di Gabriele Bonafede
Avevamo scritto della pericolosa evoluzione nella mostruosa guerra civile siriana, che produce orrori da otto anni. L’avventura nella quale Erdogan ha gettato il popolo turco era azzardata, pericolosissima. Fagocitata da un tradimento incredibile da parte di Trump, rischiava di destabilizzare la zona e favorire l’escalation del dramma.
E così è stato. Ormai senza alcuna possibilità di tenere Kobane, e in difficoltà su tutto il nuovo fronte al confine con la Turchia, i curdi hanno siglato un accordo con il governo siriano di Assad a pochi giorni dall’aggressione turca.
Le truppe regolari della Siria rioccupano dopo anni numerose città liberate dall’Isis grazie ai sacrifici dei curdi e il sostegno USA.
A Kobane e in molte altre zone rischiano di fronteggiarsi direttamente l’esercito turco e le milizie turche, jihadiste e mercenarie dell’SNA.
Azioni militari di Turchia e Siria: si è allargato il teatro di operazioni
La collaborazione tra i curdi, orfani del sostegno USA, e la Siria non è confinata alla sola zona di Kobane. Prevede di fatto la cessione di quasi tutto il territorio tenuto fino a poche ore fa dai curdi. Dunque, grandi spostamenti delle armate di Assad in più punti. L’armata siriana è già da ieri nella zona di Raqqa dove vengono ammainate le bandiere curde e alzate quelle della Siria, sotto lo sguardo dei soldati americani che si ritirano.
L’armata siriana è impegnata soprattutto per quanto riguarda i collegamenti, sia terrestri che aerei, tra Damasco e la città di Al-Quamishi tenuta dai curdi nell’estremo nord-est della Siria. Qui, ci sono già state manifestazioni di approvazione dell’accordo curdo-siriano.
Questo significa che inizia un’altra fase della guerra, quella che può portare a uno scontro diretto tra le armate regolari di Turchia e Siria. Fino a qualche giorno fa, la Siria, sostenuta dall’aviazione russa, era di fatto in guerra con i miliziani dell’SNA sostenuti dai turchi nella provincia di Idlib. Con tutto il seguito di tragedie per la popolazione civile, visto che i bombardamenti russo-siriani non risparmiavano nemmeno gli ospedali.
Adesso la scala di questi scontri è aumentata, e di molto. Ed è diventata una guerra che rischia di impegnare eserciti regolari tra i due Paesi sovrani, Turchia e Siria, anziché lo scontro indiretto via milizie e alleati.
La “mossa” di Erdogan e Trump, come avevamo anticipato, rischia di aprire scenari ben peggiori. Perché la Turchia fa parte della Nato e la Siria è l’alleato più fedele della Russia di Putin.
La Turchia è stata di fatto sconfessata da quasi tutti i Paesi Nato nella sua operazione al confine siriano. La Nato prevede il mutuo soccorso tra i membri, ma solamente in caso di un membro aggredito. Non nel caso in cui un membro Nato lancia un’invasione. Per questo, Erdogan è stato duro nei confronti dei Paesi occidentali proprio sull’utilizzo del termine “invasione”.
Destabilizzazione e diplomazia
Con la nuova situazione di una guerra più diretta tra Turchia e Siria il conflitto diventa molto più terribile, imprevedibile e diplomaticamente complicato. Le forze in campo sono già molto più consistenti di prima. Si parla di decine di migliaia di soldati, da un lato e dall’altro. L’armata turca ne conterebbe ben 160 mila, stando alla TV italiana.
La decisione turca di lanciarsi a testa bassa nell’imbroglio siriano dimostra tutta la sua pericolosità. Non solo per le evidenti e mostruose ricadute sulla popolazione civile. Ma anche per la gigantesca destabilizzazione dell’intera area del Medio Oriente.
Il mondo, adesso, trattiene il respiro. L’azione diplomatica è fondamentale per fermare questo nuovo, spaventoso, conflitto e arginarne quanto più possibile i contorni, e il più presto possibile.