Questa estate italiana sarà torrida e all’insegna del populismo più sfrenato che mai
di Vincenzo Pino
La reazione populista al fallimento registrato nei giorni scorsi sarà rabbiosa. Si cercheranno nuovi capi espiatori per coprirlo e per coprire le bugie e le forzature di cui sono stati protagonisti nei mesi passati. E la piazza sarà l’occasione per lasciar sfogare le peggiori pulsioni antidemocratiche connaturate ai contraenti del patto di governo testè abortito. E così far scordare le cose.
Una formazione politica, ad esempio, come il Movimento pentastellato che aveva fatto dell’alterità il proprio tratto distintivo e che aveva condotto una campagna elettorale sul filo del plebiscitarismo con slogan del tipo “mai alleanze”, che aveva condotto azioni coerenti con questa impostazione recapitando leadership e lista dei ministri in campagna elettorale al Presidente della Repubblica come se si trattasse di elezioni comunali esce sconfitta, sfiancata ed indebolita dalla fase post 4 Marzo.
Le prime avvisaglie erano state nelle elezioni parziali di Molise e Friuli ed ulteriormente confermate in Val d’Aosta e che possono essere definite con molto ottimismo un tracollo.
Ma a tutto questo deve aggiungersi la ricomparsa sulla scena politica di Di Battista e la messa in soffitta di Di Maio e delle sue contorsioni.
Nella settimana passata ai giornalisti che chiedevano notizie sulla composizione del governo dopo l’incarico al professore Conte, il novello uomo di stato rispondeva che “la composizione dello stesso era nelle mani del Presidente della Repubblica come da dettato costituzionale”. E nelle settimane precedenti quanti richiami alla correttezza ed all’equilibrio di Mattarella.
Ieri ha operato l’ennesima capriola definendo da “impeachment” il legittimo esercizio della nomina dei ministri, ed in particolare di un ministro sui 19 della compagine.
Ma è solo l’ultima giravolta del guitto che aveva definito qualsiasi alleanza degli altri come un inciucio, che aveva definito il Presidente del consiglio designato, un mero esecutore del contratto di governo, salvo a cambiarne subito la connotazione, insomma un precipizio di menzogne sempre più abissali frutto di un tatticismo senza principi che non conosce regole procedure ed assunzione di responsabilità.
In questa fase post meteora Conte, molto meglio se la passa l’altro contraente del patto che ha smontato, se ci fate caso, giorno dopo giorno l’impianto costruito dal sodale.
Salvini ha fatto rammollire qualsiasi ipotesi di leadership pentastellata, ha evidenziato la contraddizione di un presidente incarico tecnico (Conte) gettando nel panico Di Maio e Toninelli, ha piazzato Savona all’economia senza margini di trattativa col chiaro intento di dimostrare la sua primazia anche a costo di far fallire l’esperimento.
Ed alla fine ha ripreso a dettare legge nell’ambito del suo schieramento di provenienza, minacciando Forza Italia, se si fosse minimamente allontanata dai suoi diktat, ripassando all’offensiva in questo campo dopo le settimane di difficoltà che avevano accompagnato l’esperimento governo Di Maio nel rapporto con il centro destra e ridimensionando figura e forza di Berlusconi.
Mentre invece a Di Maio si è chiusa definitivamente la possibilità di impastare la sua farina nel forno di riserva. Il rapporto con il Pd e la sinistra è definitivamente chiuso, facendo rinserrare la fila a questi ultimi, anzi a farne allargare il campo con le sue minacce antidemocratiche.
Ed alla fine si ritroverà a reiterare una campagna elettorale simile a quella passata con una credibilità molto scarsa e col pericolo di un forte ridimensionamento.
Per questo avrà bisogno di inventare capi espiatori contro cui lanciare il suo popolo imbufalito oggi è Mattarella ma vedrete che riemergeranno l’Europa, i poteri forti , le banche.
Per recuperare la verginità perduta sua e di quelli che lo seguono. E si sappia che ancora l’onda d’urto di questa inerzia è ancora molto forte. Sarà un’ estate infuocata, un’estate torrida, all’insegna di quel torrido bacio in uno scomodo murales che ha dipinto la realtà dell’inciucio.