Salvini dimostra di non avere capito una cippa delle canzoni di De André. Il compianto cantautore italiano, oggi 20 anni dalla sua dipartita, giganteggia ugualmente sulle miserie italiane
di Gabriele Bonafede
L’analfabetismo funzionale è l’incapacità di un individuo di usare in modo efficiente le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana. L’analfabetismo funzionale si concretizza quindi nell’incapacità di comprendere, valutare e usare le informazioni a disposizione nell’attuale società. Cito Wikipedia per mantenere massima semplicità.
Tuttavia, nella definizione, non è considerata l’incapacità ad ascoltare e valutare l’ascolto, ad esempio di una canzone. Oggi dobbiamo quindi aggiungere la nozione di analfabetismo acustico, che completa l’analfabetismo funzionale.
Il merito, se così si può dire, è di Salvini. Il quale dimostra di non avere capito una cippa delle canzoni di De André.
In occasione dei 20 anni dalla scomparsa del grande cantautore italiano, lo pseudopolitico italiano ha infatti lanciato un noto tweet dal testo ““All’ombra dell’ultimo sole si era assopito un pescatore… Ciao Fabrizio, grazie poeta!”. Non capendo che proprio quella canzone, e tutta l’opera di De André, si è sviluppata con testi a difesa dell’accoglienza dei migranti, dei rom, degli ultimi, dei diseredati, dei rifugiati.
Più in generale, Fabrizio De André e le sue canzoni sono l’antitesi esatta alle idee divulgate e attuate da Salvini.
La reazione di molti italiani non si è fatta attendere. Il tweet di Salvini è stato sommerso di critiche e sfottò. Centinaia di risposte una più indignata e corrosiva dell’altra.
È comprensibile che Salvini non abbia mai letto i testi di De André, o non li abbia capiti alla semplice lettura. Ma qui saremmo nell’ambito della incapacità a capire concetti, spesso semplici ed evidenti, con la sola lettura. Tutti, però, anche Salvini, abbiamo ascoltato le canzoni di De André, sia pure una sola volta, sia pure per sbaglio. Evidentemente il ministro dell’interno non è in grado di capirli nemmeno ascoltandoli: un chiaro esempio di analfabetismo acustico.
Meno chiaro è se Salvini abbia letto o meno il Vangelo. Forse non tutto, e comunque ha più volte dimostrato di non avere capito pressoché nulla. Ma una canzone di De André, una qualsiasi canzone, è persino più facile da comprendere rispetto al Vangelo, anche senza spiegazione. Perché la musica stessa evoca e accompagna determinate emozioni.
L’analfabetismo acustico è quindi ancora più triste.
Tutto ciò rende molto triste la ricorrenza dei 20 anni dalla scomparsa di De André. Il quale, se un aldilà di vita esiste, si starà rivoltando nella tomba. E a noi italiani che vediamo questo scempio non rimane che una tristezza persino maggiore. Analfabetismo acustico e funzionale sono ormai il pane, o meglio, l’hamburger quotidiano che ci tocca digerire.
Per fortuna siamo in tanti a non essere preda dell’analfabetismo acustico. Inoltre, la vicenda dimostra quanto sia un gigante De André, da lassù, rispetto a un nano politico mangia-grasso.
Non ci resta che ascoltare e fare ascoltare le canzoni di Fabrizio De André più spesso, sperando che in Italia, anche se piagata in larga parte da analfabetismo acustico oltre che funzionale, la capacità di ascoltare e la poesia vincano su oscurità e cofosi del cuore.