di Vincenzo Pino
Una lettura non superficiale delle variabili politiche può aiutarci a comprendere meglio il terreno su cui si gioca la partita delle elezioni in Emilia.
Innanzitutto si tratta di elezioni regionali e se incidono gli orientamenti politici generali vengono anche valutati i risultati del governo politico locale.
E’ vero che alle ultime Europee in Emilia il centrodestra era in vantaggio di cinque punti sul centrosinistra (44,4% a 39,4%).
Me é pure vero che contemporaneamente, nel voto amministrativo il centro sinistra vinceva in ventotto comuni sui trentaquattro in palio.
Lasciando al centrodestra le briciole.
Le elezioni in Emilia alcune considerazioni
Per parafrasare Bonaccini: “Molti di quelli che hanno votato Lega con la mano destra, hanno votato centro sinistra con l’altra”.
Per questo a chi pensa al voto regionale secondo lo schema rigido di un voto politico tout court, qualche dubbio dovrebbe insorgere.
Manca a questi, intrisi di un politicismo generico, la capacità di articolare i ragionamenti e magari di studiare qualche manuale di scienza della politica.
Secondo i quali un voto amministrativo é condizionato per i due terzi dal giudizio sul governo locale e solo per un terzo dagli orientamenti politici generali.
Per questo, in politica, la pretesa di calare schemi precostituiti dall’alto nelle realtà locali può, piuttosto che accrescere il consenso, rivelarsi un disastro com’è avvenuto in Umbria.
Per cui l’interesse dello schieramento democratico dovrebbe essere quello di valorizzare i risultati acquisiti nell’azione di governo in Regione.
Quelli che hanno visto crescere questa regione fino al terzo posto tra quelle italiane per produzione e reddito ed hanno visto nel corso della legislatura retta da Stefano Bonaccini, governatore uscente, calare la disoccupazione dal 9 al 5%.
Ed è in ragione di questo che Bonaccini sta lavorando ad un alleanza civica in Regione coi sindaci piuttosto che ad alleanze politiche tradizionali.
Elezioni ed alleanze in Emilia
Per cui affidare le possibilità di vittoria alla riproposizioone dell’alleanza romana con i cinque stelle in Emilia risulta stucchevole e forse anche dannoso.
Se é vero quello che dice Pizzarotti per cui: “In politica la somma degli addendi può risultare inferiore a quella degli stessi”. E lui i cinque stelle e l’Emilia li conosce bene.
Si pensi alla riottosità del 92% degli elettori Cinque Stelle a votare centrosinistra, come descrive il recente sondaggi EmG .
E che magari votano Lega e destra in misura quasi pari a M5S e centrosinistra, come avvenuto in Umbria, secondo il Centro Italiano di Studi elettorali.
Sedici a quattordici per l’esattezza a favore dell’alleanza da parte degli elettori Cinque Stelle alle Europee.
Nessuna preclusione allora verso i cinque stelle ma nessuna rimozione sul fatto che in questa regione loro per di più si sono presentati col volto dei vendicatori di Bibbiano.
E che hanno speculato su questo episodio parlando di commercio di bambini, ad opera del Pd, di elettroshock ed altre infamie di questo tipo, smentiti dalla magistratura minorile.
E che l’alleanza con i Cinque Stelle può rivelarsi un danno più che un vantaggio é confermato dalla pretesa di Di Maio di confermare la tassa sulla plastica.
Giusto per colpire l’apparato produttivo emiliano che vede centinaia di aziende e ventimila dipendenti impegnati in Emilia nell’attività di packaging.
Ci ha pensato Renzi a bloccare quest’operazione togliendo una delle principali armi alla propaganda salviniana in Emilia.