Gli appuntamenti della IV edizione. Una rassegna che nasce dalla sinergia con il territorio di Villafrati (PA) e Comuni vicini
di Gabriele Bonafede
Scoprire la Sicilia non è solamente una visita alla Valle dei Templi, la Cattedrale di Monreale, Taormina o l’Etna. Come molti sanno, per conoscere bene la Sicilia è invece necessario farsi condurre negli angoli più segreti e dunque più preziosi e interessanti.
E non solo per motivi turistici, ma soprattutto per apprezzarne i contorni culturali, i mondi nascosti, la ricchezza nella cucina regionale e locale, i paesaggi più caratteristici, le contraddizioni e le sfide.
Un’occasione è la rassegna teatrale Verba Manent in un piccolo centro a portata di mano: Villafrati.
Ovvero a due passi da Palermo, nel territorio orientale del capoluogo siciliano tra centri più conosciuti al grande pubblico, quali la Baària (Bagheria) di Peppuccio Tornatore e la Misilmeri dal nome arabo e dal castello fatato.
In quella Sicilia, cioè, che è in tutto e per tutto particolare: una Sicilia “sicula”, o meglio “sicana”, a confine tra la Sicilia fenicia di Palermo e Solanto e quella greca-elima che inizia con la valle dell’Himera.
Una Sicilia tracciata dal fascino del concreto e di tutte le contraddizioni reali che emanano dal retaggio rurale. In un territorio immediatamente prospicente alla metropoli palermitana, anch’essa coagulo di forme e storie dell’incompreso e del contrasto.
Verba Manent nel baglio restaurato
A Villafrati è stato restaurato da alcuni anni il baglio, grazie anche ai fondi europei. Lo si è riutilizzato a teatro. Sfida eterna, quello del teatro in Sicilia: laddove conosciuti e famosi sono altri teatri, il coraggioso Teatro del Baglio a Villafrati propone azione e sperimentazione, teatro popolare e teatro d’avanguardia.
Così che, sfida nella sfida, la rassegna è più decisa ad affrontare l’avanguardia. Ed è stata titolata con la chiara robustezza del felice ossimoro “Verba Manent”.
Ed è stata presentata, anche quest’anno, al Teatro Biondo di Palermo. Tuttavia aperto a collaborazione con quell’humus d’arte che continua ad essere ricco e proficuo nel mondo teatrale di Palermo e del Palermitano.
«Testi originali, differenti poetiche, generazioni a confronto e tematiche profondamente legate alla contemporaneità: la sessualità, l’amore, la famiglia, la diversabilità, la corrispondenza fra le persone, la nostalgia dei luoghi. L’incontro, l’azione, le parole degli uomini, che apparentemente passano e “volano” ma che, in realtà, rimangono e danno nuovi frutti», sintetizzano gli organizzatori.
La quarta edizione
Verba Manent, la rassegna di teatro e drammaturgia contemporanei del Teatro del Baglio di Villafrati, arriva così alla quarta edizione. Le precedenti edizioni si erano svolte in primavera, per il 2019 sarà invece dal 27 ottobre al 30 novembre. Il programma è visibile cliccando sull’immagine qui a lato.
Quattro gli spettacoli, tutti serali (ore 21.15), dalle proposte forti e originali selezionate da Valeria Sara Lo Bue quale direttore artistico. «Un viaggio sinergico tra tante umanità che ancora una volta si configura come tassello di un prezioso mosaico nel panorama teatrale odierno».
«Ogni anno proponiamo spettacoli che provengono da tutta Italia – continua Valeria Sara Lo Bue – mentre quest’anno le compagnie sono tutte palermitane. Ci sarà anche una produzione del Teatro del Baglio stesso, definito il “teatro di campagna più bello di Sicilia”, che seguirò personalmente, con attori che non fanno questo di professione ma che hanno avuto nel passato esperienze in particolare con la nostra realtà. In questa edizione, poi, con sempre maggiore forza si conferma quell’assunto che fa comprendere quanto il lavoro attraverso il teatro incida nelle persone».
«Mi piace ricordare – conclude Valeria Sara Lo Bue – che c’è un collegamento con la rassegna che, nel 2004, è stata fondamentale per la nascita di questo teatro e che si chiamava “Alle parole nostre”. Una continuità con il passato, tenendo sempre presente che le parole, anche se non sono scritte, rimangono scolpite nelle persone. Il teatro, nonostante sia un’arte effimera, svolge una grande funzione pedagogica e di coesione sociale per le persone. Ruolo che avrà, per esempio, il laboratorio dei Teatrialchemici, a cui potrà partecipare chiunque, da qualunque luogo arrivi. Bisogna, però, fare in fretta perché sono rimasti pochi posti».
In copertina, un momento di Volver (Vincitore Premio “Dante Cappelletti” e Premio “MigrArti ’18”), lo spettacolo di sabato 23 novembre. Scritto e diretto da Giuseppe Provinzano con Bandiougou Diawara, Alexsia Edman, Hajar Lahman, Gian Matteo Marie, Junaky Md Abdur, Bright Onyesue, Andrea Sapienza. Del Laboratorio permanente Amunì