di Gabriele Bonafede
La vittoria per 2-1 ad Ascoli ha entusiasmato l’ambiente calcistico di Palermo, nonostante le nuvole del deferimento. In ogni caso, con un solo punto di distacco dal Lecce, e il vantaggio negli scontri diretti, è lecito, anzi doveroso, sperare ancora nella promozione diretta.
Va anche detto che la bella vittoria al Del Duca non è la sola buona notizia degli ultimi giorni. Ce ne sono almeno altre tre. La prima è che la società ha cambiato proprietà. Stavolta pare sia un cambio di società reale con la Arkus nuova proprietaria.
Sarebbe la fine della gestione Zamparini a tutti gli effetti. Il che, anche se non è detto che sarà una gestione che porti i rosanero ai fasti di una decina di anni fa, sarebbe condizione sine qua non per far tornare un feeling tra pubblico e società. Staremo a vedere.
La seconda buona notizia è che ad Ascoli è arrivata la prima vittoria di Delio Rossi alla guida del Palermo in questo ritorno di fiamma.
Non è cosa da poco, perché sembra che si sia sbloccata la crisi di “pareggite acuta” che durava ormai da tre match. Per giunta, una vittoria che arriva senza Nestorovski in campo, e questa è la terza buona notizia. Il Palermo è in grado di vincere anche senza il proprio capitano, cosa successa poche volte in questa stagione.
La quarta buona notizia, che quasi nessuno ha rilevato, è che la prima uscita con la nuova proprietà coincide con una vittoria di peso. Una vittoria che permette di vincere il torneo di B per quanto riguarda le partite fuori casa e che assegna matematicamente il terzo posto in classifica, oltre alle speranze di promozione diretta. Sempre che non ci siano strascichi dovuti al deferimento, si capisce.
In ogni caso, una promozione sul campo è possibile. E qui ci sono un bel po’ di precedenti, per molte promozioni di altri club ma anche per il Palermo. In molti hanno forse dimenticato l’ultima promozione “non zampariniana”, avvenuta ben 47 anni fa. Fu acciuffata nientemeno che con un pareggio contro una squadra già retrocessa, laddove si doveva vincere.
Si era nel giugno del 1972 con la presidenza Renzo Barbera. Il Palermo guidato dal compianto Ninetto De Grandi, uno dei più forti allenatori nella storia del club, aveva un solo punto in più del Como. Si doveva dunque vincere contro il Sorrento. Si trattava di un avversario già retrocesso matematicamente in C e per giunta in campo neutro a causa della squalifica del campo di Sorrento. I campani onorarono lo sport di fronte a ben 10mila tifosi rosanero che videro la propria squadra incapace di sbloccare il risultato.
Nello stesso momento, il Como giocava a Reggio Emilia contro una forte Reggiana che però non aveva nulla da chiedere al campionato che all’epoca non aveva i play off. Gli emiliani sarebbero arrivati comunque quinti con una vittoria o qualsiasi fosse il risultato.
Anche la Reggiana onorò lo sport, battendo per 2-0 il Como e permettendo così al Palermo di festeggiare la promozione in serie A nonostante non fosse riuscito a sbloccare il risultato con il Sorrento, a pur avendo attaccato per tutto l’incontro colpendo anche un palo. Una vittoria del Como insieme al pareggio del Palermo, infatti, avrebbe comportato uno spareggio con i lariani. Tra l’altro, la vittoria della Reggiana maturò negli ultimi 20 minuti del match.
Questo sabato, 11 maggio, la situazione sarà molto simile. Come nel 1972, al Palermo potrebbe bastare addirittura il pareggio con il Cittadella se lo Spezia, che ha tutto l’interesse a vincere a Lecce, facesse sua l’intera posta contro i salentini. I quali si giocano la promozione diretta in casa in 90 minuti e ciò potrebbe innervosirli non poco. A pari punti, infatti, il Palermo sarebbe secondo e dunque promosso perché ha vinto in casa e fuori con il Lecce nel corso della stagione.
Se il Palermo riesce a battere il Cittadella, anch’esso con l’interesse a fare punti per migliorare la propria posizione in eventuali play-off, al Lecce non basterebbe il pareggio perché verrebbe scavalcato dal Palermo. I salentini hanno dunque bisogno di vincere, come il Palermo, d’altronde.
