Le illusioni della politica. Il remake di Speranza e di Di Battista, le priorità degli Italiani
di Vincenzo Pino
Qualcuno pensa di rassicurarci con la motivazione che in fondo la Lega rappresenta solo il 17% degli italiani, considerando le astensioni delle ultime elezioni europee.
Ma gli stessi non considerano il rovescio della medaglia e cioè che il centro sinistra nelle sue varie componenti vale allora solo il 13%.
Attenzione quindi allo strabismo aritmetico nel far politica ed alle facili illusioni delegittimando i risultati altrui e nascondendo sotto il tappeto i propri.
Di queste operazioni è maestro Speranza il quale invita, dalle colonne di Huffington Post, a risolvere la crisi del centro sinistra con una bella assise unitaria in autunno tra Pd e MdP. Da cui ripartire per conquistare la maggioranza del Paese.
Cosa evitare per il rilancio del centrosinistra
Modello quella del teatro tenda a Roma quando incoronarono Grasso, la cui fine è nota. Per cui lo sconsiglierei vivamente a Zingaretti.
Speranza, in un mix di furbizia ed ingenuità, volge sempre lo sguardo al futuro per non rispondere mai dei risultati fallimentari delle sue scelte politiche. E propone ancora merce scaduta ed avariata che non si sa in base a quale criterio debba essere ancora utile.
Racconta, per comprovare la narrazione, di avere raccolto un milione di voti alle elezioni del 2018. Invece questa cifra è stata appannaggio di quattro schieramenti politici.
Ricordiamo, infatti, che Leu era la somma di Possibile, della componente di Grasso, dell’ex Si di Fratoianni ed appunto di Mdp. E solo MdP condivide un eventuale rientro nel Pd. E quindi quanto meno questa cifra dovrebbe essere decurtata di tre quarti.
E forse anche di più, visto che i candidati MdP alle recenti europee hanno ottenuto 80mila voti tra quelli di Paolucci e della Guerra. E con questi chiari di luna arrivare al 2% sarà un miracolo, se non una speranza vana.
Ragionamenti
Ma nel corso del ragionamento, Speranza si sofferma anche sul risultato delle amministrative, dove ha avuto l’ardire di affermare che “in Sardegna si è affermato un nuovo centrosinistra” sottintendendo quello a trazione zingarettiana.
Al contrario, invece, abbiamo perso le amministrative a Cagliari per uno spostamento a sinistra che ha tagliato fuori il Partito Sardo d’Azione, passato al centro destra, e l’assenza di liste civiche del centro democratico.
Quindi un ragionamento fuori dal mondo e farlocco, il suo, volto soltanto a farlo rientrare nel gioco politico mentre non ha nessuna carta valida in mano. Ma poi dice espressamente qual è, secondo lui, la vera carta vincente: l’alleanza coi Cinque Stelle.
E qui deve essersi trovato a suo agio nell’essere intervistato da De Angelis che predica questa stessa vulgata dal 4 marzo del 2018.
Peccato però che anche i Cinque Stelle siano ormai merce scaduta. Da un lato incollati al carro salviniano per resistere in questa legislatura e, dall’altro, bombardati da chi in politica vuole rientrare immediatamente dopo il fallimento delle sue velleità di scrittore: Di Battista. Dinamica che li porterà presto all‘implosione.
Ecco, Speranza e Di Battista (qui la recente intervista con la Annunziata) sono l’espressione di questa politica chiacchierona, inconcludente che guarda sempre agli errori degli altri mentre non valuta i disastri propri. Sono sempre costoro allo “statu nascenti” di alberoniana memoria, incapaci di valutare la realtà sulla base di un’esperienza rielaborata e di dati concreti.
Con questa compagnia non si va molto lontano in termini di consenso ma si potrà solo assicurare un seggio al Parlamento a loro stessi. E questa è la loro sola aspirazione visti i tempi magri che corrono.
Quale speranza vera per il centrosinistra
Se il centrosinistra vuole recuperare rapidamente invece di inseguire l’inconcludenza bersanian-speranzosa, fissi con chiarezza tre o quattro punti di un programma credibile. E su questo incalzi il governo invece di esserne al rimorchio oppositorio.
Si raccordi con le preoccupazioni degli italiani che vedono nell’assenza di lavoro, come dicono sondaggi e dati, la maggiore incertezza per il Paese nel 2019. Costantemente da inizio anno ad oggi.
Si colleghi con imprese, organizzazioni sindacali, volontariato, terzo settore per costruire una piattaforma condivisa per creare nuova occupazione di qualità intervenendo innanzitutto dove questa carenza generi disagi.
A cominciare da quella in campo sanitario, dove mancano circa 10 mila medici nelle strutture pubbliche. Di questo discutono gli italiani temendo che questa carenza determini per loro, specie per i più anziani, una assenza di servizi.
Creando così una saldatura tra le priorità degli italiani che non sembrano essere più, a differenza dell’anno scorso, essenzialmente interessati a sicurezza ed emigrazione.
Di questa forza politica avrebbe bisogno il Paese. Una forza di governo con proposte e costanza di azione, ora e subito. Per schiodare quelli che sono rifluiti nell’astensionismo e a cui sembra non pensi più nessuno. Sono invece loro la vera scommessa per le prossime elezioni: il 40% dell’elettorato. Altro che i decimali di Speranza e di Di Battista.