di Vincenzo Pino
È indubbiamente il play maker dell’attuale fase politica, Conte. L’uomo che raccoglie molti più consensi personali rispetto a quelli del suo governo nei sondaggi. Che stranezza.
Pacioso e piacione è riuscito a emergere dall’abisso d’inconsistenza che ne aveva contrassegnato la figura durante il governo gialloverde.
Lì al massimo godeva dei selfie con gli azionisti di maggioranza (qui un filmato).
Quando si esibiva assieme a loro con i cartelli che di volta in volta rappresentavano le conquiste di quel governo fossero quota cento, o il reddito di cittadinanza. Magari non esattamente convergenti nei risultati, come da video.
Il massimo di esposizione mediatica e personale poi lo ebbe quando vaticinò nel febbraio di quell’anno, il 2019 come un anno bellissimo.
Le sue previsioni economiche, nei mesi successivi, assursero al valore delle barzellette anche quando predisse che gli effetti dei provvedimenti di governo avrebbero avuto effetto sulla crescita dalla seconda metà di quell’anno.
Sappiamo come andò a finire. Allo zero assoluto. Eppure per gran parte del panorama politico oggi rappresenta l’uomo della Provvidenza, una sorta di Massaro che entrato in campo negli ultimi minuti risolve le partite. E tutto questo con grande scorno del noto ultrà milanista Matteo Salvini.
La follia estiva di Salvini trasforma il premier
Aveva cercato di liquidarselo Salvini ad agosto e non si riesce a capire il perché, se gli aveva concesso la TAV qualche settimana prima.
Peraltro in quell’occasione i Cinque Stelle abbandonarono Conte nel dibattito sul Russia gate lasciandolo isolato. Il tutto con la perfida regia di Di Maio.
Ma dopo un mese la sua figura divenne la pregiudiziale dei Cinque Stelle e dello stesso Di Maio per formare il nuovo governo col Pd.
E Zingaretti ormai ne loda la capacità e la correttezza a ogni piè sospinto, dopo averlo riempito, allora, di pregiudiziali, per l’appunto.
Più che la realizzazione dell’abbattimento del cuneo fiscale, Conte ha rappresentato il cuneo politico che ha permesso la prosecuzione di questa legislatura e la mancata consegna del paese a Salvini con le elezioni anticipate.
È bastato fare argine per un mese alle pretese del padano per assurgere al ruolo di anti-Salvini e assumere centralità nel panorama politico depotenziando i consensi al padano.
Conte da anti Salvini ad anti Renzi
Quel ruolo di protagonista che sarebbe piaciuto tanto a Renzi ma che il Pd ha stoppato immediatamente costringendolo alla scissione. Per poterlo sfidare a Porta a Porta, senza che Zanda glielo impedisca, stavolta.
Se Renzi così vorrebbe rubare centralità e scena politica a Conte, tutti corrono in soccorso del presidente del consiglio. Cercando di portare un contributo per sterilizzare Renzi, dopo aver sterilizzato l’aumento dell’Iva.
C’è chi ricorda la fine che fece Bertinotti dopo aver abbandonato il secondo governo Prodi, c’è chi gli consiglia la formula per neutralizzarlo come Enrico Letta. Formula che non trovò al tempo dello “stai sereno”.
È tutto un accorrere al sstegno di Conte in questi giorni, per impedire il ritorno in scena del senatore di Rignano.
Per cui dopo aver impersonato il nulla nell’avvio del governo gialloverde e in seguito l’anti-Salvini, ora i grandi ed eterni registi dalla politica italiana gli vorrebbero fare interpretare il ruolo di anti-Renzi.
Perché Conte è fluido come l’acqua. Non ha alcuna forma propria. Assume quella del contenitore, come ci racconta splendidamente Camilleri nel suo omonimo libro.
Un novello Alfred Zelig della politica furbo, trasformista e rassicurante perciò stesso. Albertone Sordi, insomma. In altre parole il popolo italiano. Simpatico e apprezzato anche nel resto del mondo come da endorsement di Trump, Macron e la Merkel.