di Gabriele Bonafede
Non tutti sanno che lo spettacolo teatrale “Le nozze di Figaro” di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais fu una specie di preludio alla rivoluzione francese (1789), già nel 1784. Rese definitivo il distacco tra la nobiltà e il popolo francese, inclusa la borghesia, evidenziando l’assurdità dei privilegi nell’ancien regime. Stando alle leggende rivoluzionarie Danton avrebbe sentenziato: « Figaro a tué la noblesse ! » (Figaro ha ucciso la nobiltà), e Napoleone avrebbe detto: « C’est déjà la Révolution en action ! » (è già la rivoluzione in azione).
Wolfgang Amadeus Mozart fu molto coraggioso a proporlo nel 1786, a Vienna, all’imperatore Giuseppe II d’Asburgo-Lorena in versione operistica, più precisamente quale “opera buffa”.
L’imperatore, per quanto considerato un “illuminato” per quei tempi, aveva opportunamente vietato la rappresentazione delle Nozze di Figaro. Ma Mozart, che si avvalse per la prima volta di Lorenzo Da Ponte (nato Emanuele Conegliano) per il libretto, riuscì a convincere l’imperatore eliminando le parti politicamente più “sconvenienti”.
Nondimeno, la scena finale con il balletto fu reinserita grazie proprio a Giuseppe II d’Asburgo-Lorena, il quale, nonostante avesse proibito balli in scena, approvò dopo aver visto una prova con il ballo effettuato senza musica. Nel XX secolo, il grande film “Amadeus” ha ripercorso quell’episodio in maniera indimenticabile.
Coincidenze bizzarre di date e luoghi, in questa vicenda. La prima rappresentazione delle “Nozze di Figaro” di Mozart a Vienna avvenne per il 1 maggio (1786), poi diventato il giorno della festa dei lavoratori. Da Ponte era nato a Vittorio Veneto, il luogo dove nell’ottobre del 1918 l’esercito Austro-Ungarico si dissolse inseguito dalle armate italiane, decretando la fine dell’Impero asburgico.
Mozart avrebbe scritto per la prima interprete di Susanna, Nancy Storace, una delle più belle serenate della storia della musica: “Ch’io mi scordi di te?” dove è la donna a cantare all’amato ed è il compositore che si rivolge all’amata… Secondo alcuni, sarebbe stata una dichiarazione d’amore al soprano londinese, ma di origini italiane, Anna Selina Storace, in arte Nancy Storace.
Da venerdì 18 maggio, le Nozze di Figaro, saranno al Teatro Massimo di Palermo in una stagione operistica che, in concomitanza con Palermo Capitale della Cultura, sta raccogliendo un successo indiscusso. E Susanna sarà interpretata dalla ventiquattrenne kazakha Maria Mudryak.
È facile immaginare che non siano pochi i musicisti che possano innamorarsi di lei: oltre ad essere un’artista sconvolgente è anche molto bella. Nasceranno altre “Ch’io mi scordi di te” a Palermo? Possibile.
Maria è nata in Kazakistan, ma è di formazione totalmente italiana: già a dieci anni è venuta a vivere in Italia con la madre per studiare Canto Lirico ed altre materie musicali alla Scuola Musicale di Milano. La sua carriera, altra coincidenza, è iniziata proprio con l’interpretazione di Susanna nelle Nozze di Figaro a soli diciannove anni, ruolo vinto partecipando al concorso “Benvenuto Franci” a Pienza. Anche se è con Violetta nella Traviata di Verdi che Maria Mudryak è stata acclamata in Italia, recentemente al San Carlo di Napoli.
Da brividi di felicità la sua interpretazione di Violetta, che posto qui alla fine di questo articolo nella versione pubblicata dal suo canale youtube. La sua disinvoltura nel muoversi in scena è da presa della Bastiglia. L’emozione, la grandezza, la sua teatralità, la sua voce sono semplicemente rivoluzionarie. Beaumarchais, Danton e Napoleone ne sarebbero certamente conquistati e dilettati in un crescendo di pathos da “enfants de la Patrie”.
