La scoperta ha dell’incredibile e se ne potrebbe scrivere un libro. Anzi, un’intera enciclopedia
di Gabriele Bonafede
Un enorme scantinato colmo di milioni di pupazzetti di Zorro di varie epoche, tutti ancora impacchettati o comunque mai utilizzati è stato scoperto per caso. A occhio e croce dovrebbero essere qualcosa come 49 milioni di piccoli Zorro, prevalentemente in plastica, dal costo di circa un euro ognuno o uguale controvalore in lire.
Molti, infatti, risalgono ai tempi in cui c’era ancora la Lira e non l’Euro. I più antichi, risalirebbero ad almeno 35-40 anni fa. La scoperta è stata fatta proprio ieri.
Ci si chiede chi e perché abbia potuto spendere una tale cifra per giocattoli poi mai utilizzati.
Probabilmente una mania, o qualcosa di simile. Problemi difficilmente gestibili o per lo meno di insoddisfazione fin da bambino? Forse un trauma in tenera età? Possibile.
Fatto sta che la scoperta ha dell’inverosimile. Ma l’Italia, oggi come oggi, è il Paese dell’inverosimile. Un Paese che non consce più la propria storia, i propri drammi le proprie tragedie.
Un Paese che è sì pieno di cultura e di arti, ma che ha un tasso di analfabetismo funzionale di dimensioni colossali. Un Paese che non sa più d’essere stato fonte di emigrazione, e che in larga parte non accetta l’immigrazione di chi è oggi come lo sono stati gli italiani fino a ieri. Anzi, come sono molti giovani italiani anche oggi: migranti.
Un Paese dove l’ingiustizia rischia di trasformarsi in repressione. O forse si è già trasformata in repressione da regime, laddove la libertà d’opinione e di parola non la si può più esprimere liberamente ad esempio con lenzuoli e cartelli di protesta.
Curiosamente, i pupazzetti di Zorro sono stati trovati in uno scantinato. Il che, se non direttamente, per lo meno indirettamente evoca aspetti psicologici inquietanti.
Pupazzetti di tutti i tipi: con il cavallo, senza cavallo, con la spada sguainata verso l’alto oppure in orizzontale. Ma con una costante: la maschera, il cappello, il mantello, la divisa rigidamente nera.
Al momento della scoperta, si è avuta una sensazione strana di già visto. Come se si fosse nella macchina del tempo, oppure nel film “Ritorno al futuro” (qui un esempio). Tornano in mente strane coincidenze e non solo cinematografiche, ma anche letterarie e televisive. Tanto che, pare, il web si sia scatenato a commentare l’accaduto.
Si spera che il fautore, o i fautori di questa incredibile “collezione” non abbiano mai avuto grandi responsabilità di dirigenza o in politica. Perché, se così fosse, chissà quali danni ha fatto un simile collezionista. Oltre al dispendio finanziario che è semplicemente gigantesco, si evince infatti un quadro psicologico a dir poco particolare.