di Gabriele Bonafede
Non è certo una novità, purtroppo. L’aviazione russa, insieme a quella di Assad, ha bombardato per anni e anni intere città e soprattutto strutture sanitarie, ospedali, ambulanze, medici e volontari che cercavano di salvare i feriti.
Con l’intervento in forze della Turchia iniziato pochi giorni fa, la guerra civile siriana entra in una nuova, mostruosa, fase.
E non solo perché i turchi bombardano strutture sanitarie e ambulanze (ad esempio quelle di “Un Ponte Per”,) , ma anche perché l’operazione militare turca apre ulteriori spazi ai crimini di guerra (qui le immagini di ambulanze colpite).
Crimini già da tempo perpetrati e ignorati, se non sostenuti, da partiti estremisti europei.
Da anni la Russia ha infatti bombardato pesantemente la Siria. Da mesi bombarda pesantemente la zona di Idlib tenuta dalle forze di opposizione al regime siriano. Con l’attacco turco ai curdi questi bombardamenti si intensificano anche altrove.
Quale esempio della lunga storia di crimini russi in Siria, alcune inchieste sono state realizzate dalle organizzazioni mediche e dall’ONU. Una nuova inchiesta è stata pubblicata dal New York Times (NYT) stamattina. Documenta un bombardamento di ben quattro ospedali avvenuto nell’arco di 12 ore a inizio maggio 2019. Il NTY sostiene di avere le prove che siano stati esattamente i russi.
Il bombardamento delle strutture ospedaliere è avvenuto nella zona tenuta da oppositori, considerati moderati, al regime di Assad. La notizia è stata ripresa da altri quotidiani, come il The Independent britannico (qui).
Turchia contro i curdi: destabilizazzione e orrore
L’escalation della guerra provocata dall’intervento turco, porta dunque ulteriori massacri e ulteriori crimini di guerra. Iniziano a circolare le drammatiche immagini di bambini mutilati, donne massacrate, quartieri civili distrutti, incendi, prigionieri e civili senza armi che vengono uccisi a sangue freddo.
Le atrocità aumentano di giorno in giorno, con immagini raccapriccianti di terroristi e mercenari dell’SNA (la milizia bene armata dai turchi) che uccide civili e prigionieri già arresi con le mani alzate.
Ieri è stata assassinata proprio dai miliziani dell’SNA un leader politico dei curdi, la signora Hevrin Khalaf, attivista per i diritti umani.
Ma ancora più grave è l’approvazione di questo efferato omicidio da parte dei giornali turchi controllati dal governo di Erdogan.
Odio semina odio. È chiaro. E se un processo di dialogo e di pace era avviato tra turchi e curdi, adesso Erdogan lo ha deragliato con la sua mossa azzardata. Evidentemente tesa a recuperare consenso dopo le sconfitte politiche degli ultimi tempi e la forte crisi economica e finanziaria in cui si dibatte la Turchia.
Ne fanno le spese i più deboli: donne, bambini, anziani, ammalati. E più va avanti la guerra, più si moltiplicano le devastazioni e le persone in difficoltà e in condizione di debolezza. Più si accresce il circolo vizioso dell’odio che porta odio. Più la catastrofe cresce a dismisura.
L’Isis rialza la testa
L’effetto deleterio provocato dall’operazione militare turca contro i curdi è anche più ampio. Una prigione dove erano detenuti miliziani dell’Isis è stata infatti sconvolta dalle bombe turche. Gli efferati criminali di guerra dell’Isis sono così scappati a decine, insieme alle loro famiglie.
Si tratta di quasi 800 persone, pronte a seminare nuovamente terrore non solo in Medio Oriente ma anche in Europa. Visto che molti di questi sono i cosiddetti “foreign fighters” di origini europea. Gente che si è data alla guerra e al crimine.
Anche in altri luoghi di detenzione sono avvenute fughe di tali individui, perché sotto le bombe turche i curdi non riescono più ad assicurare la loro detenzione.
Iniziano così le offensive terroristiche dell’Isis, per adesso nel territorio siriano. E non solo con attentati ma anche con offensive di terra.
In pratica, l’Isis che era quasi sconfitto rialza la testa a causa del caos seminato dalla nuova guerra turca contro i curdi, fagocitata dall’incredibile tradimento di Trump verso i propri alleati sul terreno.
La tattica militare della Turchia: un orrore nell’orrore
La tattica e la strategia dei turchi, d’altronde, è chiara. In avanscoperta mandano i mercenari e i terroristi dell’SNA. I quali conquistano uno a uno i villaggi attorno alle città, e i sobborghi delle città maggiori, commettendo le loro atrocità.
Le forze armate turche, al fine di ridurre le vittime nei ranghi dell’esercito ufficiale, si limitano a bombardare a tappeto. Seminando il panico e provocando morte e distruzione e, finora, qualcosa come 130mila rifugiati.
Le cifre dei poveretti che scappano dall’orrore provocato dai turchi, sono dunque aggiornate al rialzo di ora in ora. Fino a un paio di giorni fa si prevedeva un nuovo flusso di profughi di circa 300mila persone. Adesso l’ONU parla di una stima di 500mila nuovi rifugiati prossimi venturi.