Dalle analisi economiche serie i migranti e le migrazioni risultano essere una ricchezza. Che lo si voglia ammettere o meno. Su qeusto terreno, laico e non solo religioso o “etico”, vanno lanciate le iniziative politiche
di Giovanni Rosciglione
Questo documentato articolo de La Repubblica (qui il link) sugli effetti del fenomeno migratorio nel nostro Paese è, non solo giusto, ma azzeccatissimo sul piano comunicativo.
In sintesi, dimostra la grande utilità pratica, concreta, monetizzabile che rappresentano gli extracomunitari e i migranti in genre nel mondo del lavoro e del welfare. E questi dati non riguardano solo i lavori che gli Italiani non vogliono fare. Ma universalmente rispetto al sistema Italia.
Certo, si dà per acclarato che gli sbarchi e gli arrivi siano gestiti e controllati. Scontata, ovvia, dovrebbe pure essere la doverosa attività di salvataggio in mare o qualsiasi caso di pericolo, per le regole universali di umanità che dovremmo dare per acquisite. E qui per me sta il punto del criterio di ricostruzione di una Sinistra moderna. Post-ideologica, per fortuna, ma di sinistra.
Invece, nel periodo di crisi, nel quale, la crescita della paura e l’egoismo dell’istinto di conservazione dei cittadini sono stati più devastanti dell’impoverimento generale, la Sinistra tutta, del PD e oltre, compresa soprattutto quella di matrice socialcattolica, sugli emigranti e le loro difficoltà di inserimento, sul dovere di accogliere e salvare i naufraghi, ha continuato insensatamente a dare versioni ideologiche sul fenomeno, a impartire lezioni di etica, a chiamare razzisti tutti quelli che avevano e hanno paura del nuovo, del diverso.
Voglio fare un esempio. Circa 30 anni fa un mio amico, lavorando e risparmiando, era riuscito ad acquistare con un mutuo un appartamento in un grande edificio alla periferia nord di Palermo. Il mio amico veniva da grossi problemi di famiglia, aveva idee politiche progressiste, era ben educato e sensibile all’arte e al bello. Dopo sei mesi di abitazione nel suo appartamento nel quale mi invitò a colazione, il palazzo, che per quattro quinti era rimasto invenduto, fu acquistato dal Comune che lo destinò ai senza casa e ad alcune famiglie Sinti.
Posso saltare i particolari. Il mio amico ne fece una malattia vera e propria. E visse il resto della sua non lunga vita maledicendo il suo appartamento, odiando quei suoi condomini in silenzio, perché si vergognava di apparire razzista.
Ecco, sino ad oggi la nostra altezzosa pretesa di primazia morale, ci ha impedito di comprendere chi oggi soffre difficoltà eguali a quelle del mio amico. Nel condominio, nelle strade dove ha aperto una sua bottega, nelle scuole dove studiano i figli, nelle lunghe file di attesa, negli autobus sporchi e vecchissimi, nei centri per l’impiego e così via.
Noi li abbiamo chiamati razzisti. La Destra di Salvini e di Di Maio – perché tecnicamente parlando, i Cinque Stelle sono più a destra della Lega – li ha liberati da un incubo, li assolti dal peccato di non aver fatto quello che Cristo imponeva: “Amerai il prossimo tuo come te stesso”. Li ha spregiudicatamente rabboniti facendo credere che loro erano le vittime dei migranti e non di una gestione del territorio più attenta ed efficace.
Un Partito Politico – spero che tutti lo capiscano – non punisce i cittadini per i loro peccati, ma li aiuta a vivere e a pensare meglio. Non scomunica, ma … comunica. Il fenomeno globale e inarrestabile delle migrazioni, conseguenza anche della globalizzazione, dell’evoluzione rapidissima delle nuove tecnologie, che ha favorito l’uso dei nuovi sistemi di informazione e di comunicazione, deve essere presentato per quello che è: un’occasione, un’opportunità per tutta l’umanità. Utile e preziosa se gestita e guidata, paurosa e avvilente per chi ne è o se ne sente fuori.
La sinistra deve “mettere dentro”, deve dare occasioni di inclusione, perché questo è utile, non obbligatorio come una legge divina.
La società umana, cioè la il primo embrione della Polis, non nasce perché centinaia di migliaia di anni fa gli uomini cercavano la giustizia, ma perché cercavano l’utile: la sopravvivenza, il cibo, il benessere. Il primo atto di socializzazione avvenne non per “bontà”, ma per convenienza. L’uomo con la clava, che fuggiva dalle bestie feroci, un giorno capì che affrontare le fiere in due o in tre, sorvegliare una caverna con il cibo e i figli piccoli a turno era più sicuro, più utile.
Oggi pensiamo giustamente che le nostre motivazioni “politiche” siano più nobili e complesse, pensiamo che lo facciamo per un’Etica; imposta, e quindi obbligata, o spontanea, naturale e quindi eredità della cultura in cui viviamo, delle idee che abbiamo fatte nostre.
Quasi sempre la nostra Etica è del primo tipo, ma anche la più affascinante seconda ipotesi è possibile solo perché delle ragioni dell’utilità, della convivenza e di una giusta solidarietà abbiamo nella storia già verificate la convenienza. Cioè abbiamo una cultura superiore che consente di andare oltre l’utilità. I migranti sono dunque il terreno di prova per questo approccio laico e non necessariamente religioso.
Insomma, per non farla lunga, la politica e soprattutto la sinistra non parla ai cittadini dietro le tendine di un Confessionale, non “giudica e manda secondo che avvinghia”, ma spiega, ascolta, aiuta, propone, rappresenta. E questo non in chiesa, ma possibilmente nei circoli democratici, nei luoghi, ahinoi troppo allegramente smobilitati, del dibattito e della partecipazione.