Campo ristretto Pd: le sconfitte in Sardegna e a Cagliari. Ovvero “il campo largo” che non c’è per niente
di Vincenzo Pino
Si è imputata a Renzi la responsabilità di aver ristretto negli anni passati il campo delle alleanze del Pd a causa della pretesa vocazione maggioritaria da lui impressa all’azione politica.
Se ne sono occupati Smeriglio e Speranza a rilanciare questo assioma dopo le elezioni amministrative del 2019, vantando i successi conseguiti grazie alla risorsa del campo largo avviata da Zingaretti.
Il primo con un articolo su Democratica, dopo i ballottaggi di domenica passata, il secondo con una dichiarazione su Tg1 in cui vantava il successo delle elezioni amministrative di quest’ultima domenica in Sardegna.
Considerazioni del tutto inesatte se si pensa che alle amministrative della passata settimana si sono perdute Ferrara e Forlì, oltre a quaranta amministrazioni che dal centrosinistra sono passate al centrodestra.
Ma dove la sublimazione della irriverenza alla storia e alla aritmetica elementare arriva a livelli incomparabili è quanto detto da Speranza in relazione alle elezioni sarde.
Il centro sinistra perde adesso il Comune di Cagliari (si spera ancora nel ri-conteggio e nella possibilità di ballottaggio) perché ha ristretto il suo campo di alleanze, rispetto al periodo renziano.
Il campo largo per il centrosinistra c’era prima
Nel 2016, alle ultime amministrative, il candidato Zedda vinse al primo turno con il 50,8% dei voti, grazie all’apporto del Partito Sardo d’azione che contribuì con il 7% dei voti a questa vittoria risultando il terzo schieramento del centrosinistra dopo Pd e Campo democratico.
Nel 2019 questo Partito è passato nel campo di centro destra ed ha contribuito dapprima a far vincere le regionali al centro destra risultando il secondo partito della coalizione col suo 9,9% dei voti.
Risultato poi bissato domenica alle amministrative di Cagliari col 9,6%. Vedi Repubblica
Quindi risulta del tutto falsa la ricostruzione che in passato si è fatta dell’azione di Renzi che con la sua vocazione maggioritaria avesse ristretto il campo delle alleanze. Mentre alla prova dei fatti, vedasi appunto i casi Sardegna e Cagliari, risulta vero l’opposto.
È la sinistra ad aver ristretto il campo delle alleanze, in particolare dove la sua incidenza è più forte, ed a determinare le sconfitte del centrosinistra. Si pensi al peso specifico che esercita Zedda in Sardegna ed a Cagliari.
Al contrario, come emerge dai fatti, quando il Pd esprimeva la sua ispirazione maggioritaria riusciva ad aggregare intorno a sé sia le forze di sinistra che di centro.
Il modello Lazio ccon il centrosinistra di Zingaretti sconfitto
E questa definizione farlocca di campo, agitata dagli Smeriglio e dagli Speranza di turno non è nient’altro che l’affermazione del modello-Lazio dove si è provveduto ad escludere il centro democratico della Lorenzin perdendo così 300mila voti, il 9% in percentuale e la maggioranza assoluta in Consiglio regionale. Ma che ha fatto acquisire a Smeriglio il ruolo di vicepresidente di Regione.
Il modello di un centrosinistra perdente, costretto in permanenza ad un ruolo di minoranza o che debba necessariamente appoggiarsi alla benevolenza pentastellata per governare.
Il convegno della minoranza renziana ad Assisi ha posto questo tema ancor prima dell’esito del voto alle comunali in Sardegna che ne confermano la pregnanza.
Si ritorna alla vocazione maggioritaria aperta, attrattiva e vincente o si restaura una sorta di frontismo mascherato costretto a propagandare le sconfitte per vittorie?
A questo dovrebbe rispondere la direzione del Pd di oggi. È questa la chiarezza di linea politica che si chiede a Zingaretti.
Sul tema vedi anche: Zingaretti i nodi al pettine