Il documentario di Michele Calabresi descrive come Chavez ha distrutto il Paese e la sinistra sudamericana portando all’odierna tragedia della dittatura-Maduro
di Gabriele Bonafede
Le notizie sul Venezuela in Italia sono praticamente tabù. Nonostante il Paese sudamericano abbia uno strettissimo legame con l’Italia in termini di popolazione italiana e italo-venezuelana, ma anche per la cultura e la società, i media italiani snocciolano poche notizie e molto distorte.
Spesso rilanciano la propaganda del regime dittatoriale di Maduro come se fossero notizie vere. Oppure si abbandonano alle veline rilanciate dalle fabbriche di troll putiniste. Come i tanti altri casi, dai gilet gialli, all’Ucraina, alla Siria, siamo circondati da falsità a tutto spiano.
Oggi ci si trova in grande difficoltà nel reperire notizie vere sul Venezuela. Un Paese dove i giornalisti vengono intimiditi, rapiti, imprigionati, picchiati, uccisi dal regime. Poche sono le fonti d’informazione e cercarle in loco è compito molto pericoloso.
Tuttavia, fino a qualche anno fa era possibile avere più notizie e persino approfondire. Ma anche questi approfondimenti sono praticamente censurati in Italia. Film che non trovano distribuzione e nemmeno appaiono nei festival, servizi ignorati, testimonianze obliterate prima ancora di essere conosciute.
Ecco perché il film documentario di Michele Calabresi Il Crepuscolo del Socialismo Magico (titolo originale El ocaso del socialismo mágico) assume oggi, all’apice della crisi venezuelana, un valore particolarmente importante anche se si tratta di una produzione indipendente di alcuni anni fa.
Il primo pregio del film è, paradossalmente, quello di parlare della situazione venezuelana pre-Maduro. Si occupa del Venezuela precedente al socialismo e durante Chavez. Il film documenta e informa su ciò che è significato e significa ancora il chavismo: un movimento che assomiglia molto a ciò che vive oggi l’Italia, con le dovute differenze e proporzioni. Si evincono alcuni slogan come “il volere del popolo”, “povera patria”, “sovranismo”, “democrazia diretta”, che sono arrivati oggi in Italia ma che erano presenti nel chavismo già anni fa.
Con gli effetti deleteri che vediamo nel Venezuela di oggi: povertà estrema, repressione armata, distruzione completa dei diritti umani, fame, milioni di rifugiati che scappano da un Paese ormai al collasso e tuttavia controllato da una cricca di narcotrafficanti che si dicono “socialisti”.
E che in realtà mantengono il potere grazie all’immensa ricchezza monetaria che provvede il petrolio a una classe dirigente endemicamente cleptocratica. Un’oligarchia del petrolio e del narcotraffico sostenuta dalla violenza delle squadracce indottrinate e chiamate “collectivos”. Pagate per intimidire, reprimere e uccidere.
Il secondo pregio, forse ancora più importante, è che il documentario fa parlare soprattutto chi ha creduto al chavismo. Nel documentario parlano esponenti della variegata sinistra venezuelana: non solo la sinistra intellettuale, ma anche la sinistra sindacale. Molti non sanno, in Italia, che il sindacato fu completamente distrutto da Chavez. Non lo sanno molti sindacalisti di sinistra in Italia. Così come non sanno che Chavez ha distrutto la sinistra, non solo in Venezuela ma praticamente in tutto il Sudamerica.
Apparentemente, il Venezuela di oggi non è presente nel film di Michele Calabresi. In realtà c’è: quale “convitato di pietra”. Perché ci si rende conto che il capitolo successivo sarà il dramma e lo stallo odierno, anche se il periodo di Maduro non c’è ancora nel documentario.
Incredibilmente il film non è stato ancora distribuito in Europa se non in incontri in sede universitaria o poco più. Almeno in Italia andrebbe fatto, magari iniziando da festival e rassegne cinematografiche. Se non altro, per aprire la mostruosa cortina di omertà che c’è oggi nei media italiani sul Venezuela.
Qui il trailer in lingua spagnola, la versione italiana è con i sottotioli: