La nuova direttrice giganteggia partendo dai lavoratori del teatro e dalla fondatrice Margherita Biondo. Il titolo del cartellone è “Traghetti”: incroci di culture e sinergie con i teatri e le istituzioni del territorio
di Gabriele Bonafede
“Io mi sono presentata poiché me lo hanno chiesto i lavoratori di questo teatro, non riesco a dirlo senza commuovermi, grazie”. E aggiunge, “mi hanno chiesto di partecipare al bando ‘perché lassasti ciavuro’ (hai lasciato il profumo, ndr)…”.
Così esordisce Pamela Villoresi alla prima uscita quale direttrice del Teatro Biondo di Palermo. Il vernacolare è a volte complesso da tradurre, e qui va con “Ci hai conquistato con lo charme, l’amabilità, la competenza, l’arte…”.
Nominata all’unanimità da un CdA di fatto regionale, confida a tutti: “Mi tremano i polsi, perché le aspettative sono tante, spero di esserne all’altezza”.
E poi ricorda il fondatore Andrea Biondo, scomparso esattamente 80 anni fa e soprattutto l’altra grande donna di teatro che segna il percorso del teatro palermitano fin dalla fondazione: Margherita Biondo.
“Lo spirito di Margherita è qui, tra le quinte, sul palcoscenico, sempre presente, lo dicono i lavoratori del Biondo”, aggiunge. E sembra vero. Così come è vero il sogno che si realizza, questa prima direzione al femminile per lo Stabile di Palermo.
Sembra vero, concreto, anche il sogno realizzabile. Ovvero un Teatro Biondo che superi sé stesso dopo cinque anni di rilancio, altro sogno avverato, grazie a Roberto Alajmo. Il quale è citato dalla stessa Villoresi, annunciando la presenza dei suoi testi. Insomma, Pamela incanta. Tanto da essere coinvolti in questo profumo di sogno, fin dall’inizio. E persino in contrasto con la tendenza a ridurre spese e sogni da parte dei soci…
Così, la Villoresi è lungamente applaudita alla conferenza stampa allargata a quelli che si possono definire “stakeholder”, ovvero i soci, gli sponsor, le istituzioni coinvolte, il pubblico, nel tentativo di miglioramento sugli ottimi risultati costruiti nei cinque anni di direzione Alajmo. L’obiettivo è chiaro: la “Serie A” del teatro, posto che non ci saranno, nel mondo del teatro italiano, le stesse nefandezze che abbiamo visto in questi giorni nel mondo del calcio. E posto che non ci saranno lotte intestine all’interno degli stakeholder.
Al di là di tutto, il tentativo qui parte bene a giudicare dalla verve della Villoresi e da un programma che è ricco di innesti su una base già predisposta dalla precedente gestione.
Innesti che ampliano e allargano temi e connessioni, e soprattutto puntano su un “gioco di squadra”, e sulla costruzione di una vera e propria rete di collaborazione a scala cittadina e territoriale nell’ambito teatrale e dello spettacolo. Come auspicano, d’altronde, il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, e il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando, in lodevole sintonia su molti punti nonostante le diverse provenienze politiche.
Tutti pazzi per Pamela
Insomma, la Villoresi porta un vero e proprio Profumo di Teatro, con la P e la T maiuscole, essendo praticamente uno dei pilastri del teatro in Italia per riconosciuto e intenso contributo artistico, manageriale e culturale a scala nazionale e internazionale. E lo dimostra. Giganteggiando in una presentazione della sua prima stagione al Biondo nella quale può far sentire la sua presenza e il suo lavoro. Lavoro che è già partito da un mese circa e che l’ha vista impegnata alla quadratura del cerchio: tanta carne al fuoco ma un bilancio che si regge sempre più sulle forze del Teatro stesso e sempre meno nei contributi pubblici.
La Sala Strehler è strapiena, l’attesa aveva ingrossato le fila di chi vuole sapere, il personaggio creava, crea e creerà senz’altro interesse. Eccome. Tutti pazzi per Pamela, si potrebbe dire. E lei non delude. Anzi, affascina, contende, sorprende anche in sincera umiltà laddove potrebbe invece strafare.
La stagione avrà come titolo “Traghetti”, immaginando il Biondo come un «Teatro delle Culture». Vuole trasmettere il senso del viaggio, del traghettamento tra epoche e generazioni diverse, di un dinamismo che riflette lo spirito della nostra epoca: “Umanità in movimento – afferma – per fame, per paura, verso la pace, la dignità; per sapere, per conoscere, per crescere, per non morire. Le culture come veicoli, strumenti, motori, ponti: traghetti. Noi partiamo da Palermo, noi approdiamo a Palermo.”
