di Franco Lo Piparo
Il Ministero della Università annuncia che «sarà Dino Giarrusso a dirigere il nostro osservatorio sui concorsi nelle università e negli enti di ricerca. Chi meglio di una ex Iena per farlo?». E ancora: «Dino e il suo team saranno il punto di riferimento privilegiato per tutti coloro che volessero aiutarci a difendere e diffondere una cultura di trasparenza e meritocrazia nel mondo accademico italiano».
Che il Ministero dell’Università debba controllare sulla correttezza dei concorsi universitari non mi sembra una grande notizia. Si fa ed è giusto che si faccia sempre meglio. È il modo in cui si dà la notizia e il personaggio scelto che costringono a fare alcune riflessioni.
Chiedo scusa per la mia ignoranza ma non ho alcuna idea di chi sia Dino Giarruso. Leggo che ha una laurea (triennale? magistrale?) in Scienze della comunicazione e ha lavorato dal 2014 al 2018 per il programma televisivo Le Iene.
Sarà sicuramente un bravo giornalista. Non ho alcun motivo per dubitarne. Ma l’incarico affidatogli cosa c’entra col suo curriculum e le sue competenze professionali?
Leggo anche che è stato candidato nelle ultime elezioni nelle liste del M5S e non è stato eletto. In questi casi siamo stati abituati anche da M5S a porci la domanda: per caso è una maniera per compensare un candidato amico trombato alle elezioni? Data la discrepanza tra incarico ministeriale e curriculum la domanda è più che lecita. Un quasiasi politico 5stellato l’avrebbe giustamente posta se la faccenda fosse accaduta in altro partito.
Andiamo al merito della questione. Non ho chiaro quali siano i compiti di un Osservatorio sui concorsi universitari. Presumo che nulla abbia a che fare con le legittime metodologie giornalistiche delle Iene. Presumo che dovrà controllare la legittimità formale dello svolgimento dei singoli concorsi. In questo caso sono necessarie competenze nel campo del diritto amministrativo che normalmente un laureato in Scienze della comunicazione non ha.
Mi pare di capire che il compito affidato dal Ministero all’Osservatorio e al suo presidente sia anche di entrare nel merito delle scelte delle commissioni. Questo sarebbe vietato dalla Costituzione e dalle leggi vigenti. Ma ammettiamo per amor di tesi che questo sia possibile. Ve lo immaginate un laureato, brillantissimo e bravissimo quanto volete, in Scienze della comunicazione che entra nel merito di un concorso di algebra astratta o di fisica delle particelle o di letteratura russa o di procedura penale o di chimica molecolare o di oculistica (continuate voi)?
Effettivamente qualcosa di simile è accaduto in Cina al tempo delle guardie rosse di Mao. Chi è più anziano qualche ricordo dovrebbe ancora conservarlo. Erano i tempi in cui il popolo, tramite il politico-burocrate del partito, spiegava ai professori universitari quello che era corretto insegnare e come si doveva insegnare. Ma fino a quando avremo la Costituzione che abbiamo questo non si potrà fare in Italia.
Conclusione. È questo il governo del cambiamento? Tanto rumore e tante chiacchiere mediatiche per dare una collocazione a un trombato alle elezioni? Ma questo lo facevano già i vecchi democristiani. E lo facevano anche con migliore intelligenza politica.
In copertina: Iena, foto di Marcus Lofvenberg, tratta da unsplash. Nel testo, Foto di Davide Cantelli, tratta da unsplash.
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