Vincenzo Pino
Certo sarà più difficile ora definire la nuova formazione politica Italia Viva come il giglio magico, o nero nella versione più macabra dell’Espresso del marzo 2017.
Quanta disinvoltura abbiamo visto nei sorrisi saccenti di tanti commentatori televisivi nell’esprimere la leadership di Renzi in questi termini, mentre rimestavano nel fango delle false trascrizioni di Scafarto, prontamente recapitate al Fatto Quotidiano come scoop.
Una goduria per gli scissionisti alla Gotor, pronti a lanciare in Parlamento, interrogazioni basati su questo assunto.
Il tutto per dimostrare come fosse stata una “machiavellica” operazione di palazzo, l’ascesa di Renzi a segretario e Presidente del Consiglio.
Quasi un’usurpazione. lasciavano intendere, mentre è stata una scelta sostenuta per ben due volta dal voto del 70% degli iscritti, confermata nelle primarie.
Per tutti costoro deve essere uno smacco senza pari assistere oggi alle presenze appassionate di Teresa Bellanova nei talk show televisivi. Lei, designata da Matteo Renzi capo delegazione al governo e capo politico assieme a Rosato della nuova formazione politica.
Una bracciante agricola, che rinverdisce memoria e modi di Giuseppe Di Vittorio.
La Bellanova come Di Vittorio
Infatti, come la Bellanova, anche Di Vittorio non poté terminare gli studi.
La storia ci tramanda un Giuseppe Di Vittorio che, dopo aver sommariamente imparato a leggere scrivesse su un quadernetto le parole che non capiva, mettesse nel frattempo i pochi risparmi da parte per poter acquistare un vocabolario della lingua italiana. Lui orfano in giovane età e costretto a lavorare da bambino.
Una vicenda analoga a quella di Teresa Bellanova che ha solo la licenza media ma che, attraverso la sua esperienza di bracciante, di delegata e di dirigente sindacale, ha maturato una non comune comprensione del mondo e dell’organizzazione del lavoro.
In base alla quale ha contribuito alla definizione di una legge contro il caporalato che sottrae i lavoratori, ma specialmente le lavoratrici, ai ricatti degli intermediari di forza lavoro.
Con questa testimonianza diretta e inequivocabile e col ruolo assunto in Italia Viva, viene così meno la giustificazione dell’infame definizione di “giglio magico”. Come se i gruppi dirigenti renziani fossero stati formati in passato sulla base della loro vicinanza all’”attuale” senatore di Rignano.
La Bellanova col suo entusiasmo con la sua competenza e la sua capacità è oggi un capo politico ed anche un testimonial d’eccezione per Italia Viva.
La competenza e il valore riconosciuti
Un’adesione che è avvenuta perché è stata prima valorizzata e poi, nell’azione di governo, si è sempre sentita rispettata nella sua autonomia. Allo stesso tempo è stata sostenuta da Matteo Renzi, come ha detto ieri sera a Piazza Pulita.
Lei, infatti, non si è mai iscritta al partito dei beneficiati rancorosi. E questo è un altro schiaffo per chi racconta di un Matteo Renzi “arrogante” e “scostante” nei rapporti umani.
A questi non resta che continuare con l’ultimo mantra antirenziano: lo “stai sereno”… Quando anche qui la storia vera è quella che Cuperlo e Speranza ne hanno voluto la caduta perché il governo lettiano era fermo e bloccato dalla diatriba permanente tra gli alleati di allora, Pd e Forza Italia. Per memoria.
Rassegna stampa
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