiviazione da parte dei giudici per le sue denunce. E invece è lì, sotto tutela salviniana, a concorrere per la Presidenza della Regione Emilia-Romagna.
Ma non certo per governare quanto per consentire a Salvini di: “far cadere il secondo muro di Berlino” quale sarebbe, secondo l’ex-ministro, la vittoria del centro destra in Emilia. Un linguaggio truculento, degno di chi in passato militava tra i “comunisti padani”.
Ecco invece chi è Bonaccini. Perché non ne parlano?
Salvini, la Borgonzoni e molti media di destra evitano accuratamente di parlare di Bonaccini. Perché l’Emilia a guida Stefano Bonaccini è stata la regione che è cresciuta di più in Italia. Ed è anche la regione che ha portato il tasso di disoccupazione dal nove per cento a meno del cinque per cento. Per giunta, è anche la regione dove il settantuno per cento delle donne lavora.
Su questo Salvini preferisce sorvolare, cercando invece di polarizzare lo scontro su temi di carattere nazionale e far valere i sondaggi politici, sempre nazionali, che lo darebbero vincente.
E a questa operazione si è prestata persino la trasmissione Di Martedì quando ha esposto un sondaggio secondo cui il 53% degli italiani pensa che in Emilia vincerà il centrodestra e la Lega.
Questo sondaggio non ha alcun valore se non quello di avvalorare le tesi salviniane sondando un campione che forse neanche conosce Bonaccini o la Borgonzoni, oltre all’Emilia-Romagna.
Si vorrebbe rappresentare l’Emilia come un campo di battaglia per la competizione nazionale. Magari per fare crescere l’audience della trasmissione, dov’era appunto ospite Salvini.
Bonaccini in testa ai sondaggi veri
Mentre quando s’interrogano gli emiliani sul serio, chiedendogli da chi vogliono essere governati, i risultati sono opposti: Bonaccini è in testa.
In un sondaggio di Tecnè per Rete Quattro realizzato stavolta tra un campione rappresentativo della popolazione emiliana, Bonaccini sarebbe dunque in vantaggio.
E questo è un risultato a prescindere dal presentarsi con o senza l’appoggio dei Cinque Stelle. Bonaccini al momento ha da uno a quattro punti in più, secondo i diversi scenari evidenziati.
Rete Quattro non può certo essere accusata di simpatie per il centro sinistra e con gli stessi sondaggisti che ammettono il loro stupore per questo esito “inaspettato”.
E man mano che la campagna elettorale entrerà più nel vivo dei problemi di merito non ci sarà trippa per gatti. Al momento, Salvini e la Bergonzoni sembrano destinati a trovarsi in difficoltà.
Dalla casa, al lavoro, ai progetti di sviluppo locale, al sistema delle infrastrutture e dei trasporti, all’assistenza, alle tasse locali diminuite, ai livelli di assistenza erogati, le vere questioni a carattere regionale aiutano Bonaccini. Per non parlare dei supertickets soppressi prima dei provvedimenti nazionali, e degli asili nido gratuiti promossi in diverse amministrazioni locali.
Dell’avversaria, la Borgonzoni, abbiamo già detto. Su di lei, che non conosce nemmeno la collocazione geografica dell’Emilia-Romagna, è meglio stendere un velo pietoso.
Non solo vincerà Lucia Borgonzoni, una brava persona cresciuta senza un padre e che si è costruita da sola con impegno e onestà, ma vincerà con oltre il 50%. E manderà all’inferno tutto il sudiciume colluso che incrosta, controlla e paralizza da 50 anni ogni apparato o posto della regione. Nonostante tutti i media e persino siti come questo remino contro. Vedremo alla fine se i cittadini emiliani e romagnoli avranno il coraggio di cambiare o no, e se hanno vinto ancora per l’ennesima volta questi arroganti articolisti/blogghisti o no. Vedremo. Io dico di no.
…ho un appunto da fare.
Quando si parla dell’Emilia Romagna…non si abbrevia alla sola “Emilia”
Sapete com’è, noi Romagnoli siamo un po’ puntigliosi
Ma anche i sondaggi per il Piemonte ad esempio davano avanti Chiamaparino o comunque testa a testa,ma poi ha perso dal CDX di 14 punti eh.
Ed in Umbria i sondaggi al CDX davano al massimo 8 punti di vantaggio,quando poi sono stati 20.
Quindi non darei peso a sondaggi con Bonaccini avanti di 1 o 1,5 punti.