di Maria Teresa de Sanctis
Le parole sono importanti, e chi ama scrivere lo sa bene. Le promesse lo sono ancor di più. Ed è bellissimo poter mostrare a chi si ama di avere realizzato una promessa. O per essere più precisi, di essere riusciti a realizzare quanto ci era stato promesso.
E di promessa in promessa si muove l’esistenza di una donna straordinaria, Nina Kacew, che, persino nei momenti più difficili, continua con estrema sicumera a promettere al figlio un grande futuro, da ambasciatore prima, da illustre scrittore in seguito.
E la cosa straordinaria è che si realizza quanto da lei sostenuto con ostinazione anche nei momenti più neri, quando nulla farebbe pensare possibile quel destino da lei ipotizzato.
Ciò di cui stiamo parlando è la (quasi) vera storia dello scrittore Romain Gary e di sua madre. Riportata nuovamente sullo schermo nell’ottimo film “La promessa dell’alba”che è adesso anche nelle sale italiane. Il titolo originale è “La promesse de l’aube”, del regista Eric Barbier, uscito nel dicembre 2017 in Francia. Tratto dall’omonimo romanzo pubblicato nel 1960 e già stato realizzato una prima volta in pellicola nel 1971 da Jules Dassin.
Una donna straordinaria, dicevamo, che riesce a risollevarsi dopo mille e una caduta, in grado di mostrare al figlio le continue difficoltà della vita in tutta la loro pesante verità, ma al tempo stesso capace di infondergli fiducia e coraggio nell’affrontare ogni cosa, si dovesse persino trattare di folli imprese.
Una donna dall’eccezionale forza, con innumerevoli potenzialità, capace di reinventarsi ogni qualvolta la vita le tende un tranello: ora modista di cappelli di gran moda nella fredda Polonia, ora agente immobiliare nella ben più calda Francia.
Una donna intenta con tutta se stessa a realizzare il destino, non sognato, sarebbe riduttivo, bensì caparbiamente promesso al figlio. Ad interpretare questa figura di donna quasi esaltata ma senza dubbio esaltante, è la bravissima Charlotte Gainsbourg, qui in un ruolo assai diverso da quelli nei quali eravamo soliti ammirarla.
Anche il suo fisico esile sembra qui diventato un’armatura impossibile da scalfire, tanto la sua capacità attoriale rende vera e quasi trasbordante dallo schermo l’energia di questa incontenibile madre. Incontenibile nel suo credere al destino di successo del figlio, come difatti poi sarà, e incontenibile anche nel suo amore per lui.
Una madre invadente, alla cui volontà il figlio, come da bambino così da adulto, deve suo malgrado sottostare, qualunque cosa questo possa significare.
Anche scherno e disprezzo da parte di altri, occasioni che però fortificheranno l’animo del ragazzino, consentendogli, una volta diventato uomo, di superare ogni prova che la vita gli presenterà.
Ed è con questa incredibile energia di donna e di attrice che gli attori interpreti del figlio nelle diverse fasi della vita, devono fare i conti. Non è cosa da poco. Delizioso il Romain bambino, interpretato dal bravissimo piccolo Pawel Puchalskil, molto bravo poi l’attore Pierre Niney, interprete del figlio adulto, e anche l’adolescente Némo Schiffman non è da meno.
Una storia appassionante e appassionata, più di due ore di film che volano via in un fiat lasciandoci basiti di fronte a tanta forza e coraggio. Volere è potere, questo lo si sa, ma volere qualcosa per il proprio figlio e riuscire nell’intento nonostante mille avversità, questo è da eroi. Ed è degli eroi fornire esempi da seguire.
Trailer ufficiale in italiano: