La TAV si conferma il pomo della discordia tra i Cinque Stelle in caduta libera e la Lega
di Gabriele Bonafede
Non si possono raccontare fandonie senza entrare in contraddizione. E la questione della TAV è stata fin dall’inizio tarata dalla più grande delle contraddizioni. È stato detto dai no-Tav che l’infrastruttura nuoce all’ambiente. Eppure, persino l’analisi costi-benefici di parte, commissionata dal governo Legastella, ha dimostrato l’ovvietà: la TAV è una infrastruttura che serve per ridurre il trasporto su gomma e quindi l’inquinamento.
Questo è il beneficio principale della TAV. Ce ne sono tanti altri, a cominciare dalla realizzazione di una infrastruttura che serve soprattutto all’Italia, oltre che a tutti i Paesi che sono coinvolti nel completamento del corridoio trasversale da occidente e oriente dell’Europa passando per la pianura padana.
Qui entra in contraddizione la politica della Lega, sostenuta da molti imprenditori del Settentrione d’Italia. Cancellare la TAV sarebbe una follia perché metterebbe gli italiani all’ultimo posto nella connessione economica con il resto delle economie di scambio per l’Italia.
A partire dalla Francia, primo partner commerciale dell’Italia, ma anche per tutto ciò che è il futuro dei mercati nell’Europa centro-orientale. L’Europa che cresce di più.
La contraddizione è stata capita da chi sostiene la Lega. E per lo meno in parte è stata capita anche dai vertici della Lega. Tuttavia, i Cinque Stelle sono quelli che pagano più di tutti il prezzo di propagande basate sul nulla. Tra le tante promesse contraddittorie, hanno promesso di cancellare la TAV per motivi ambientalisti. Ma è proprio per difendere l’ambiente che va fatta. Ormai lo abbiamo capito tutti.
Ma i vertici del Movimento Cinque Stelle hanno a che fare con un crollo elettorale semplicemente spaventoso. E hanno contrassegnato il no-Tav quale linea rossa per non perdere altri voti. Si vedono il terreno crollare sotto i piedi e sperano di recuperare chi ancora crede alla favola che la TAV sia un’infrastruttura che nuoccia all’ambiente.
Così, il tunnel della TAV è diventato il tunnel della incipiente crisi di governo, ormai a un passo.
Difficile che si torni alle urne. Troppi sono i cosiddetti “peones” in parlamento che non hanno alcuna voglia di andare a casa. Si troverà una soluzione, magari con il più classico dei rimpasti stile Prima Repubblica? Alla fine, alle porte della crisi, si troverà un compromesso?
Con le dichiarazioni di fuoco dai vertici del governo Legastella, gli uni contro gli altri, la prima soluzione appare la più probabile. E sarà un ulteriore periodo di incertezza per l’Italia. Un ulteriore “regalo” agli italiani che pagheranno di tasca propria le assurde altalene di un governo incapace di decidere per il bene degli italiani.