di Vincenzo Pino
Sono stato alla Leopolda per il secondo anno di seguito e mi ero prenotato ancor prima che Italia Viva nascesse. È facile immaginarsi come a seguito di quella scelta l’interesse alla partecipazione fosse aumentato a dismisura.
Per averne un’idea, non avevo mai fatto una fila così se non al Quai d’Orsay per assistere alla mostra dell’impressionismo a Parigi agli inizi degli anni duemila.
Ne è valsa la pena allora per ammirare dal vivo i dipinti di Van Gogh, Renoir, Degas, Gauguin e Lautrec. Ne è valsa la pena anche adesso a Firenze per partecipare all’evento politico più interessante del momento.
A Firenze allora. Scottato dall’impossibilità di accedere il venerdì, tardo pomeriggio, con alcuni amici ci siamo organizzati per il sabato e la domenica. Con sveglia alle sei del mattino e presenza alle sette davanti all’ingresso della Leopolda come da foto in cui mi si vede di spalle.
Le narrazioni lanciate dai “generali” della stampa
Mi ha fatto sbellicare perciò dalle risate leggere Alessandro De Angelis qualche ora dopo. Dalle colonne dell’Huffington Post i disattenti “generali” della comunicazione parlavano di Renzi come di un “Un Cesare senza armate” .
Certo a quel giornale era andata molto male. La direttrice Annunziata aveva vaticinato il “flop” della Leopolda qualche giorno prima. Adesso occorreva rimediare. Per cui il paragone é stato fatto con la manifestazione del centrodestra a Roma.
Ma, come a volte accade da quelle parti, la toppa si è rivelata peggio del buco. Scegliendo di paragonare un partito del 5,5% con uno schieramento che vale il 45%.
Prima di tutto questo, c’era stato il tentativo di oscurare col silenzio la Leopolda da parte della Rai. Non a caso si è contraddistinto il terzo canale che ha dedicato nel suo Tg, lo 0,3% del tempo. Telekabul in questo caso é appellativo meritato. Altro che rinnovamento zingarettiano…
Visto poi l’insuccesso dell’azione offensiva, i “generali”della comunicazione hanno cambiato strategia. Cercando di qualificare l’evento come la sede dell’egolatria e baggianate ulteriori, sempre a cura di De Angelis.
Insomma costoro non hanno capito che la Leopolda è diventato l’evento politico del Paese in cui si battezzava la nascita di un nuovo schieramento a cui si é riusciti a dare contenuti programmatici e simbolici. Tra cui il logo scelto dai militanti.
Magari da oggi in poi cercheranno di etichettare Italia Viva come la mina vagante del governo, come se il governo fosse saldo a prescindere. Un governo che aveva approvato la manovra “salvo intese” e che è costretto a rinegoziare i contenuti con Di Maio e i cinque stelle, modello Conte-uno.
E però la “colpa”, la sempiterna “colpa”, sarebbe ancora di Renzi, come ripetono ossessivamente da tre anni e passa.
Italia Viva spicca il volo alla Leopolda
Alla Leopolda, invece, si è parlato di programmi e di prospettive del Paese. Si è parlato ad esempio dell’andamento demografico di un’Italia che invecchia e non fa politiche per sostenere la natalità. Si è discusso di un Paese che approva provvedimenti come quello di quota cento che permette l’uscita anticipata di 180mila persone al modico costo di venti miliardi di Euro in tre anni.
Senza riuscire peraltro a dare una risposta strutturale ai lavori usuranti, quelli sì che meriterebbero l’uscita dal lavoro anticipata.
Abbiamo discusso di modello-Paese nell’ambito di un riequilibrio di opportunità con i continenti da cui parte l’emigrazione, Africa in particolare.
E della necessità di investire in quei Paesi da parte delle imprese e delle aziende italiane a partecipazione pubblica.
Abbiamo parlato di donne e di riequilibrio delle opportunità, di strategie per abbassare i costi della macchina statale senza abbassare il livello delle prestazioni e dei servizi.
Personalmente, mi sono confrontato sui temi della comunicazione al tempo del social, con il mago della comunicazione del popolo renziano in questo ambito, qual è Enzo Puro. Creatore di Flussi Connessi che viaggia alla velocità di 260mila relazioni al giorno media sulla rete.
E invece alla Leopolda…
E invece ci devono essere rimasti male quelli che ormai non riescono più a fare politica. Quelli che affidano la propria sopravvivenza a un sistema di alleanze senza contenuti programmatici e senza valori di riferimento.
Come ha fatto Zingaretti che ha annunciato la prospettiva strategica per il Pd di un’alleanza con i cinque stelle a Otto e mezzo, senza neanche convocare la Direzione del Partito.
Altro che uomo solo al comando com’era definito Renzi… Alla Leopolda abbiamo assistito a una polifonia armonica di voci, tra Rosato, Bellanova, Marattin e Renzi. Espressione di un gruppo dirigente variegato e al tempo stesso coeso e solidale.
Al Pd si sentono minacce e proclami individuali, endorsement per la Raggi che poi vengono smentiti, paragoni da bolscevismo come l’equiparazione tra Leopolda e Papeete che poi sono costretti a rimangiarsi. Un gracchiare stonato.
A fronte di questo gracchiare da parte di generali sempre più opinabili, Italia Viva spicca il volo alla Leopolda. Con tanto di ali.