La situazione dopo l’incendio. Crollo parziale del transetto nord e della volta. Le ceneri impregnate d’acqua esercitano un peso importante
di Gabriele Bonafede
L’incendio alla cattedrale di Notre-Dame è stato domato all’alba del 16 aprile e dichiarato estinto alle 9.45. Si fanno i primi bilanci. Il tetto è andato completamente distrutto, la guglia è crollata. Sono in corso accertamenti sulla struttura muraria.
Le dolorosissime immagini hanno fatto il giro del mondo. È circolata la notizia di una struttura salva, ma la costruzione è ovviamente sotto osservazione.
Il Ministro della Cultura della Repubblica Francese, Franck Riester ha emesso un primo comunicato dal titolo “La situazione è ancora precaria”, che in poche parole chiarisce quali sono le implicazioni di una gigantesca struttura costruita centinaia di anni fa in stile gotico:
“La struttura principale è salva ma resta molta instabilità. La situazione è ancora precaria. Questa notte, i due terzi del tetto sono andati in fumo, la guglia è crollata all’interno, creando un buco nella volta. Questa notte, l’incrocio del transetto è crollato, così come gran parte del transetto nord.”
“Le squadre dei pompieri e degli architetti che sono sul posto sono inquiete perché sopra la volta c’è ancora dell’acqua, c’è legno carbonizzato impregnato d’acqua e che ha un peso molto importante. Tutto questo è fragile ed è costruito con una tale finezza che se c’è una parte che crolla ciò rischia di influenzare tutta la costruzione.”
Le cattedrali gotiche rappresentano un capitolo immenso nella storia dell’architettura e dell’arte. Furono veri e propri prodigi che riuscirono a superare le limitazioni in altezza presenti nella precedente arte romanica grazie a uno snellimento strutturale. In qualche modo, l’arte gotica rappresentò una rivoluzione nell’arte di costruire simile a quella avvenuta con l’invenzione del cemento armato.
Con l’uso di archi acuti anziché a tutto sesto e la capacità di convogliare i pesi superiori verso il basso attraverso contrafforti strutturali, anch’essi realizzati in sistemi complessi di archi acuti, si riuscì a innalzare molto le strutture. Al contempo, la luce modulata penetrava in quel modo particolare che favoriva la dimensione mistica dell’atmosfera, interna ed esterna.
Ma questo sistema, come dice giustamente il ministro sulla scorta delle informazioni ricevute dagli architetti, è particolarmente complesso e si regge attraverso forze e contro forze statiche che ne mantengono una stabilità, per così dire, “olistica”. In pratica, ogni contrafforte, ogni parte dell’edificio, è funzionale a tenere il resto. Le volte a crociera, i pilastri modanati, le strutture che si innalzano lungo le linee di resistenza alla pressione e dei pesi, sono interconnesse tra loro.
Il crollo della “flèche”, la guglia, che fu aggiunta nell’Ottocento dal famoso restauratore Viollet-le-Duc, ha creato un buco nella volta. Per giunta nella zona centrale, quella più importante per la struttura. Il peso del legno e delle ceneri carbonizzate, ancora impregnati d’acqua, costituisce un ulteriore elemento di pressione su una struttura che, quantunque risparmiata dalle fiamme grazie all’eroico intervento dei pompieri di Parigi, è al momento sotto stress.
Va aggiunto che il transetto nord ha subito un crollo parziale. Ciò aggiunge instabilità. Sarebbero invece salve le torri della facciata, anche perché in qualche modo capaci di resistere in maniera autonoma rispetto al resto.
Per quanto riguarda le reliquie, sono state tratte in salvo dai pompieri con una catena umana. Si tratta del “tesoro”: la Sacra Corona di Spine, che secondo la tradizione cattolica i soldati romani misero sul capo di Gesù per schernirlo prima della Crocifissione, un pezzo della Croce e un chiodo della Passione di Cristo.
Difficile che una corona di spine possa aver resistito per migliaia di anni. Tuttavia, sono oggetti d’alto valore simbolico, come tutto ciò che è, nel suo complesso, Notre-Dame di Parigi per la Francia, la civiltà occidentale, e il mondo intero.
Il grande organo, purtroppo, sarebbe danneggiato. Così come numerose opere d’arte.
Si attendono ulteriori aggiornamenti sulla situazione, man mano che il bilancio del disastro si fa più chiaro. È iniziata una gara di solidarietà anche con donazioni di chi può. Gli inquirenti hanno iniziato un’investigazione quale danno colposo, evidentemente escludendo la pista dell’attentato o dell’incendio doloso.
In copertina, una delle prime foto durante gli interventi dei pompieri. La foto è di B. Moser ed è stata lanciata su twitter dai Pompieri di Parigi (Pompiers de Paris).
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