Un nuovo termine coniato dal laboratorio della politica italiana
di Franco Lo Piparo
La storia è piena di uomini di Stato: alcuni hanno fatto cose commendevoli, altri no. Sono stati comunque sempre “Uomini di Stato”. Adesso in Italia è emersa la figura inedita dei “Ragazzi di Stato”.
Come tutti i ragazzi che cominciano a fare le prime esperienze di vita adulta parlano e straparlano sul futuro possibile sicuri che tanto ci sarà una famiglia che benevolmente li protegge sperando che alla fine del percorso degli inevitabili errori adolescenziali (chi non ne ha fatti?) si imbatteranno nella loro vera vocazione. Esemplare è il Ragazzo di Stato Luigi Di Maio.
Pensate ai giudizi che il Ragazzo di Stato ha dato nel giro di poche settimane sul Presidente della Repubblica. Cito dal Corriere della Sera di oggi con una breve lista, limitata solamente al periodo post-elettorale che va dal 4 aprile 2018 a oggi:
4 aprile: «Noi italiani siamo molto fortunati ad avere Mattarella al Colle».
17 aprile: «Piena fiducia in un grande uomo come Mattarella su qualsiasi decisione».
6 maggio: «Nessuna pressione su Mattarella, giù le mani da presidente».
21 maggio: Mattarella è «il nonno di tutti gli italiani».
23 maggio: «Mattarella è stato pienamente rispettoso della Costituzione e lo ringraziamo per ciò che ha fatto».
27 maggio: Mattarella? «Traditore della Costituzione».
29 maggio. Arrivano i rimproveri degli adulti. Il Ragazzo di Stato contrito chiede scusa ai parenti anziani: «Se abbiamo sbagliato qualcosa lo diciamo».
A volte si dice che l’Italia è un laboratorio di esperimenti politici. In questi giorni il Laboratorio ha partorito la figura del Ragazzo di Stato. Riusciremo ad esportarla nel mondo?
In copertina, Luigi Di Maio insieme a Danilo Toninelli e Paola Grillo. By Presidenza della Repubblica, Attribution, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=68285818
Nel testo, Luigi Di Maio nella foto di Wikipedia. By UNUO – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=68652692
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