(Here the same article in English)
di Gabriele Bonafede
E adesso, il tronfio e scostante Boris Johnson scopre le carte del suo bluff. Proponendo, di fatto, un ricatto all’Europa. Si badi bene, non è il Regno Unito, ma lui e l’addormentata assemblea annuale dei Conservatori a proporre questa grottesca pagliacciata.
Una pagliacciata che però può condurre a un dramma epocale per il Regno Unito e a problemi per tutti i Paesi europei, compresa l’Italia.
La lettera di quattro pagine che ha inviato a Jean Claude Junker quale rappresentante dell’Unione Europea è infatti una sconfessione del precedente accordo siglato dal governo di Theresa May con l’Europa.
Già in questo, rappresenta un passo cruciale che mette a repentaglio la credibilità del Regno Unito nel voler rispettare accordi internazionali precedentemente proposti e accettati dalle parti.
Ciò è grave. Ma non è tutto. La lettera non fa cenno di altri importanti e vitali aspetti della Brexit. A partire dai diritti dei cittadini europei e di quelli britannici riguardo alla libertà di movimento tra Unione Europea e Regno Unito.
Le quattro pagine riguardano solamente un aspetto, quello del cosiddetto “backstop”, cioè l’accordo necessario a evitare disordini in Irlanda del Nord. Il backstop stabiliva che non ci fosse alcun controllo di confine tra Irlanda e Irlanda del Nord. Non solo per motivi eminentemente economici, ma per rispettare gli accordi del vivere civile siglati con il Good Friday. Accordi che dal 1998 hanno permesso l’allontanarsi delle minacce e del terrorismo al confine. Un confine che era visto come una ferita per gli irlandesi.
La proposta di Boris Johnson, in due parole, è semplicemente quella di posticipare il problema e per giunta metterlo al vaglio del parlamento nord-irlandese. In pratica, il Primo Ministro britannico, dà per scontato che in futuro ci sarà un confine e che questo futuro non è nemmeno molto lontano: il 2025.
La proposta è dunque devastante. Ma quel che è peggio, è che è scaraventata sul tavolo dei diplomatici dei 27 Paesi dell’Unione Europea con il sapore di un vero e proprio ultimatum prendendo a ostaggio gli irlandesi al di qua e al di là del confine che Johnson, sostenuto dagli estremisti nord-irlandesi del DIP, vuole rimettere anacronisticamente in piedi.
La lettera (qui si può scaricare) minaccia l’Unione Europea di arrivare a una Brexit senza accordo, la Brexit No-Deal, se l’Unione Europea non partirà da questo mini-accordo sull’Irlanda del Nord. In pratica, è un ultimatum, o più precisamente un ricatto.
Il problema vero è che la lettera è un vero e proprio bluff. Tutte le opposizioni del Regno Unito, dai Laburisti ai Liberaldemocratici, passando per gli scozzesi dell’SNP, la giudicano una proposta inaccettabile per l’Unione Europea.
Così che si arriverebbe per forza a una Brexit No-Deal. Cioè a una catastrofe spaventosa per i cittadini britannici e a un danno non indifferente per quelli europei. Insomma, per l’opposizione e una buona metà di cittadini britannici, la lettera del Premier britannico è un bluff. In realtà, vuole arrivare alla Brexit No-Deal.
Inoltre, la lettera di Boris Johnson propone di arrivare a un “Free Trade Agreement” con l’Unione Europea. Cioè a un trattato di commercio che certamente porterà problemi giganteschi all’economia britannica e al suo funzionamento in ogni caso. E che sarà in ogni caso un accordo peggiore di quello esistente adesso.
Il tempo stringe, ovviamente. La presunzione di Boris Johnson è semplicemente senza limiti. Perché vorrebbe, sulla base di una siffatta lettera, porre le basi di un accordo da raggiungere in due o tre settimane. Laddove, in due anni e mezzo, il Regno Unito non è riuscito a mettersi d’accordo nemmeno con se stesso su come attuare la Brexit.
Il punto rimane sempre quello. La Brexit è una vera e propria boiata. Da qualsiasi parte la si guardi, è un danno enorme principalmente per i cittadini del Regno Unito, ma anche per i cittadini di tutti i Paesi europei, Italia inclusa.
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