Il bonus di merito ai docenti, il bonus cultura, il “tempo pieno” e il tempo prolungato. Cosa è stato fatto e cosa c’è da fare
di Benita Licata
Non voglio salire “sopra la cartella della munnizza”, come diciamo a Palermo. Ovvero, non voglio salire in cattedra. Ma due osservazioni sulla scuola appena iniziata le voglio fare. Il ministro dell’istruzione mi sembra migliore del precedente, anche se per superarlo non ci voleva molto.
Lo aspetto serena sui fatti. Ho letto che vuole togliere il bonus di merito ai docenti e temo che tolga i 500 Euro di bonus cultura.
L’aumento dello stipendio è improcrastinabile. Ma è giusto che chi lavora di più vada incentivato.
Ad esempio chi lavora oltre le ore di cattedra, nelle segreterie, con incarichi specifici. Ma anche chi, con il dirigente, manda avanti il difficile sistema scuola che spesso diventa un pesante “carrozzone” .
Togliere i bonus non mi trova d’accordo per tre motivi.
Uno, perché, per quanto la parte “premiale” chi sta a scuola sa perfettamente che i docenti non danno tutti alla scuola lo stesso servizio, anche se per le motivazioni più disparate. Due, perché se i 500 Euro vengono spesi a caso, o a cabasiso (senza criterio) come direbbe Camilleri, la colpa non è del legislatore ma del docente. Il quale, purtroppo, spesso non ha capito la ratio del bonus.
Tre, perché se il dirigente dà i 500 Euro pure “a caso”, la colpa non è del legislatore ma del dirigente poco manager e del collegio addummisciuto (addormentato)… Il collegio deve essere un luogo democratico dove devono avere voce i doveri ma anche i diritti. Vedremo.
Scuola, tempo pieno e prolungato
Leggo sui giornali una serie di apprezzamenti per una scuola perché sta partecipando a un progetto nazionale denominato “senza zaino”. Progetto interessantissimo ed encomiabile, anche se ritengo non proponibile in toto alla scuola superiore.
Si tratta infatti di fare studiare i ragazzi quasi totalmente a scuola. E qui sorgono alcuni dubbi. Sappiamo infatti che per fortuna, ma a macchia di leopardo, alcune scuole riescono a lavorare con i ragazzi anche in orario extra scolastico.
Mi chiedo però perché si sia fatto fallire in Sicilia il tempo prolungato e il tempo pieno che meglio rispondevano al coniugare l’offerta formativa di qualità con gli organici dei docenti. Capisco la latitanza degli amministratori locali, ma è questa la battaglia che dovevano intestarsi i politici e i sindacalisti siciliani.
Non si può immaginare la carica che dà a una preside incontrare, dopo decenni, gli alunni, i genitori, i docenti felici nel ricordo di tanta stanchezza ma anche di tanta allegria e laboriosità. Non mi piace essere “mosca bianca” e non ho mai pensato di attribuirmi i meriti di “mosca cocchiera”, mi piace ricordarmi piuttosto come capo di tante formichine e tanti formichini volenterosi.