di Franco Lo Piparo
L’intervista di Conte al Corriere (13 marzo) sui prossimi accordi commerciali tra Italia e Cina conferma i sospetti del governo americano: la cosiddetta Via della Seta è un astuto cavallo di Troia che sui tempi medio-lunghi sposterà l’Italia nell’orbita culturale e politica dell’aggressivo totalitarismo illiberale e digitale del comunismo capitalistico della Cina.
Naturalmente il nostro Presidente del Consiglio dice l’esatto contrario e in questo momento non può non dire il contrario. Ma fate attenzione alla genericità degli argomenti che usa.
A chi frequenta questa pagina sembrerà strano, il miglior commento all’affaire italo-cinese della Via della Seta si legge nel blog del 28 novembre 2018 di Peppe Grillo.
Non vi si parla di cavallo di Troia ma si usa una formula ancora più chiara: «diplomazia della trappola del debito» in cui la Cina in cambio si impegna a ripianare il disastroso debito italiano. Cito le parole del blog come vengono riportate dal Corriere di oggi:
«Stiamo parlando di una strategia silenziosa e lungimirante di egemonia culturale, economica, commerciale e geopolitica, che, quando giungerà a maturazione, sarà tanto invasiva quanto irreversibile».
Non si potrebbe dire meglio. Grazie Grillo.
A chi è giovane consiglio di imparare velocemente il cinese. Spero che i futuri adulti italiani riusciranno a conservare un minimo di istituzioni liberal-democratiche. Anche se non sono molto ottimista. È un’epoca storica che probabilmente riuscirò appena a intravedere.
In copertina e nel testo, una foto scattata nello Sri Lanka dove i giganteschi investimenti cinesi nel porto di Colombo e nelle infrastrutture hanno finito per creare più debito (qui un servizio TV di Al Jazeera) e una nuova ondata di disoccupazione, oltre a un impatto ambientale spaventoso. Foto tratta da unslpash: https://unsplash.com/photos/FnCudJgDWJM