Forte partecipazione al voto. L’affermazione della Lega alle europee non fa da traino al secondo turno
di Vincenzo Pino
Il primo dato che emerge dal recente appuntamento delle amministrative è la forte partecipazione al voto. Nel primo turno, infatti, si è registrata una percentuale del 68% nei comuni dove si è anche votato alle amministrative.
Il risultato di quasi 20 punti in più, rispetto al dato nazionale della contemporanea consultazione delle Europee fa comprendere l’effetto traino esercitato dal voto amministrativo da cui i cinque stelle si sono largamente esclusi, essendo presenti in 147 Comuni su 3580 che si rinnovavano.
Emerge perciò che l’attrattività di questo appuntamento è determinato dalla visibile posta in gioco per i cittadini, quella del governo del territorio, dei servizi e della qualità della vita.
Se aggiungiamo a questo il particolare meccanismo elettorale di tipo maggioritario si ha una ulteriore spinta alla partecipazione perché si ha chiaramente il senso del voto “utile” che serve non solo a testimoniare appartenenze ma a governare in base a valori e programmi.
Ed infatti la partecipazione ai ballottaggi è stata del 52% ancora superiore al dato nazionale delle Europee.
Maggiore partecipazione tra primo turno e ballottaggi
Una sfida siffatta e chiara rende più appassionante l’espressione di voto anche nelle occasioni in cui la coalizione di appartenenza non arrivi al ballottaggio e ci si riserva in buona parte ed in seconda istanza di appoggiare quello schieramento che si sente più vicino e che si può far vincere.
Questo è successo ad esempio a Campobasso, dove il candidato cinque stelle, distanziato da quello di centro destra di 16 punti percentuali al primo turno è riuscito a sopravanzarlo di 38 al secondo, grazie anche all’apporto degli elettori di centro sinistra.
E questo stesso fenomeno era avvenuto qualche mese fa negli stessi termini a Caltanissetta in Sicilia.
Si riequilibra il bipolarismo centrodestra-centrosinistra dopo l’exploit di quest’ultimo del 2014
Veniamo ora più specificamente all’esito politico del voto, sui 25 capoluoghi in cui si è votato.
Il centrosinistra vince in tredici comuni capoluogo, segue la destra con undici, mentre i Cinque Stelle conquistano un solo comune.
Il centrosinistra si presentava all’appuntamento con diciotto amministrazioni uscenti.
Di queste ne perde sette a favore del centrodestra ed una a favore dei cinque stelle, mentre ne recupera due ai Cinque Stelle, Livorno ed Avellino, ed una al centro destra Rovigo.
I Cinque stelle perdono le due amministrazioni uscenti, Livorno ed Avellino e conquistano Campobasso a discapito del centrosinistra.
Mentre il centrodestra, conquista sette amministrazioni solo a discapito del centrosinistra perdendo però Rovigo.
All’interno dell’affermazione generale del centrodestra, c’è un successo indubbio della Lega che passa da due a cinque sindaci.
L’affermazione più corposa della stessa Lega è in Emilia-Romagna, a Ferrara e Forlì, dove espugna due dei quattro capoluoghi della Regione. Preparandosi così ad insidiare la Regione che andrà presto al rinnovo della giunta regionale.
La Lega segna il passo in Toscana, nessun capoluogo conquistato, ed in Lombardia dove vince solo a Pavia, sui quattro capoluoghi in palio.
Le grandi città e le periferie nelle Amministrative 2019 compresi i ballottaggi
In definitiva si è registrato un esito molto più equilibrato di quanto il risultato alle Europee facesse pensare, con una leggera prevalenza del centrosinistra che si assicura, ad eccezione di Ferrara, i capoluoghi più importanti come Firenze, Bari, Modena, Reggio Emilia e Bergamo mentre stenta di più nei comuni a dimensione media.
Ma su questo occorreranno riflessioni più congrue evitando le banalità di un Pd asserragliato nei quartieri bene delle città. Il voto di Firenze e Bari dimostra l’esatto contrario visto che sono state le periferie a trainare maggiormente al successo del centrosinistra. Semmai c’è da riconsiderare il ruolo e l’identità di comunità a prevalenza operaia che passano al centrodestra.
Dopo Terni, qualche mese fa, ora è la volta di Piombino. Mentre nel Comune toscano dove con più forza aveva puntato la Lega, cioè Prato, w c’è la maggior concentrazione di lavoratori ed aziende cinesi, la Lega non passa. Nessun effetto traino del voto Europeo alla Lega anzi qualche sorpresa
I titoli dei giornali oggi sono dedicati alla vittoria a Ferrara della Lega ed alle dichiarazioni di Salvini. Mettono in secondo piano il fatto che in questo secondo turno la vittoria alle Europee col 34% non ha realizzato quel traino verso il voto amministrativo a suo favore né a favore del centrodestra.
In realtà ha riconfermato quelle amministrazioni dove al primo turno era in largo vantaggio ma con un sostanziale ridimensionamento dello stesso al secondo e perfino qualche ribaltamento.
Come confermano le sorprese di Campobasso e di Rovigo dove il centrodestra, che ha perso i ballottaggi, superava di 10 punti il M5S e di 16 punti il centrosinistra al primo turno di quindici giorni fa.
In copertina, foto del neo sndaco di Livorno Luca Salvetti diffusa durante la campagna elettorale.