Dal caso Ilva alle elezioni siciliane, alla Spagna, al salario minimo, ai sondaggi, a Pizzarotti: una settimana da incubo per Di Maio
di Vincenzo Pino
Da semplice cittadino io mi sarei nascosto in qualche anfratto per mesi dopo essere stato sbugiardato in diretta streaming per le falsità propagandate sulle emissioni tossiche all’Ilva.
Aver annunciato che grazie alla sua efficace azione le emissioni sarebbero diminuite del 20%, mentre invece sono aumentate di gran lunga come ha dimostrato il professore Marescotti citando i dati di Arpa Puglia, è roba da nascondersi. Roba indegna per un Ministro della Repubblica.
Un milione e mezzo di cittadini, almeno, ha osservato questa scena riproposta dal Corriere, di Repubblica, su youtube ed in Tv su Fratelli di Crozza. Che per l’occasione ha realizzato il record di ascolti.
Qui il nostro articolo con annesso video.
Invece di vergognarsi e di abbandonare la scena, Di Maio ha recuperato immediatamente la sua vocazione all’onnipotenza delirante. Ha infatti posto la pregiudiziale della redenzione al Pd nel caso volesse discutere di salario minimo in Parlamento. Al momento esistono disegni di legge depositati sia dal Pd sia dai Cinque Stelle in materia. Cosa c’entra la normale attività parlamentare con le liturgie da indulgenze non è dato sapere.
Forse il leader dei Cinque Stelle ha perso il contatto con la realtà e con i propri comportamenti reali se l’unico “redento” di cui può vantarsi lo stesso è il pregiudicato bancarottiere Siri. Ammesso, grazie alla indulgenza di Di Maio, alla composizione del “primo” governo degli onesti nella storia d’Italia. Cosa di cui ora si è pentito. Autoassolvendosi, però.
Magari avrà redento e perdonato il sindaco di Bagheria?
Il capo politico dei Cinque Stelle, infatti, non considera come elemento di valutazione i problemi giudiziari a tal proposito. Né tantomeno i trascorsi al governo del redento, particolarmente impegnati nell’azione di lobbying a favore di Arata con emendamenti ed iniziative varie.
No, quello che vale per Di Maio è il suo insindacabile giudizio penitenziale per cui, ora, da inquisito, Siri deve andarsene. Mentre prima, da condannato, ci poteva stare.
Ma non è questa l’unica circostanza da incubo nella settimana trascorsa. A fronte del rovinoso disastro alle elezioni siciliane il suddetto ha, infatti, dichiarato che il movimento sarebbe solido. Aver perso a Gela il 40% dei voti ed a Bagheria il 60% rispetto alle precedenti elezioni amministrative gli deve essere sembrato un segno di grande solidità…
Ed anche qui, nel caso di Bagheria, il capo politico penta-stellato aveva provveduto a graziare il sindaco uscente Patrizio Cinque (nella foto). Che, nonostante i procedimenti giudiziari a suo carico (qui un articolo sull’argomento), non era mai stato espulso. Ha continuato tutta la sua sindacatura per cinque anni, presentando come candidato sindaco un assessore uscente della stessa giunta penta-stellata.
Se poi si confrontano questi risultati con le recenti elezioni nazionali del 4 marzo le perdite oscillano attorno all’80%. Da queste cifre sembrerebbe che il Movimento Cinque Stelle si sia sostanzialmente liquefatto, cambiando stato fisico. Altro che solido. Da tutta questa settimana, di conseguenza, ne è venuto fuori il sorpasso del Pd sul movimento nei sondaggi.
Ed al momento delle rilevazioni non era stato considerato il successo del Psoe in Spagna per cui nelle prossime settimane è prevedibile una ulteriore accelerazione della dinamica sopra descritta.
Dobbiamo anche dire che questa è stata la settimana in cui c’è stata una forte esposizione mediatica di Pizzarotti che è sicuramente la bestia nera penta-stellata. È l’unico sindaco “nativo penta stellato” ad aver amministrato bene ed essere stato riconfermato. Pizzarotti, a differenza di tutti gli altri che hanno creato i presupposti per la mancata riconferma delle amministrazioni penta-stellate uscenti, aveva realizzato qualcosa a Parma. Forse per questo è stato cacciato dal Movimento?
Da questa settimana di passione se non vi saranno fatti che sconvolgeranno la vita politica e gli orientamenti degli italiani si ricava che:
Uno. Il Movimento Cinque Stelle è in caduta libera nei sondaggi e nel responso delle urne delle elezioni locali.
Due. Non ha alcun riferimento politico europeo ed è del tutto “fuori contesto” come le elezioni in Spagna dimostrano.
Dall’insieme di questi due elementi si può prevedere una débâcle alle Elezioni Europee, dove il movimento cinque stelle sarà sicuramente marginale e fuori da tutte le famiglie politiche di una certa consistenza, socialisti, popolari, liberali, verdi, destre “sovraniste”.
Va aggiunto che le elezioni europee saranno svolte contemporaneamente a quelle di 3880 comuni nonché per la regione Piemonte.
E in questa doppia tornata elettorale, il Movimento di presenterà solo in 147 comuni per la parte amministratva. Dunque non potrà avvalersi della spinta motivazionale di chi si reca alle urne per vincere le amministrazioni come invece possono fare centrodestra e centrosinistra.
Dal punto di vista dell’azione di governo il Movimento non ha nulla di decisivo per chiedere la conferma del voto del 4 marzo, essendo ormai da un mese impelagato in una permanente contrapposizione con l’alleato su tutti i temi possibili.
Insomma il Movimento Cinque Stelle non può che presentare come medaglia che questa tardiva resipiscenza sul caso Siri che appare ogni giorno come il sequel infinito del “grande fratello”. Oppure della “pallottola spuntata”.