Pamela sul traghetto, ecco come
Una stagione ricca di eventi, dunque. Ci saranno ben 34 spettacoli, ovvero 13 in più della scorsa stagione, distribuiti nella Sala Grande, nella Sala Strehler e al Teatro Montevergini, che sarà riaperto al pubblico.
Tanti grandi nomi del teatro italiano sono in cartellone: da Gabriele Lavia a Glauco Mauri, da Elisabetta Pozzi a Franco Branciaroli, da Mariano Rigillo a Maddalena Crippa, da Emma Dante a Roberto Andò con Vincenzo Pirrotta, da Mascia Musy a Davide Enia. Ma anche della scena internazionale da Jan Fabre a Shantala Shivalingappa, interprete di Pina Bausch.
Alla grande coreografa tedesca, scomparsa dieci anni fa, il Biondo diretto da Pamela Villoresi dedicherà un articolato progetto in collaborazione con il Teatro Massimo, che prevede una mostra, la proiezione di un film inedito su Palermo Palermo e un laboratorio finalizzato alla riproposta dello spettacolo, realizzato trent’anni fa per la città di Palermo, che sarà interpretato anche da danzatori siciliani, dopo un training coordinato dai maestri della compagnia del Tanztheater Wuppertal.
Tra gli eventi più spettacolari della nuova stagione, in occasione dei 500 anni dalla morte, il Biondo proporrà Leonardo della compagnia NoGravity di Emiliano Pellisari, che darà forma agli straordinari progetti dell’artista italiano, un mix di danza, illusionismo e acrobazia che rievoca le fantasticherie del teatro rinascimentale.
Tra le proposte internazionali, arriva a Palermo per la prima volta il poliedrico e discusso artista fiammingo Jan Fabre, con lo spettacolo autobiografico The Night Writer, affidato alla straordinaria interpretazione di Lino Musella, mentre Shantala Shivalinguppa interpreterà Swayambhu.
Apprezzata interprete di kuchipudi, danza indiana classica, nervosa e raffinata nei suoi cambi di ritmo, Shantala riesce a creare spettacoli originali, facendo dialogare tradizione e modernità. Nella sua danza nei quali si intravedono le molteplici influenze di cui è intessuto il proprio percorso artistico: da Maurice Béjart a Bartabas, da Peter Brook a Pina Bausch.
Tra le produzioni del Biondo, hanno una particolare valenza sociale Bengala a Palermo e Non tacere. Il primo è un progetto di Daniela Morelli affidato alla regia di Marco Carniti, che coinvolgerà la vasta comunità indiana della città. Laboratori, incontri, interviste, racconti, documentati dagli allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia, confluiranno in uno spettacolo basato sulle storie degli indiani a Palermo, sulla loro cultura e sui rapporti con la città.
Non tacere è una trilogia sul femminicidio dedicata a Pippa Bacca, Ilaria Alpi e Palmira Martinelli. Tre modi di essere radicalmente donne, fino al sacrificio e alla rinascita.
In cantiere anche un originale allestimento del Marat Sade di Peter Weiss, affidato alla regia e all’interpretazione di Claudio Gioè. Presentato quale potente riflessione sullo scontro tra ragione e sentimento, tra senso dello stato e libertà individuali: “Mi sembra – afferma Gioè – che una riflessione sul senso della rivoluzione francese che provenga dal sud d’Europa oggi possa essere utile e necessaria.”
Tra le altre produzioni e coproduzioni troviamo innanzitutto Esodo, il nuovo spettacolo di Emma Dante interpretato da Sandro Maria Campagna e dagli allievi attori della “Scuola dei mestieri dello spettacolo”, che inaugurerà la stagione il 25 ottobre. Però dopo il debutto in prima assoluta (il 4 luglio) al Festival dei 2 Mondi di Spoleto.
C’è anche la ripresa de L’abisso di Davide Enia, appena insignito del “Premio Hystrio Twister”. Inoltre ci sarà Sei di Scimone e Sframeli ispirato ai Sei personaggi di Pirandello. Pamela Villoresi porta a Palermo anche I giganti della montagna di Pirandello nella messa in scena di Gabriele Lavia.
Interessante L’ultima notte del Raìs di Yasmina Khadra per la regia di Daniele Salvo, così come To play or to die di Giuseppe Provinzano. Torna anche Nel nome del padre di Luigi Lunari per la regia di Alfio Scuderi e sarà in scena Il contrabbasso di Patrick Süskind per la regia del tedesco Henning Brockhaus.
