Il ruolo del Capo dello Stato nel delicato equilibrio istituzionale ed in quello internazionale
di Vincenzo Pino
Il farlocco tentativo di mettere in adozione speciale l’Italia da parte di Salvini si sta rivelando un boomerang. Sono sempre più gli italiani che rifiutano questa dimensione filiale unita esclusivamente dall’odio e dal rancore.
Una consorteria coatta protetta da una sorta di “onnipotente” che lancia quotidianamente messaggi di paura, che etichetta i propri avversari come traditori.
L’ayatollah Salvini non è roba per un paese democratico come l’Italia. E lo dimostrano vieppiù le vicende di questi giorni. C’è una ripresa democratica larga ed una mobilitazione che si estende ogni giorno.
E se in qualche modo il padano cresce nei sondaggi lo deve al progressivo rinsecchimento del consenso penta stellato che di questa cultura è complice subalterno.
E sulla vicenda Sea Watch 3 vi è la dimostrazione più chiara del fallimento dell’azione del duo di governo. Aver tentato di far passare preventivamente ed ossessivamente come criminale la capitana della nave della Ong non è servito a nulla. La fattispecie di reato le definiscono i magistrati e non certo le dirette su Facebook o le dichiarazioni politiche.
L’uso politico del giustizialismo
Il tentativo di rovesciamento della realtà, operata da un soggetto che si è sottratto al giudizio della magistratura, grazie alla complicità dei cinque stelle e ricorrendo ai privilegi della casta parlamentare, si è dimostrato inefficace e si rivelerà un boomerang per lui.
Come pure il contemporaneo tentativo di Di Maio che tenta di ottenere denaro dalla società autostrade minacciando il ritiro della concessione, è un bluff da disperato. Sostenuta dalla pantomima della solita commissione che Toninelli mette a disposizione della causa.
Loro i cinque stelle che avevano sostenuto nel 2013 che il crollo del ponte Morandi doveva considerarsi “una favoletta”.
Mentre invece si voleva creare un percorso alternativo che potesse alleggerire il carico di traffico sullo stesso ponte. Ed ora pretende di fare il “giustiziere”. Insomma.
In tutti e due i casi, si dimostra che l’Italia è uno stato di diritto basato sulla divisione e l’equilibrio dei poteri.
E che nel nostro paese vige un regime che fa del garantismo la sua solida base comunitaria e civile.
Il ruolo del Presidente Mattarella
E che Mattarella ha tenuto a ribadire di fronte al paese ed alle nazioni che sono insorte per l’arresto e la messa in stato di accusa di Carole Rakete, poi revocato.
“In Italia vige la separazione dei poteri” ha ribadito, rassicurando con queste parole anche le interferenze dei governi stranieri, che si erano levate a fronte dei giudizi preventivi e colpevolisti del vice presidente leghista.
L’ordinanza del Gip di Agrigento ha confermato che nel nostro paese vi è una autonomia di giudizio della magistratura come assicurato appunto dal Presidente Mattarella, non a caso Presidente del Csm e garante della sua indipendenza.
Insomma la vicenda della Sea Watch dimostra che l’Italia piuttosto che essere figlia di Salvini, è figlia di Mattarella, per fortuna.
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