di Gabriele Bonafede
Sinceramente il processo dei giudici alla sindaca Raggi non ha alcun interesse. Anzi, è indice di una politica malata, perché dovrebbe essere la politica stessa a dare risposte ai problemi, soprattutto quando si tratta di amministrare una città.
D’altronde, è finito con un’assoluzione. Ma anche se fosse finito con una condanna, tutti i problemi di Roma sarebbero rimasti.
Come diceva Petrolini imitando Nerone, la Raggi e il movimento Cinque Stelle avevano promesso che Roma sarebbe stata “più bella e più superba ….”.
È importante, dunque, come la Raggi ha gestito Roma, la capitale d’Italia, una città meravigliosa ma che è in chiaro declino.
E la gestione della Raggi è stata un disastro in tutti gli ambiti di amministrazione nei quali la stessa sindaca, quando era candidata, attaccava le precedenti giunte: 1) Gestione alluvioni, semplicemente pessima; 2) Rifiuti, Roma è peggio ancora di prima; 3) Trasparenza nell’amministrazione, siamo a livelli di oscurità (e oscurantismo) semplicemente spaventosi; 4) Trasporti, qui il paragone con Nerone calza alla perfezione visto che gli autobus bruciano; 5) Stadio Roma, una sequela di proposte e controproposte discordanti dalle tematiche portate avanti in campagna elettorale; 6) Olimpiadi e altre occasioni di rilancio di Roma: un disastro (anche nel caso del Giro d’Italia); 7) Manutenzione strade, con la Raggi non ci sono più buche nelle strade, ci sono strade nelle buche… e fermiamoci qui, ma la lista degli orrori è lunga. L’amministrazione Raggi a Roma è un disastro. Completo.
Peggior “sindaco” dopo Nerone
Poco ci manca e potrebbe essere ricordata come il peggior “sindaco” di Roma dopo Nerone. Anzi, Nerone fu persino meglio, o meno-peggio, della Raggi. Bruciò Roma ma almeno la dotò di una specie di piano urbanistico. Non a caso, alle elezioni politiche del 2018 gli elettori di interi quartieri di Roma hanno bocciato il Movimento Cinque Stelle.
Ma dallo stesso mondo dei Cinque Stelle, le “risposte” a questo quadro sconfortante, ormai motivo di dileggio e preoccupazione in Italia e nel mondo soprattutto per chi ama Roma, sono sempre le stesse: la de-responsabilizzazione. Come faceva Nerone, si suona la lira facendo finta di non vedere l’incendio e la rovina della città. E si dà la colpa agli altri.
Peccato che prima, quando la Raggi era candidata, non la pensava così. Andava dicendo in giro che era tutta colpa del sindaco. Dileggiava il sindaco di allora con tweet che invitavano a prendere il gommone a ogni pioggia… Adesso che è al governo della città, invece, i responsabili sono sempre e comunque gli altri di fronte alla dilagante immondizia e al declino.
Roma risorgerà “più bella e più superba che pria”
Eh no! Non funziona così. Siamo tutti responsabili sempre. E il sindaco è sempre il primo responsabile, per lo meno sulla massima efficienza possibile dell’amministrazione. La Raggi ha avuto tutto il tempo per migliorare le cose almeno un poco. Ormai è a metà mandato. Risultati? Zero. Anzi, meno di zero, si deve ricorrere ai numeri negativi.
Per quanti anni ancora si dirà che è colpa delle precedenti amministrazioni? Cinque, dieci, venti, cinquanta anni? Sono passati due anni e mezzo e la Raggi non ha fatto molto per responsabilizzare i cittadini.
Anzi, semmai ha fatto tutto il contrario con il suo esempio: dare la colpa agli “altri”. Se avesse un minimo di senso di responsabilità si sarebbe dimessa da tempo. E non per le inchieste su di lei, ma per aver fallito tutti gli obiettivi che si era data e aver creato ulteriori problemi.
Invece dalle parti dei Cinque Stelle si continua a dire “è colpa delle precedenti amministrazioni”, “siamo tutti responsabili”, “è colpa del sistema” “e allora il PD”, “è colpa della Regione Lazio”… e adesso “è colpa dei giudici”. Si continua a suonare la lira, cantando che Roma risorgerà “più bella e più superba che pria”.
L’unica giustificazione per non dare le dimissioni sarebbe quella di evitare un sindaco leghista a Roma, posto che sia così. Qui, forse, ci sarebbe un senso di responsabilità dal punto di vista di chi non vorrebbe un sindaco leghista. Se si andasse a elezioni ci potrebbe essere persino di peggio e al peggio non c’è fine, soprattutto a Roma.
Ma anche questa motivazione non è più sostenibile. La parola dovrebbe andare agli elettori comunque, cercando innanzitutto di ammettere i propri errori e voltare pagina, cercando di ricostruire un futuro per Roma che non sia basato su slogan vacui ma sul rimboccarsi le maniche e lavorare realmente.
Foto di Virginia Raggi in copertina (zoom) tratta da Wikipedia. Di Niccolò Caranti – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=49238884