Infine, ci sarà Viva la vida, tratto dal romanzo di Pino Cacucci sulla vita e l’opera di Frida Khalo, che sarà interpretato proprio da Pamela Villoresi. Qui va sottolineato che la nuova direttrice non si autocelebra in uno spettacolo in Sala Grande, ma sceglie la più piccola Sala Strehler, tra l’altro intestata al suo maestro. Dimostrando una grande sensibilità, anche perché nelle rappresentazioni in Sala Strehler il rapporto con il pubblico è molto più vicino e coinvolgente.
Accordi e collaborazioni
Grazie a un accordo col Piccolo Teatro di Milano sarà in stagione anche il mitico Arlecchino servitore di due padroni di Carlo Goldoni nello storico allestimento di Giorgio Strehler, mentre Pamela Villoresi annuncia di avere ottenuto i diritti per il riallestimento di un altro celebre spettacolo strehleriano: L’isola degli schiavi di Marivaux.
Sono numerose le collaborazioni con istituzioni culturali e strutture del territorio che la nuova direzione del Teatro ha già avviato o perfezionerà nel corso della stagione. A partire dall’Università degli Studi di Palermo, in vista della trasformazione in corso di laurea della Scuola di teatro. Il rettore, Fabrizio Micari, vorrebbe iniziare già dal 2020.
Collaborazione anche con il Centro Sperimentale di Cinematografia sede di Palermo per la realizzazione di documentari legati alle produzioni teatrali. E soprattutto con il Teatro Massimo di Palermo per la realizzazione di scene e costumi e per un articolato progetto di formazione professionale e promozione culturale
Continua la collaborazione già più che avviata da Roberto Aljamo con il Piccolo Teatro di Milano, adesso ampliata per la realizzazione di corsi professionali. E poi con l’Accademia di Belle Arti per la realizzazione di scenografie e per la grafica della stagione; con il Teatro Libero di Palermo, il Festival del Teatro Bastardo, le Orestiadi di Gibellina, l’Inda, il Festival delle Letterature Migranti, l’Associazione Amici del Teatro Biondo.
Verso un circuito dei teatri siciliani?
Inoltre, il Biondo si farà promotore della nascita di un circuito dei teatri siciliani, con lo scopo di rilanciare spazi e risorse del territorio.
Per il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando, la nuova stagione del Biondo “conferma la grande sintonia fra la nuova Direzione e la città. Una sintonia culturale e di prospettiva prima di tutto e che vuole procedere nel solco del rilancio già avviato con la precedente Direzione. Quella che presentiamo è una stagione che affonda le sue radici nella città e nella sua dimensione interculturale.”
“Una stagione teatrale – continua Orlando – che con le parole della Direttrice fa proprio fino in fondo il nostro ricordare che a Palermo ‘Io sono persona, noi siamo comunità’, a testimoniare che la cultura e le culture possono essere il motore del cambiamento positivo, dello sviluppo rispettoso dei diritti e delle identità di tutti e di tutti […]. Un Teatro che da Palermo porti con l’arte in Italia ed oltre la nostra visione dell’essere persona e dell’essere comunità”.
Il Presidente della Ragione Nello Musumeci, seduto accanto a Pamela Villoresi nel corso della presentazione, conferma la sua fama di gentiluomo d’altri tempi, nell’aplomb, nelle parole sempre attente: “L’apertura della stagione di prosa del Teatro Biondo di Palermo è un momento di grande riflessione e di rinnovata consapevolezza delle proprie radici insieme all’indicazione di un percorso di rilancio della cultura di una città e del suo territorio.”
Inoltre, Musumeci ricorda che “la direzione artistica del Biondo, affidata per la prima volta a una donna di grande esperienza e sensibilità non può che rappresentare l’inizio di una nuova avventura culturale, il desiderio di altre mete e la volontà di raccogliere le sfide nel racconto della vita e delle sue metafore.”
“Il nome stesso dato al cartellone 2019-2020 – continua – rimanda all’idea del movimento, dell’inclusione, del viaggio, della capacità di ascolto, dell’attenzione nei confronti di realtà sconosciute, del progetto di una rete con i teatri minori dell’Isola, che la Regione Siciliana vuole rilanciare e sui quali ha già investito affinché tornino al loro antico splendore e alla piena efficienza”.
Nel corso della conferenza stampa sono emerse anche altre proposte da parte della stampa che però devono essere valutate alla luce delle risorse disponibili. Tra questi, ad esempio, una rappresentazione o una conferenza su Leonardo Sciascia a trent’anni esatti dalla sua scomparsa, avvenuta nel novembre del 1989.
L’appuntamento per una presentazione più approfondita e forse più “tecnica” della stagione 2019-2020 del Biondo è per giugno. Quando il cartellone “Traghetti” sarà presentato a un pubblico più ampio e magari con più spazio alle domande dei giornalisti. Intanto, godiamoci questa rinnovata brezza di Profumo di Teatro.