Dati, testimonianze e articoli su una politica di pura propaganda senza risultati concreti
di Vincenzo Pino
Finalmente da qualche parte sui giornali ed anche sui talk show televisivi si comincia a ragionare sui numeri veri del fenomeno. Sono circa tremila gli sbarcati tra naufraghi e migranti sulle coste italiane nel 2019 ma di questi solo 246 sono stati salvati dalle ong, l’otto per cento cioè.
Al di là degli strepiti e delle offese contro Carola Rakete e degli annunci di decreti sempre più severi, il Mediterraneo si dimostra un colabrodo.
Su cui imperversano indisturbati anche motoscafi veloci che sfuggono al ridicolo controllo dei porti e scaricano i migranti su spiagge e scogliere, lontani da occhi indiscreti.
L’ Espresso testimonia che su questo business si sono allungate le mani della mafia russa. Ma il duo dei vice preferisce indicare i colpevoli di tutto ciò nelle ong, chiamandoli “i taxi del mare”, mentre i tassisti veri imperversano indisturbati.
Eppure un sistema di controllo di tutto questo c’era, fino all’anno passato.
La missione Sophia e i naufraghi
Si chiamava missione Sophia e prevedeva l’utilizzo di naviglio e di ricognitori europei al comando della marina italiana in prossimità delle coste libiche per impedire le partenze degli scafisti. Ed il deterrente più forte era rappresentato dal fatto che le imbarcazioni utilizzate da questi venivano affondate e rese inutilizzabili.
Ma l’operazione è stata smontata da Salvini, contro l’orientamento del ministro della difesa Trenta, con la motivazione che per questa via i naufraghi salvati venivano poi trasferiti in Italia. Ovviamente, visto che i porti libici e tunisini non erano considerati un approdo sicuro e gli scampati dovevano essere trasferiti nel porto sicuro più vicino, in base ai trattati internazionali.
Smontata l’operazione europea, e forzando leggi e convenzioni, Salvini pretese la chiusura dei porti a tutti coloro che salvavano le persone in mare e li facessero approdare in Italia. Lasciando campo libero, però, ala mafia russa, che scarica quantità di clandestini in Italia.
L’ignominia della vicenda Diciotti
E vogliamo ricordare che nell’ agosto 2018, per realizzare tutto questo, il governo legastella bloccò l’approdo non ad una Ong ma ad una nave della guardia costiera italiana, la Diciotti. Tenendo dal 20 al 26 agosto sequestrati equipaggio e 170 naufraghi al porto di Catania. Tutto ciò su di ordine diretto di Salvini via mail al comandante della nave su cui non aveva alcuna titolarità gerarchica.
In quella occasione Toninelli, Conte e Di Maio furono complici confessi di un possibile reato di sequestro di persona, ipotizzato dalla procura di Agrigento. Ma il processo fu bloccato con la mancata autorizzazione a procedere votata dai cinque stelle.
Aver impedito la naturale mission della guardia costiera al salvataggio ha comportato così un restringimento delle attività in mare dei nostri corpi a ciò deputati. E ad utilizzare prevalentemente la guardia di Finanza che interviene in mare per bloccare il contrabbando. Riducendola così a funzioni di ordine pubblico nella gestione delle attività portuali che come tutti sapranno è competenza della guardia costiera.
Ancora una volta “ho” rimasto solo
Ora Salvini dice di essere stato lasciato solo. Mentre invece la realtà, come documentata, dimostra tutto il contrario.
Gli sbarchi incontrollati sono aumentati sul totale di quelli effettuati ma. per coprire questo dato, il padano cerca di accentrare l’attenzione sulle poche centinaia di “naufraghi veri” salvati dalle Ong che rispettano tutti i trattati e tutte le convenzioni internazionali. Nel frattempo, i veri scafisti criminali, soprattutto russi, trasbordano migliaia di migranti, a botte di migliaia di euro, sulle coste siciliane calabresi e pugliesi.
Vedremo nel consiglio dei ministri quali saranno le regole per il coinvolgimento riacquisito delle forze militari italiane. Ma la vicenda dimostra tutto il fallimento della strategia salviniana e dei suo sodali Conte, Di Maio e Toninelli.
L’unica che ne esce dignitosamente in piedi in questa vicenda è la Trenta, isolata da quasi un anno dai suoi sodali di partito, che si sono consegnati a Salvini coi risultati che abbiamo visto anche in termini di consenso perduto.
Ed ora Conte rivendica il suo ruolo di direzione nella vicenda. Sempre con l’opposizione di Trenta che definisce questo tentativo come un bluff secondo il Foglio.
Un Presidente del Consiglio, orchestrato dalle sirene del sovranismo, che aveva decretato la fine delle ostilità in Libia attraverso un selfie nel settembre 2018.
Per i riferimenti documentali di quanto riportato vedi:
Chi porta davvero i migranti in Italia Il Post luglio 2019
I trafficanti di uomini che Salvini non vede sono scafisti russi L’Espresso aprile 2019
Tutto quello che c’è da sapere sul caso Diciotti . Il foglio febbraio 2019
Nello scontro tra Salvini e la Trenta arriva pure una missione militare bluff . Il Foglio Luglio 2019