I grillini mostrano di avere paura di andare a casa, visto che la vicenda Salvini-Russia può portare a nuove elezioni
di Vincenzo Pino
Il più angosciato dalla vicenda russa sembra proprio Di Maio. “Cosa farà Salvini?” sembra abbia chiesto ai più fidati collaboratori.
Coglierà l’occasione per rompere il contratto di governo? Cercando di allontanarne la prospettiva almeno fino al 20 luglio prossimo, per cercare di chiudere l’eventuale finestra per le elezioni in autunno? Lo dicono i rumors giornalistici.
Così gli farà passare il decreto sicurezza bis per ammansirlo. E magari gli chiederà di presentarsi in Parlamento dove organizzare la controffensiva contro il Pd.
Egualmente invischiato dal 1944 al 1974, con Secchia sicuramente, nel rapporto privilegiato con la Unione Sovietica in un sistema di finanziamento del partito. Che allora si chiamava. però, Pci.
Anche se dalla metà degli anni ’70, e cioè da quasi cinquantina anni, Berlinguer interruppe quel canale di finanziamento per poter realizzare una politica estera autonoma. Da qui il primo passaggio fu la prospettazione dell’eurocomunismo assieme agli omologhi francesi e spagnoli.
Per il Movimento Cinque Stelle è una bella sceneggiata da offrire al Paese. Magari perdendo un altro bel pezzo di elettorato a favore del sodale leghista. Ma si sa che per Gigi ed una altra bella fetta di parlamentari grillini è una questione di sopravvivenza personale quella di non interrompere la legislatura.
Sperando magari che non si inserisca nel frattempo Di Battista che invece preferirebbe le elezioni per poter avere un reddito, visto che le sue fortune di scrittore e di falegname sono andate a ramengo. Il tutto condito dalla solita ipocrisia del tipo “Noi siamo onesti”.
A meno che.
A meno che le responsabilità, politiche e non solo, di Salvini, vengano accertate. Fatto che non è da escludere. Visto il cumulo di bugie che lo stesso ha seminato da qualche giorno a questa parte nel tentativo di tirarsene fuori, ma che sono state regolarmente scoperte.
In questi giorni Salvini ha, infatti, affermato di non conoscere Savoini, o giù di lì. Ma sta scritto in una intervista ad “International Affairs” che il padano aveva definito Savoini come “suo rappresentante ufficiale col governo e la rappresentanza russa. Come riportato dal Corriere della Sera di ieri.
Come non può sicuramente scrollarsi della sua ingombrante presenza all’hotel Metropol in Russia ad ottobre, se proprio Savoini, dopo aver presenziato all incontro nel corso del quale si parlò di petrolio e rubli, twittò che la missione assieme a Salvini era stata un grande successo.
E come non potrà dire che Savoini si fosse imbucato nella cena romana di Putin, offerta dal Presidente del Consiglio senza che lui ne sapesse niente.
Infatti quest’ultimo ha precisato che “l’invito del sig. Savoini al Forum è stato sollecitato dal sig. Claudio D’Amico, consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale del VicePresidente Salvini”. Come riportato dall’Huffington Post di oggi.
Insomma Salvini nella penosa vicenda russa c’è dentro fino al collo. E non sarà facile per lui uscirsene in piedi. Anche perché i suoi avversari interni alla Borghezio lo diffidano dallo scaricare Savoini “soldato della Lega dal 1991”.
In questo caso perciò al Movimento Cinque Stelle non resterebbe che vendersi completamente l’anima, Come hanno fatto per la vicenda Diciotti, offrendo al socio di governo metà del suo elettorato, quando salvò dal procedimento giudiziario Salvini, accusato dalla procura di Agrigento, di sequestro dell’equipaggio della nave militare e dei naufraghi a bordo.
Come avvenuto da un anno a questa parte, i grillini riescono sempre a chiudersi in un cul de sac senza uscita di fronte a quello che Salvini combina.
C’è chi dice perché i dirigenti del Movimento Cinque Stelle sarebbero ingenui. Io invece penso perché siano assai simili. Egualmente affascinati dalle “democrature” e dai regimi illiberali, come quello della Russia di Putin.