di Vincenzo Pino
La sconfitta del centrosinistra in Umbria con l’asse Pd-M5S era nell’aria. Le proporzioni largamente immaginabili. Il centrodestra trionfa alla grande. E dal risultato dei singoli partiti si ha la chiave di lettura su quanto realmente successo.
Che è inequivocabile specie sull’alleanza inedita tra Pd e Cinque Stelle. Dove paradossalmente il Pd regge bene.
Confermandosi attorno al 22,5% risultato assai omogeneo al 24,8% delle politiche del 2018 e del 23,9% delle Europee del 2019.
La perdita di un punto o due delle formazioni di partito viene poi in genere compensata nelle elezioni regionali dall’apporto delle liste civiche locali, come la lista del candidato Presidente.
In questa occasione la lista di Vincenzo Bianconi si è attestata a un dignitoso 4%.
Per chi volesse, perciò, speculare sul disimpegno di Renzi o sulle conseguenze della scissione in Umbria in termini di perdita di voti, i dati dimostrano il contrario. Il Pd tiene dignitosamente il fronte con questo risultato.
Il travaso di voti dai Cinque Stelle alla Lega: non solo in Umbria
Quelli che sono venuti a mancare, al contrario, sono stati i voti dei pentastellati, che sono passati in Umbria dal 28,5% delle politiche del 2018, al 14% delle Europee, al 7,5% di ieri.
Nel giro di un anno e mezzo i Cinque Stelle hanno perso quasi i tre quarti del loro elettorato, cioè ventuno punti percentuali.
E dove sono andati a finire questi voti? Anche se sarà necessario approfondire con più esattezza i flussi elettorali appare chiaro che i voti penta stellati sono passati alla Lega di Salvini.
Che già alle Europee realizzò un balzo del 18% passando dal 20 delle politiche al 38 delle Europee, grazie al disastro del Movimento Cinque Stelle che perse in contemporanea il 14%.
Tendenza che ancora continua per il Movimento Cinque Stelle che cede altri voti al centro destra, il 7,5%, in queste regionali, rispetto alle Europee di qualche mese fa.
Questa disamina ci serve a concludere che l’elettorato dei Cinque Stelle in questi due anni si è dimostrato molto più omogeneo alla destra leghista piuttosto che alla sinistra. E non solo a vedere le elezioni in Umbria, ma anche in un contesto nazionale.
Al contrario di quanto si ostinano a pensare e dichiarare, Bersani e compagnia cantante. Immemori della batosta del 2018 quando con la scissione del 2017 dovevano recuperare i voti dei cinque stelle.
Invece questi risultati inducono ancora una volta a concludere che l’alleanza Pd-M5S sia esiziale.
La prospettiva di questa strategia zingarettiana è, così, morta quasi prima di nascere. E non a caso a essa si contrappone il governatore uscente dell’Emilia Stefano Bonaccini che vuol fare rientrare al più presto Renzi nella partita del prossimo appuntamento elettorale di gennaio.
Stabilendo un rapporto privilegiato con Italia Viva piuttosto che coi cinque stelle in via di dissolvimento. Specie se poi si sostanzierà quanto annunciato dal Financial Time a proposito di Conte.
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Foto in copertina tratta dalla pagina FB di Nicola Zingaretti.