di Vincenzo Pino
All’insegna di un dolce stil nuovo, esordisce Italia Viva alla Leopolda. In questo fine settimana la nuova formazione politica nata venti giorni fa con l’annuncio di Matteo Renzi, avrà così il vero “lancio” nell’agone politico italiano ed europeo.
E il primo atto simbolico di questa novità sarà la scelta del logo che correderà lo strumento di appartenenza, la tessera di adesione. Scelta non affidata alla solita commissione di esperti ma alla libera partecipazione e decisione dei possibili aderenti.
Sono stati trentamila i partecipanti alla petizione lanciata dai comitati civici nelle ventiquattro ore successive alla presentazione delle proposte.
Ed è prevedibile che arriveranno attorno a centomila da qui a sabato 19 ottobre, quando si concluderà la consultazione on line.
La scelta del logo di Italia Viva
Una sorta di primarie che attraverso le nuove tecnologie permette di amplificare e condividere il percorso decisionale sul simbolo. Un metodo che attiva discussione e confronto tra coloro che si riconoscono nel disegno politico.
In un luogo anch’esso simbolo, la Leopolda che richiama anch’essa una grande innovazione. Quella del trasporto ferroviario e della linea che permise di collegare l’entroterra toscano al mare e di cui la stazione finale e l’annessa officina di riparazione a Firenze presero il nome.
Insomma un luogo simbolo di futuro possibile connesso a un passato coraggioso e innovativo.
Italia Viva alla Leopolda: la partecipazione
Tutto il contrario del linguaggio guerresco, fatto di ultimatum, evocato minacciosamente da Andrea Orlando.
Che non sembra abbia impaurito molti, se da fonti ufficiose abbiamo saputo che le registrazioni all’evento siano state il doppio di quelle dell’anno scorso.
E se nel 2018, sono state 8500, è facile farsi il conto che tenderebbe verso i ventimila, con buona pace del Fatto Quotidiano. che ne ha già decretato un flop primaancora che ci siano dati pubblici.
Ma basterebbe fare una telefonata a Firenze per chiedere di un posto in albergo o in un B&B, per sapere che non se ne trovano. E così smentire l’assunto del “Fatto”.
Sondaggi e consenso
La nuova formazione si presenza a quest’appuntamento con un consenso elettorale almeno del 4,5%, come rilevato dall’istituto Youtrend il 10 ottobre. Consenso in crescita dal momento della formazione di Italia Viva in cui era data al 4,1%. Questa è la consistenza prima che Italia Viva alla Leopolda ricevi il vero battesimo. Una rilevazione fatta su tutti gli istituti e da cui é stata ricavata questa media.
Sappiamo che su queste medie incidono i sondaggi di Cartabianca poco credibili così come quelli di Tecnè della rete Mediaset. Questi ultimi tengono a rappresentare una certa distanza di Italia viva con Forza Italia. La media generale è dunque abbassata dalla presenza di questi sondaggi.
Mentre al contrario per il Tg la 7, il sorpasso di Italia Viva su Forza Italia sarebbe già avvenuto.
Per cui ipotizzare il 5% di partenza per Italia viva, non è sicuramente azzardato.
Qualcuno fa malignamente rilevare che con un tale consenso Italia Viva sarebbe destinata a decrescere significativamente in caso di elezione, per l’effetto polarizzazione che le formazioni più grandi e contrapposte determinerebbe come per il caso di LeU.
Una previsione di questo genere non è probabile, perché LeU, è stata una formazione raffazzonata e realizzata solo in funzione elettorale per superare la soglia di sbarramento in una elezione a forte componente maggioritaria.
E questa connotazione è stata pienamente percepita dall’elettorato, mentre oggi la legge elettorale non é ancora definita.
Ed ancora, Italia Viva nasce a legislatura appena iniziata con un programma di lungo respiro e lungo termine. E con una piena partecipazione al governo, nel quale Teresa Bellanova è espressione chiara e intellegibile. Sul terreno più diretto della direzione del Partito, è Ettore Rosato l’espressione d Italia Viva al governo.
Il gruppo dirigente
A venti giorni della nascita, Italia Viva risulta particolarmente strutturata per quanto riguarda la composizione del suo gruppo dirigente.
Oltre ai capigruppo parlamentari con rappresentanza di genere, la formazione vanta un numero cospicuo di parlamentari oltre quaranta e rappresentativo di tutte le regioni italiane.
E’ certo ancora un’operazione prevalentemente di palazzo, come ha confermato lo stesso Renzi ed è dalla Leopolda che si misureranno i passi successivi.
Si vedrà, infatti, se nasceranno ulteriori articolazioni locali. Vedremo se nei prossimi appuntamenti per le elezioni regionali Italia Viva si configurerà in termini autonomi, nell’ambito del centrosinistra o del “civismo”, o ancora con una preponderate connotazione Liberlademocratica.
E sarà chiaramente percepibile la sua presenza in appuntamenti elettorali come l’Emilia e la Campania, dove una sconsiderata proposta di Zingaretti dà per acquisita un’alleanza organica con i cinque stelle, magari sacrificando Bonaccini e De Luca, ottimi governatori uscenti.
Insomma il quadro politico non è ancora per niente delineato nel medio periodo. Lo spazio di crescita di Italia Viva si presenta assai ampio, visto il cul de sac in cui si è cacciato il Pd zingarettiano che affida le sue prospettive strategiche all’accordo esclusivo con LeU e Cinque Stelle.
Proclama che non poche resistenze sta incontrando all’interno del Pd stesso. Specie a Roma con la difesa ad oltranza della sindaca Raggi lanciata da Zingaretti. Proclama che non é passato neanche dagli organismi di direzione nazionale del Pd. Doveva essere “il partito del noi”, quello di Zingaretti, ma nel giro di qualche mese sembra essere quello dell’uomo solo al comando.
Altro che Renzi, che in relazione a decisioni di questo genere si affidava alla maggioranza della direzione del Partito e non certo all’audience della Gruber.