di Maria Teresa de Sanctis
L’estate si dice che allontani la gente dal cinema ma per i cinefili non è per nulla così. Il cinefilo doc, magari non frequenterà con la consueta assiduità le sale cinematografiche al chiuso. Ma segue con attenzione le programmazioni delle arene (quando ci sono) che spesso ripropongono i migliori film della stagione appena passata.
Forse è ovvio dire quanto sia piacevole godere del fresco delle splendide serate estive gustandosi un bel film. Ma lo diciamo ugualmente, visto che in città calde come Palermo tante arene negli ultimi anni hanno inspiegabilmente chiuso.
E poi ecco che, mentre ancora a settembre si gode degli ultimi soli, arrivano dal festival di Venezia nuovi film, belli, meno belli, interessanti, ma soprattutto tanti e nuovi.
Ed è infatti proprio dalla 76° Mostra Internazionale dell’arte cinematografica di Venezia, che viene il delizioso film “Mio fratello rincorre i dinosauri”. Un’opera prima del bravo regista Stefano Cipani, con Alessandro Gassmann, Isabella Ragonese e la partecipazione straordinaria di Rossy De Palma, attrice, modella e musicista spagnola, musa di Pedro Almodóvar.
Il film, presentato alla mostra di Venezia come Evento speciale nelle Giornate degli Autori, ha vinto il premio “Sorriso Diverso Venezia” 2019. Il riconoscimento istituito dal “Festival dei Tulipani di Seta Nera” che ogni anno viene consegnato all’opera cinematografica presentata al Festival di Venezia che meglio valorizza i temi sociali e umani.
E di certo questo premio è più che meritato, narrando la pellicola una storia, peraltro vera, di accettazione e integrazione attraverso un percorso di comprensione e soprattutto tanto amore. Amore che travolge, coinvolge e abbraccia tutti, sia i protagonisti della vicenda che gli spettatori, tutti intorno ad un diverso, il fratello down, il super Giò, che riesce a catalizzare le emozioni, a riunire gli animi, a rendere vero il possibile e certo l’amabile.
È l’amore al centro di ogni cosa, l’amore che anima questa deliziosa famiglia e che da questa, grazie al super Giò, riesce ad irradiarsi tutto intorno. Il lungometraggio è tratto dal libro omonimo, best-seller, assolutamente autobiografico, di Giacomo Mazzariol. Lo stesso autore ha collaborato anche alla sceneggiatura del film.
Si tratta del racconto di quei dodici anni necessari perché Giacomo imparasse a vedere davvero suo fratello, a entrare nel suo mondo. E a lasciare che gli cambiasse la vita, lui Giovanni, il grande Giò, fratello più piccolo di Giacomo, lui bambino down.
Il film, un racconto di formazione adolescenziale che è anche e soprattutto un racconto di integrazione e amore, ha un ritmo leggero e delicato. Riuscendo a rendere perfettamente l’ironia e la freschezza del testo originale. Tutto merito di quella verità che, come nel libro così altrettanto bene nel film, commuove, diverte e fa riflettere, offrendoci spunti per potere riuscire a sperare in un mondo migliore.
C’è un cast ottimo che vede accanto agli attori adulti già citati, i bravissimi Francesco Gheghi nei panni di Jack adolescente (lo avevamo già apprezzato nel film di Daniele Luchetti “Io sono Tempesta” ), Roberto Nocchi, nel ruolo dell’amico del cuore Vitto. E poi Lorenzo Sisto, il piccolo grande super Giò, vitale e ricco di energia quanto altri mai. E bravi anche gli amici musicisti di Jack, Edoardo Pagliai e Saul Nanni, e Arianna Becheroni, la “pasionaria” di cui Jack si innamora.
Insomma, un delicato invito ad accettare ogni diversità con la comprensione e l’amore, in un mondo in cui talvolta i primi a non piacerci. Perché diversi da quel che vorremmo essere, siamo proprio noi stessi. Ma basta riuscire ad essere autentici e sinceri (come Jack) perché tutto funzioni e si possa veramente migliorare. E amare.
Il trailer ufficiale: