di Gabriele Bonafede
Dal 19 giugno 2018 il calcio italiano rischia di entrare nel caos. La causa, che come tutte le cause storiche è solo lo scatenamento di problemi pregressi, è stata l’incredibile partita Frosinone-Palermo, finale play off per la promozione in serie A. È stata disputata sabato scorso in un clima incandescente evidenziando quanto meno pesanti debolezze nei valori sportivi del calcio italiano.
Un calcio che è sprofondato a livelli infimi, per lo meno per quanto riguarda i valori di sportività: botte da orbi in campo, palloni lanciati sul terreno di gioco persino dalla panchina, insulti, sceneggiate di ogni genere, pesanti dubbi sulla direzione di gara.
Con la sentenza di oggi sul ricorso della US Città Palermo in merito all’omologazione del risultato finale, in Italia si arriva, di fatto, al rischio di caos-calcio. Il ricorso, infatti, è stato respinto.
La decisione della giustizia sportiva crea un precedente. Qualsiasi club sarebbe adesso autorizzato a lanciare palloni in campo, anche dalla propria panchina? Vero, c’è una sanzione. Ma appare molto debole rispetto alla situazione e soprattutto ai valori etici e sportivi messi a rischio. Che dovrebbero essere salvaguardati con un maggiore piglio, soprattutto nella presente situazione del calcio italiano.
In pratica, rischiano di essere stravolte almeno un paio di regole fondamentali del calcio.
La prima regola che potrebbe essere stravolta, e purtroppo lo si vedrà nei prossimi play off se non in partite di campionato, è quella basilare nel calcio. E cioè quella che prevede un solo pallone in campo.
Con questa sentenza finisce il calcio come lo abbiamo conosciuto? Diventa lecito “giocare” con più palloni? Ossia, quello in campo e quelli lanciati dagli spalti dai raccattapalle e persino dalla panchina di una delle due squadre? Dall’omologazione della partita Frosinone-Palermo, comunque influenzata dal lancio di palloni in campo da parte di spettatori, raccattapalle e calciatori della panchina del Frosinone, sembrerebbe di sì. La sentenza si basa sul referto arbitrale, ma tutti abbiamo visto cosa sia successo.
Certo, se in una prossima partita del Palermo tifosi o giocatori rosanero lanceranno palloni in campo, la sanzione sarà molto, ma molto più pesante. È prevedibile, perché si ha la sensazione, giusta o sbagliata che sia, che ci sia stato un torto evidente e poi una giustizia matrigna nei confronti del Palermo. Questa è un’opinione che non è solo dei tifosi rosanero, ma che è stata evidenziata sui social da sostenitori di tanti altri club.
Rispetto alla esclusione del mondiale, questa sentenza è dunque ben più grave per il calcio italiano. Perché rischia di provocare un caos-calcio di proporzioni imprevedibili. Infatti, oltre a rischiare ancora una volta la nomea di “furbi”, il calcio italiano subisce un colpo. Con quale credibilità, per lo meno sul piano dei valori sportivi, ci presenteremo a incontri internazionali?
La sentenza stravolge anche un’altra regola fondamentale del calcio. E cioè che la partita finisca al triplice fischio del direttore di gara. Il referto, per lo meno da quanto pubblicato nei media, avrebbe affermato che il triplice fischio sia stato dato. Resta però il forte dubbio che l’invasione di campo, in base alle immagini, lo abbia preceduto. In ogni caso, vista l’invasione, non si è sentito chiaramente. A meno che non si volgiano sfidare le leggi della fisica.
Adesso, le partite, anche quelle che segnano una stagione come una finale, possono terminare per invasione di campo e non per il triplice fischio dell’arbitro? Come avvenuto nella partita Frosinone-Palermo omologata quale partita regolare? Sono domande alle quali diventa difficile rispondere e che metteranno a dura prova il calcio italiano. Forse, non solo in Italia.
D’altronde, il presidente del CONI, cioè il numero uno dello sport italiano, aveva pubblicamente dichiarato di considerare il club e la squadra del Frosinone come un modello del calcio italiano. Ha chiesto scusa pubblicamente, ai tifosi del Palermo.
Ma le scuse non sono state seguite, all’oggi, da una punizione esemplare. La multa è molto modesta, due giornate a porte chiuse potrebbero persino essere ridotte a una. Insomma, il giudizio a molti appare benevolo.
Ci si chiede, dunque, se il modello da emulare sia quello di lanciare palloni in campo per fermare azioni avversarie. È così o no? Ovviamente no. E le scuse di Malagò fanno sperare in questo senso. Ma la sentenza dimostra che la questione è aperta.
A ben vedere, con l’andamento in campo di Frosinone-Palermo, un’altra regola è stata stravolta. Una regola più popolare e colorita. Quella di Boskov, la più famosa: “rigore è quando arbitro fischia”. Nella partita Frosinone-Palermo, finale di play off per la serie B 2017-2018, infatti, non è più così. Adesso la regola è sostituita da “rigore non è quando giocatori intorno arbitro”.
Cosa succederà in questo caos-calcio con i prossimi campionati? Si vedranno più spesso molti palloni in campo? Le proteste e il gioco scorretto la faranno ormai da padrone? Si spera di no, ma la sentenza della giustizia sportiva non aiuta di certo a invertire la tendenza.
Anche perché, questa sentenza, che lo si ammetti o no, non appare molto attenta al rispetto delle regole, al rispetto dell’avversario, l’amicizia, l’educazione per i giovani. Che dovrebbero stare al primo posto nello sport.
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