
PD siciliano a Palermo, Piazza Massimo campagna elettorale 2012
Un’affollata assemblea fa ben sperare dopo mesi di buio. Ma tante questioni restano aperte
di Giovanni Burgio
La vivacità nel PD palermitano non è mai mancata, e ancor oggi, nelle sue rare e sempre più sporadiche assemblee, continua ad alimentare odi e passioni, rancori e rivincite. Sabato 26 ottobre a Palermo, al Don Orione di via Pacinotti, all’incontro convocato dal commissario regionale del PD Alberto Losacco, alla fine si è sfiorato persino lo scontro fisico.

Dopo cinque ore di dibattito e quasi cinquanta interventi, il consigliere comunale Rosario Arcoleo e il vicesegretario regionale uscente Antonio Rubino si sono fronteggiati, prima verbalmente e poi quasi materialmente, fermandosi a pochi centimetri di distanza l’uno dall’altro. Episodio riportato anche nell’edizione palermitana di Repubblica (qui l’articolo).
In pratica si è assistito a uno strascico della “guerra” tra “ex-faraoniani”(Rubino) e appartenenti alla corrente di Cracolici (Arcoleo), che ha dilaniato il PD siciliano negli ultimi mesi.
Riflesso, molto più emozionale qui in Sicilia, della battaglia nazionale fra zingarettiani (Cracolici) e renziani (Faraone).
L’oggetto dello scontro riguardava la posizione del Pd nella giunta comunale di Palermo, e in particolare la presenza o meno dell’attuale assessore al Bilancio Roberto D’Agostino.
Il PD siciliano e Orlando: una questione sempre aperta
D’Agostino, infatti, è divenuto assessore circa un anno fa su indicazione dell’ex segretario regionale del PD Davide Faraone al sindaco Leoluca Orlando. Ma Faraone, dopo la nascita di Italia Viva ha seguito Matteo Renzi nella nuova formazione politica.
La contesa quindi, dopo la comparsa di Italia Viva, si proietta inevitabilmente sulla figura del sindaco di Palermo. “Leoluca Orlando è ancora nel PD? Non è che sta virando pericolosamente verso il neonato partito di Renzi? E il Partito Democratico è al governo della città?”.
Posizioni, quella del sindaco e del PD, mai chiarite fino in fondo e sempre criticate dalla base del partito. Quesiti sempre riproposti e dubbi mai dileguati, con conseguente confusione e ambiguità. Nei prossimi giorni l’incontro fra il commissario PD Losacco e il sindaco dovrebbe diradare questa folta coltre di nebbia.
Partcipazione, ottimismo e nuove questioni. Nonostante le antiche ruggini
L’assemblea, molto partecipata e intensa, ha visto finalmente al tavolo della presidenza tanti giovani sotto i vent’anni. Una ventata di aria fresca che ha continuamente spazzato via il consueto rito della lamentela e della critica aprioristica.

E a far respirare un po’ di ottimismo e positività sono state anche le varie proposte e progetti avanzati da soggetti che da qualche mese, organizzandosi con entusiasmo e tenacia, hanno intrapreso un cammino dentro il partito (il gruppo di “Elettori per il PD”).
Ma la discussione si è logicamente concentrata sul principale nodo del momento: l’attuale formula di governo nazionale PD-Cinque Stelle.
“E’ un’alleanza solida con un programma comune? E’ un accordo da trasferire in periferia? Quest’alleato è affidabile?”.
Queste le domande principali. E naturalmente negli interventi c’è stato chi si è dichiarato ottimista e chi invece nutre serie perplessità.
Verso una nuova fase organizzativa del Pd Siciliano
Poi si è affrontata la difficile ripartenza del partito siciliano dopo mesi di polemiche, divisioni, litigi e insulti, con il risultato dell’inevitabile gestione commissariale. “Come togliere potere ai deputati regionali, veri padroni del partito? In che modo superare la logica delle correnti? Come ridare voce a militanti e iscritti?”.
Infine, in vista del congresso regionale, la difficile fase del tesseramento. “L’esigenza della trasparenza e correttezza nell’iscrizione al partito può essere garantita solo dalla registrazione on-line? E il ruolo dei circoli territoriali? La partecipazione attiva e il contributo programmatico degli iscritti saranno presi in seria considerazione?”.
Compito, quindi, non facile per il commissario Losacco, che comunque mostra un temperamento deciso e una notevole sicurezza. Qualità che, oltre ad avere dimostrato nel duro battibecco avuto con Antonio Ferrante proprio sul percorso congressuale, gli saranno utili nel tentare di far superare al PD siciliano la sua incancrenita e complicata condizione.
In copertina, sostentori del Pd in un comizio di Bersani a Palermo, Piazza Massimo campagna elettorale 2012.