Proposte e visioni elettorali per le candidature nei diversi schieramenti: a ognuno il suo
di Vincenzo Pino
Emergono strategie seguendo il tran-tran dei i primi nomi per le prossime Europee. Dal profilo dei potenziali candidati si può ricavare su quali aree di consenso e con quale messaggio questi volti li rappresentano.
Cercheremo, perciò, di dare una definizione per ognuna delle forze politiche in base alle indiscrezioni circolate finora, se queste verranno confermate nei prossimi giorni.
Il tentativo ecumenico del Pd
Il Pd presenta come capolista rispettivamente Pisapia nel Nord Ovest e Calenda nel Nord Est.
Sembrano realizzarsi, da questi nomi, i propositi di tale formazione relativi ad collocazione Europea che vada da Macron e Tsipras come rappresentato nel simbolo che vede insieme il Pse e l’acronimo calendiano Siamo Europa.
Proposito vieppiù confermato con la riconferma della renziana Bonafé nella circoscrizione centrale, segno di un coinvolgimento pieno di questa componente per il prossimo appuntamento elettorale.
L’ulteriore allargamento della lista si colloca nel solco tradizionale della difesa della legalità con la proposta dell’ ex Procuratore nazionale antimafia Roberti per la circoscrizione meridionale.
Non è ancora definita la testa di lista per la circoscrizione isolana che ancora vede in discussione il medico di Lampedusa Bartolo, ovvero il magistrato uscente Chinnici ed anche su questo terreno la simbologia dei candidati è perfettamente chiara.
Un elemento di semi contraddizione a questo impianto sembra la candidatura di un uscente di Mdp, Paolucci, nella circoscrizione meridionale che rischia di minare la caratterizzazione unitaria del Pd stesso, per le indubbie contraddizioni che questa candidatura (o altre dello stesso tenore che si profilano) rappresenta.
Innanzitutto per il riferimento europeistico in cui per quest’ultima formazione il riferimento principale è rappresentato da Corbyn, uno dei protagonisti della Brexit e dall’altro per le ferite ancora aperte nel Pd dopo la scissione di dua anni fa.
Si sa che a favore della ipotesi inclusiva è intervenuto il candidato Pse alla Commissione Europea Timmermans, visto che il gruppo Europeo MdP è rimasto nel Pse mentre al contrario nello stesso MdP vi sono componenti che non accetterebbero questa soluzione perché annacquerebbe il profilo identitario di questa formazione appena ribattezzata Domenica.
Di questa opinione deve essere senz’altro Bersani che nel corso di questa delicata trattativa semi segreta tra Zingaretti e Speranza ha sparato bordate dai talk show qualche giorno fa cercando di esasperare i termini della divisione con la sua fake news, sulla espulsione da parte del Pd.
Alla luce di questa ormai possibile soluzione anche dal fronte renziano si sono sollevate bordate di critiche, in quanto la lista non rappresenterebbe un allargamento serio dell’attrattività del Pd in quanto +Europa e Pizzarotti correrebbero insieme in un’altra lista.
Ritengo ingenerosa questa critica in quanto le formazioni citate hanno realizzato questa decisione facilitata peraltro dal sistema proporzionale che vige per le prossime elezioni, chiudendo immediatamente la porta a qualsiasi ipotesi di trattativa puntando sulla probabile ascesa delle formazioni europee dell’Alde e del possibile declino del Pse. Diciamolo. Emergono strategie contese.
La plebiscitaria Lega
La Lega, invece, punta tutto ad una sorta di referendum, sulla figura di Salvini. Senza una linea politica definita nei confronti dell’Europa e la possibile debacle del fronte sovranista, che certo non sarebbe più tenero nei confronti dei problemi italiani, dall’emigrazione al debito, Salvini punta tutto sul protagonismo del suo leader.
Per cui vedremo una campagna elettorale che si inventerà una questione ed una rivendicazione al giorno su qualsiasi tema esasperato nei toni come fatto nei mesi precedenti che hanno determinato l’ascesa di questa formazione.
Forse rinvigorita da qualche performance televisiva di Antonio Rinaldi, l’economista dei “noantri” alla Max Tortora.
Il principale problema della Lega è non far sapere che la Brexit è un disastro da qualsiasi punto di vista la si guardi.
L’isolamento diplomatico dell’Italia fa il resto, con la sponda libica di nuovo a carte quarantotto e la credibilità del governo italiano che continua ad essere ai minimi storici, in Europa e altrove. Per non parlare delle folli ricette “economiche”. Dalle parti della Lega, insomma, emergono strategie di scontro con l’impianto europeo di oggi. Era ovvio.
Cinque Stelle tra delirio e faceto
La confusione pentastellata sembra ormai fuori controllo. Ora che Di Maio ha scoperto la moderazione ed il centro, chiedendo nientemeno che l’ammissione ai popolari europei e vantando (sic) le grandi doti di statista della Merkel…
Tentativo immediatasmente respinto (ma va?). Per paradosso, candiderà come elemento di punta la vulcanica Costamagna, che oscilla tra gli estremismi di destra e di sinistra dei suoi principali dante causa.
Tra essi, figura il giornale dal titolo “La Verità” (virgolettato necessario ma non sufficiente) diretto da Belpietro. Innestata sul suo profilo sinistrorso sembra qualcosa che rassomigli al “sorriso” bilioso uso Telese.
Oltre alla Costamagna sembra sia in corsa la ben più rassicurante Licia Colò, per rappresentare il polo emozionale opposto e coprire tutto l’arco degli stati d’animo da snistra a destra.
Insomma la solita vocazione verso personaggi immagine che coprano il vuoto politico col quale il movimento si presenta a questo appuntamento, senza alcun riferimento ad una qualsiasi delle famiglie europee. Nemmeno quella dei gilet gialli. Per dirla in breve, qui non emergono strategie coerenti. Anche qui, era ovvio.
Da Mussolini a Silvio, Terra Piatta o Calma Piatta?
Mussolini for ever: ritorno al trapassato remoto. Dal fronte meloniano si prospetta l’elemento simbolico di un altro Mussolini e per il resto calma piatta (o terra piatta).
Altra calma piatta: per l’inossidabile Silvio. Forza Italia confermerà Taiani, già Presidente del Parlamento Europeo designato dal Ppe, ed i deputati uscenti e forse un maestro delle preferenze come Romano nella circoscrizione isolana. Capitanati dal sempiterno Silvio.
Disastro annunciato alla sinistra estrema
Della sinistra estrema meglio non parlare. Bastano quattro parole: emergono strategie sempre perdenti. Dopo l’ultima diaspora europea sulla Spinelli ed il fallimento della lista Tsipras per loro è debacle assicurata ed impossibilità di arrivare alla soglia di sbarramento. Sempre se riusciranno, peraltro, a trovare i candidati per questa tornata dei quali ancora non compare traccia.