La cronaca sportiva di quest’ultimo mese e la parabola politica dell’ex-ministro dell’interno
di Vincenzo Pino
La caduta di Salvini sembra aver resuscitato il brand Italia nella Formula Uno e si sa che questo è lo spettacolo sportivo più seguito nel mondo.
Dal 6 settembre imperversano le Ferrari nelle piste e negli schermi di tutto il mondo allietandoci i fine-settimana con vittorie seriali.
Dapprima Spa, poi il 13 a Monza fino alla splendida doppietta del 22 a Singapore. Per giunta con Sebastian Vettel sugli scudi. Che è tedesco… come la Merkel.
Insomma, una serie di vittorie che mettono in evidenza come le cose possono cambiare in poche settimane. Nello sport, e forse non solo in quello, è un settembre con una pioggia di successi per suderie, squadre e atleti che portano l’Italia ai primi posti. Mentre il Milan e Salvini si lccano le ferite.
Prima le italiane rosse
Il mantra di Salvini risulta stravolto e trasformato da “Prima gli italiani a prima le italiane”. E per di più anche “rosse” come vengono, appunto, chiamate le Ferrari.
E in queste occasioni si è presa una bella rivincita l’inno di Mameli che da buffonata estiva da Papeete ad agosto, a settembre ha fatto risuonare il suo canto e le sue note in un più degno scenario italiano e mondiale.
Riempiendo di orgoglio e commozione l’amor patrio di milioni di persone sottraendolo ai contorcimenti delle cubiste che provavano a esaltare le performance dei “celoduristi” legaioli.
Calcio e l’ossessione Conte
E la tregenda che sembra aver colpito il Padano lo accompagna anche nel calcio.
Da fine stratega aveva pensato all’operazione “Porte chiuse contro l’Inter” per il derby, parafrasando leggermente il suo slogan. Lui ultrà milanista frequentatore di pregiudicati da curva.
Ma anche qui il solito Conte, la sua ossessione, non solo ha permesso ieri lo sbarco dell’Ocean Viking a Messina, ma nella trasfigurazione di allenatore di calcio è riuscito a sfondare le protezioni come Carola Rakete a Lampedusa ed è stato due a zero per l’Inter. Con un gol di Lukaku, massimo dell’ignominia per il Salvini.
Prima le italiane squadre, anche nel Volley. Ultimi lo zar e i no vax
Ha cercato consolazione nel volley, dove c’erano nomi che col loro suono gli facevano battere assai il cuore come quando era comunista padano e si cullava nel mito della grande mamma Russia.
Ivan Zaytsev e Oleg Antonov per citare i suoi preferiti, mentre Juantorena il cubano l’aveva lasciato a Di Battista, principe del centro America e delle Antille.
Peccato che, dopo la vittoria della nazionale di volley contro la Turchia, si è poi ricordato come “lo Zar” sia stato uno dei più formidabili testimonial della campagna filo vaccinale contro la Lega.
Se è vero come dai profili social legati a Salvini siano partiti nel luglio del 2108, centinaia di migliaia di insulti del tipo “Zingaro, spero che Salvini ti rimandi al tuo Paese”. E non ha potuto perciò godersi neanche questa soddisfazione.
Insomma in questo mese sembra che non gliene vada bene una.
E sarebbe consigliabile ai partecipanti dei suoi eventi di dotarsi di qualche sistema di difesa antisfiga tipo le corna. D’altronde i Leghisti continuano a metterle nei raduni, ed ora servono certamente per proteggersi dal loro “capitano”.