Quello del 1972 non è il solo caso di una promozione ottenuta dal Palermo negli ultimi 90 minuti. Ne esistono altri, anche se si è trattato di promozioni dalla C alla B e non dalla B alla A. Il più recente nella memoria dei tifosi rosanero riguarda proprio l’ultima promozione tra i professionisti. Si era nel maggio 2001 e fu una giornata altalenante dai tanti colpi di scena. Così la ricorda il giornalista sportivo Pietro Scaglione:
“… Nulla è impossibile. A tal proposito c’è il precedente di quasi 20 anni fa. Era il 12 maggio del 2001, il Palermo era in serie C e ormai era considerato destinato ai Play-off. Ad un certo punto il Palermo segnò contro l’Ascoli, ma una vittoria della capolista Messina ad Avellino (contro una squadra senza obiettivi) avrebbe vanificato tutto.
La tifoseria, dunque, non guardava più la partita del Palermo, ma aveva testa, cuore e orecchie alla partita in Irpinia. Tutti erano incollati alle radioline, perché era lontana ancora l’era degli smartphone. Quando scoccò il Novantesimo minuto, lo stadio ammutolì, perché l’arbitro aveva concesso un rigore al Messina.
Sembrava finita: il Messina si accingeva a segnare il gol del vantaggio, senza che l’Avellino avesse più il tempo per rimontare. Alcuni mestamente si allontanarono dallo stadio e i giocatori in campo si fermarono, fino a quando avvenne l’impossibile: il portiere dell’Avellino parò il calcio di rigore dell’attaccante messinese Torino. Sulla ripartenza, avvenne qualcosa oltre l’impossibile: l’Avellino segnò in contropiede il gol dell’1 a zero, consentendo al Palermo l’insperata promozione in serie B. Lo stadio palermitano esplose di gioia, la curva nord divenne come la torcida argentina e il doppio boato (al rigore parato e al goal effettuato) si sentì fino a Villabate!
Alla fine della partita, un fiume rosanero invase le strade di Palermo per festeggiare quella folle promozione.
Speriamo di rivivere quelle emozioni tra una settimana, dopo Palermo-Cittadella.”
Un finale di campionato, dunque, che si deciderà con partite sconsigliate agli ansiosi. Il pubblico farà la sua parte? A Lecce è ovvio che lo stadio sarà pieno e sosterrà in maniera molto colorita i propri beniamini. Si tratta di una tifoseria che, anche in serie C, ha sempre accompagnato con il pienone la propria squadra. Soprattutto nelle partite importanti.
Diverso è il discorso per il Palermo. Teoricamente si prospetta un pienone anche al Barbera, con molti che vorranno festeggiare una volta che c’è la possibilità di farlo, dopo aver disertato lo stadio praticamente da anni. Ma non è ancora detto che il popolo rosanero si riversi effettivamente sugli spalti.
Comunque vada, sarebbe quanto mai utile il sostegno ai colori rosanero. Come detto innanzi, il Palermo di questa stagione ha fatto meglio di tutti gli altri club lontano dalle mura di casa. I punti per la promozione diretta li ha persi proprio al Barbera, spesso di fronte pochissimi spettatori e praticamente privo del sostegno del pubblico.
Per carità, ognuno ha tutte le motivazioni per non andare allo stadio. Zamparini, le incredibili vicende societarie, i ricordi freschi di squadre stellari… Ma almeno il sostegno nei 90 minuti finali dovrebbe essere quasi un dovere, quanto meno per sentirsi attaccati alla propria città. E lo stesso vale negli eventuali play-off.
Vedremo come andrà.
In copertina, una formazione del Palermo che conquistò la promozione in serie A nel 1972. Di sconosciuto – L’angolo della Serie B – 1971-72, La nostra Serie A negli anni 70., Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=2703370
Una formazione del Palermo nella stagione 1971-1972, 3º classificato nel campionato italiano di Serie B (promosso in Serie A) ed eliminato al primo turno di Coppa Italia. Da sinistra, in piedi: S. Girardi, G. Palanca, S. Vanello, E. Ferrari, F. Landri, S. Landini (capitano); accosciati: I. Arcoleo, L. Di Francesco, I. Sgrazzutti, E. Favalli, F. Ferrario.
Qui un filmato di quella promozione nel 1972