di Gabriele Bonafede
In Italia non tutti si rendono conto che è necessario un partito liberaldemocratico. Un partito, cioè, che metta al centro della propria azione politica i valori di libertà e diritti umani nel quadro della democrazia liberale rappresentativa.
In una parola, un partito che metta al centro la democrazia liberale quale fondamento e rinnovamento dell’Europa.
Ci sono movimenti liberaldemocratici che si stanno rafforzando in Europa. Lo vediamo in Francia con En Marche! sia pure con gli eccessi di Macron, nel Regno Unito in antitesi alla follia-Brexit, in Romania, in Olanda.
Ma anche in Germania, dove il partito Alleanza 90-Verdi, in forte ascesa, contiene gli elementi fondanti e i valori della democrazia liberale.
E persino in Portogallo, dove il partito socialista, che vince benissimo le elezioni del 2019, è in realtà un partito che ha operato in senso liberaldemocratico e fortemente europeista per risollevare le sorti economiche e sociali del Paese. Lo si vede nel suo stesso programma per le elezioni, del 6 ottobre 2019
Questa è la strada giusta per rilanciare l’UE. Ma è in questo che l’Italia è l’anello debole. L’Italia, spugna acritica della propaganda putinista, è terreno fertile per facili avventure politiche basate sul malcontento, il razzismo, le fake news. Diventando sempre più spazio di conquista per il vero “pensiero unico” di questo scorcio di XXI secolo: il nazional-comunismo.
Sovranismo e nazional-comunismo. Due facce della stessa medaglia?
Il cosiddetto “sovranismo” altro non è che il figlio mostruoso dei totalitarismi del ventesimo secolo. Tutto ciò è ben rappresentato dal partito fondato da uno degli epigoni, forse il principale, di questo pensiero: Aleksandr Dugin .
Il simbolo del suo partito “nazional-bolscevico” riunisce senza vergogna la bandiera nazista con quella comunista: un cerchio bianco su sfondo rosso, come quella della Germania nazista, ma con la falce e il martello nel tondo bianco anziché la svastica.
Insomma, è l’icona di un nuovo patto Ribbentrop-Molotov, giustamente stigmatizzato da un Parlamento europeo che finalmente inizia a capire quali siano i pericoli ai quali si va incontro se non si reagisce a questa minaccia.
Il disegno è palese e dimostra come gran parte degli intellettuali, o pseudo-intellettuali, che si ispirano alle teorie di Dugin, altro non sono che emanazioni del nazional-comunismo.
Da Fusaro a Salvini, passando per Casa Pound, la Meloni e le frange del comunismo estremo, è tutto un pullulare di “sovranismi”, ora ispirati al fascismo e il razzismo ora al comunismo totalitario e stalinista. Ma tutti che si riforniscono al supermercato personalizzato della propaganda politica di Putin.
Tutti accomunati dall’odio per l’Unione Europea, dal neo-mercantilismo autarchico, dalle “letture geopolitiche” putiniste, e da slogan stalinisti come “nemico del popolo”, “eletto dal popolo”, e così via discorrendo.
Italia Viva, un partito contro il sovranismo
In Italia, finalmente, qualcosa si muove per fermare questo totalitarismo in versione ventunesimo secolo. Con Italia Viva si può creare finalmente qualcosa di simile a un partito Liberaldemocratico, partendo dal carisma di Renzi. E così contribuire a una presa di coscienza dei veri valori europei per difenderli dalla minaccia nazista e comunista assieme.
Matteo Renzi, nello specifico, può piacere o meno. Ma ha intuito e un buon seguito dal quale partire per costruire un’alternativa al pensiero unico fascio-nazional-comunista che ha fatto ormai così tanta strada a forza di nostalgici troll e petro-rubli di Mosca.
Italia Viva, al di là del suo fondatore, deve però avere la capacità di unire chi, tra elettori e classe dirigente, crede nei valori di libertà e diritti umani. Aggregando, ove possibile, altri partiti ispirati a questi valori, quadri dirigenti ed elettori al momento di altri partiti o assenteisti.
In copertina: Presentazione Italia Viva a Milano, 26 settembre 2019
Foto del pato Ribbentrop-Molotov tratta da Wikipedia. Di National Archives & Records Administration, nara.gov, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=116442