La sconfitta alle amministrative deve far riflettere sulle alleanze nel centrosinistra e sulla necessità di raccogliere voti nell’area dell’astensione
di Vincenzo Pino
Non è stato certo un successo quello delle amministrative 2019 per il Pd ed il centro sinistra.
Sui 197 comuni sopra i quindicimila abitanti andati al voto, ne riconquista 112 pari al 55%, ma ne perde 40 rispetto alle elezioni precedenti, cioè meno il 26%.
Il risultato non si presta ad equivoci. Conferma la tendenza alla perdita registratasi negli ultimi tre anni.
Particolarmente pesante è stata infatti la sconfitta nelle regionali del Piemonte con uno scarto impressionante rispetto al centro destra come pure nelle storiche roccaforti di Ferrara e Forlì.
Unico motivo di soddisfazione certamente è stata la riconquista di Livorno.
Il controcanto di Smeriglio
Come faccia a dire Smeriglio su Democratica che si sia invertita una tendenza grazie all’affermazione di liste unitarie, non è dato capire.
Vi è un’enfasi fuori luogo in queste parole se è vero che nella principale città dove il centro sinistra ha perduto si è presentato contrapposto a +Europa. al primo turno. Anzi per ricostruire la storia sono stati i personaggi come Smeriglio ad impedire molti percorsi unitari, in passato.
Ricordo gli esempi del Lazio del 2018, quando si impedì da parte di Leu, la confluenza delle liste cattolico moderate della Lorenzin a sostegno della candidatura di Zingaretti. E lui fu il principale protagonista dell’operazione, ottenendo poi la vicepresidenza della Regione
Che furono vinte per il rotto della cuffia con il 31,9% grazie alla rottura del centro destra ed alla candidatura di Pirozzi con un solo punto di scarto sul centro destra e con trecentomila elettori persi dal centro sinistra rispetto al 2013.
Ed anche quella fu chiamata vittoria anche senza la maggioranza in consiglio regionale. Come pure in Lombardia dove LeU presentò un proprio candidato presidente della Regione espressamente contro il candidato del centro sinistra Gori. E quest’ultimo godeva anche dell’appoggio di Pisapia.
Per cui caro Smeriglio, coordinatore dei comitati Piazza Grande, non si accettano lezioni di unitarismo peraltro basati su falsi storici così pacchiani.
Il raffronto col 2014
Ma quello che certa sinistra non vuole ricordare è il raffronto tra elezioni ed elezioni omogenee che dimostrano la pochezza di certe argomentazioni.
Se eravamo così poco unitari e perdenti com’è che nel 2104, il centro sinistra aveva 162 amministrazioni su 243 mentre ora con sole 112 su 197 è un grande successo unitario?
La verità è ben altra, è che si è operato per distruggere la vocazione maggioritaria del Pd.
Vocazione che si è realizzata pienamente nel 2014 con la vittoria sonante alle elezioni europee con quasi il 41% dei voti (1 milione e seicentomila voti in più del 2013), ed il trionfo in quasi tutte le amministrazioni (l’82% allora rispetto al 55% di oggi).
E stupisce che continuino a fare lezioni sul consenso elettorale coloro che hanno intrapreso scelte che si sono dimostrate fallimentari.
Basta studiare i flussi elettorali per concludere che i voti dei cinque stelle, non ritornano neanche con gli spostamenti a sinistra del Pd.
La conferma è l’insuccesso di Leu nel 2018, formazione che si disse fosse nata con questa mission. E che si è dissolta nel giro di alcuni mesi.
Ed è stato confermato nelle Europee, dove i flussi in uscita del voto penta stellato vanno prevalentemente verso l’astensione e la Lega nonostante la più marcata caratterizzazione di sinistra del Pd zingarettiano.
Per cui si dimostra che non è certo andando a cercare voti in quella direzione che il Pd può essere competitivo contro il centro destra a trazione leghista, visti i quasi venti punti che li distanziano.
La storia questa sconosciuta
Solo quando il Pd ha avuto un vero profilo programmatico di centro sinistra in particolare nel 2014 è stato da un lato attrattivo verso gli elettori, vedi le elezioni europee e dall altro largamente unitario verso altre culture e sensibilità come sempre il successo delle elezioni amministrative del 2014 hanno ribadito.
Queste sono le lezioni della storia che una certa sinistra ideologica non vuole imparare.
Trasformando le vittorie reali in sconfitte della purezza ideologica come nel 2014 quando si disse che aveva vinto il Partito della nazione e non certo la sinistra.
Mentre oggi ci godiamo Salvini e Di Maio.
Per chi voglia confrontare i risultati di questo turno con quello delle amministrative 2014 vedi Risultati amministrative 2014 Repubblica .
Nel testo, Massimiliano Smeriglio. Foto tratta da Wikipedia. Di dati.camera.it, CC BY 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=32839625
In copertina, Ferrara. Photo by Eugene Zhyvchik on Unsplash