Mozart, pur tagliando le scene più compromettenti dal punto di vista politico, riuscì a rappresentare l’aspetto satirico, per quei tempi, e di dileggio nei confronti della classe dominate: i “servi”, i personaggi che rappresentano il popolo, sono molto più furbi e molto più onesti dei nobili loro padroni.
Il centro del discorso è l’anacronistico ius prime nozze, con una trama che si svolge in una sola giornata. E, quasi un secolo prima che nascesse Freud, rappresenta l’amore di quattro coppie che ne definiscono l’evoluzione psicologica: Cherubino e Barbarina rappresentano l’amore acerbo, Susanna e Figaro l’amore che sboccia, il Conte e la Contessa l’amore logorato e senza più passione, Marcellina e don Bartolo l’amore maturo.
Tutti sappiamo che Mozart scrisse l’opera in sole sei settimane. Il finale del secondo atto lo scrisse in una notte, un giorno e una successiva notte di lavoro continuato: una cavalcata, un assalto impetuoso di popolo degno di una battaglia di Jemappes. Nella quale le armate popolane della rivoluzione francese travolsero gli eserciti reazionari di Francesco II d’Asburgo-Lorena.
Al Teatro Massimo di Palermo, la regia è affidata a Chiara Muti, le scene sono di Ezio Antonelli, i costumi di Alessandro Lai, le luci sono curate da Vincent Longuemare.
“Nella lettura di Chiara Muti – si legge nel comunicato stampa del Massimo – i due elementi fisici che dominano la scena sono la corte, rappresentata dalle scale, simbolo dei cambiamenti sociali, e la natura, che pian piano riesce a riconquistare lo spazio; così come tutta l’opera si configura come un dialogo tra desiderio e amore, presenti in scena fin dal principio e declinati in tutte le forme possibili. Le nozze di Figaro disegnano l’uomo per quello che è, con vizi e virtù: la miseria della natura umana e allo stesso tempo la grandezza che l’uomo ha nel far fronte al proprio destino e nel perdonarsi, nonostante tutto”.
In scena un grande cast; Simone Alberghini nel ruolo del Conte d’Almaviva, Mariangela Sicilia in quello della Contessa d’Almaviva, mentre la coppia Susanna-Figaro è interpretata, appunto, da Maria Mudryak e Alessandro Luongo. Nel ruolo en travesti di Cherubino c’è Paola Gardina. Con loro Laura Cherici (Marcellina), Emanuele Cordaro (Don Bartolo), Bruno Lazzaretti (Don Basilio), Giorgio Trucco (Don Curzio), Daniela Cappiello (Barbarina) e Matteo Peirone (Antonio). Orchestra e Coro del Teatro Massimo, Maestro del Coro Piero Monti, Maestro al fortepiano Giacomo Gati.
In scena al Teatro Massimo di Palermo il 18, 20, 22, 24, 26 maggio
LE NOZZE DI FIGARO
Opera buffa in quattro atti
Libretto di Lorenzo Da Ponte
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Direttore Gabriele Ferro
Regia Chiara Muti
Scene Ezio Antonelli
Costumi Alessandro Lai
Luci Vincent Longuemare
Assistente alla regia Marie Lambert
Personaggi e interpreti
Il Conte di Almaviva Simone Alberghini
La Contessa di Almaviva Mariangela Sicilia
Susanna Maria Mudryak
Figaro Alessandro Luongo
Cherubino Paola Gardina
Marcellina Laura Cherici
Don Bartolo Emanuele Cordaro
Don Basilio Bruno Lazzaretti
Don Curzio Giorgio Trucco
Barbarina Daniela Cappiello
Antonio Matteo Peirone
Maestro al fortepiano Giacomo Gati
Orchestra e Coro del Teatro Massimo
Maestro del Coro Piero Monti
Nuovo allestimento del Teatro Massimo
in coproduzione con il Teatro San Carlo di Napoli
e il Teatro Petruzzelli di Bari
Venerdì 18 maggio ore 20.30
Domenica 20 maggio ore 17.30
Martedì 22 maggio ore 18.30
Giovedì 24 maggio ore 18.30
Sabato 26 maggio ore 18.30
Maria Mudryak in Violetta:
1 thought on “Le nozze di Figaro al Teatro Massimo con Maria Mudryak. E un pizzico di Rivoluzione”