È passato quasi un anno da quando Salvini è ministro degli interni. I risultati sono fallimentari e lui tenta di attirare l’attenzione su altri temi
di Gabriele Bonafede
Una bambina colpita dai camorristi mentre si ammazzano fra loro. Decine di altri bambini che affogano tra le onde del Mediterraneo. Collaboratori di giustizia minacciati e uccisi. Il Paese in preda all’odio, al fascismo, alla mafia, alla deriva. L’insicurezza che aumenta ogni giorno. Gli omicidi che si ripetono continuamente nelle cronache dei giornali. Gli stadi preda delle organizzazioni criminali. E il ministro dell’interno, al secolo Matteo Salvini, che fa?
Pensa ai grembiulini della scuola, utilizza la professionalità della polizia per sequestrare telefonini che girano selfie non graditi, posta le sue colazioni su twitter, scrive o si fa scrivere libri da pubblicare in case editrici dalla dubbia morale, lancia risibili concorsi per incontrarlo.
Ecco le priorità del “prima gli italiani” per il ministro degli interni peggiore della storia d’Italia dai tempi di Caligola. Un ministro degli interni che è noto assenteista al Parlamento Europeo e adesso anche al ministero.
Un ministro degli interni che umilia la polizia italiana, riducendola a propria guardia del corpo per permettergli solamente fotografie e video graditi alla sua propaganda.
E poi quella storia della cannabis legale da “combattere”, mentre lui si fa fotografare con gli spacciatori ultras del Milan. Oppure la sparata sui grembiulini a scuola, come se fosse anche ministro dell’istruzione, oltre a ministro degli esteri, dei trasporti, della giustizia, della difesa, della caccia, della pesca e della merenda. Insomma, un ministro degli interni che fa acqua spargendola sempre fuori dal pitale.
È passato quasi un anno da quando Salvini è Ministro degli Interni. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Gli italiani vivono nell’insicurezza del presente e del futuro. Le sparate su grembiulini, cannabis legale e selfie dimostrano ogni giorno di più quale sia il livello del suo fallimento. Totale.
Fallimento nella lotta alla mafia, nella gestione dell’immigrazione, nella riduzione della criminalità, nella difesa degli italiani da orde di violenti. Anzi, è proprio il suo comportamento a peggiorare la situazione, palesando legami evidenti e persino propagandati con frange estreme di fazioni aggressive e che si ispirano a ideologie violente e totalitarie.
Salvini va cacciato via, proprio per difendere gli italiani dalla sua nefasta e fallimentare azione di governo, non meno disastrosa di quella espressa da un Toninelli o un Di Maio.