A Villafrati ogni sabato dal 21 aprile al 26 maggio. Si chiuderà con una straordinaria edizione del “Il Pozzo dei pazzi”
di Gabriele Bonafede
Correranno lungo il filo dell’equilibrio e delle contraddizioni tra “coppie” (uomo e donna, insegnante e allievo, vittima e carnefice, amico e amica) gli spettacoli della terza edizione di Verba Manent, innovativa rassegna di teatro contemporaneo al Teatro Del Baglio di Villafrati (PA).
Questa terza edizione della rassegna è in programma dal 21 aprile al 26 maggio, sempre nel suggestivo spazio di 200 posti ricavato dall’antico granaio del Palazzo Filangeri, in cima a Corso San Marco, nel centro storico di Villafrati. Il teatro, che ha anche altre rassegne riguardanti commedie e musica, è ormai una vera e propria Istituzione del Comune di Villafrati. Ha infatti ospitato numerose compagnie e artisti nazionali e internazionali, fra i quali: Elena Bucci, Maria Paiato, Marta Cuscunà, Franco Scaldati, T.T.B., Antonio Piovanelli, Frosini-Timpano, Dispensa Barzotti, Massimo Verdastro, Filippo Luna, Nicolò Carnesi, Mimì Sterrantino e molti altri.
Verba Manent seleziona spettacoli di qualità e di ricerca, di innovazione e di inclusione nel panorama emergente del teatro italiano indipendente. Quest’anno le quattro compagnie italiane, per quattro spettacoli, saranno tutte meridionali. Ognuna presenterà un’opera molto diversa dalle altre per contenuti e connotazione artistica, ma mantenendo uno sguardo panoramico sulla scena teatrale indipendente del nostro Paese e in continuità con le edizioni precedenti.
«Una cosa non voluta, ma che si è verificata naturalmente – spiega il direttore artistico della rassegna, Valeria Sara Lo Bue -, è la provenienza dal Sud (Puglia, Calabria e Sicilia) delle compagnie. Un’altra linea comune è la chiave ironica che circola quasi ovunque. Filo conduttore, poi, lo dicevamo all’inizio, la relazione. In “Due Passi Sono”, quella di una vita a due, marito e moglie. Peraltro, Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi sono coppia anche nella vita e questo è lo spettacolo che li ha consacrati e uniti in tutto. “Barbiana” è, per esempio, adatto al mondo degli insegnanti, dal momento che parla di Don Milani, di cosa vuol dire educare e di un’esperienza fatta direttamente dalla protagonista. Con “Otello Alzati e Cammina”, Gaetano Ventriglia torna per la seconda volta al Teatro del Baglio. Lui, della linea di Reza, è un attore molto particolare, particolarmente ironico, veramente unico, che io personalmente considero uno dei più bravi sulla scena italiana, al quale non viene riconosciuto ciò che merita perché gira poco nel nostro Paese».
Inevitabile, e atteso, il tributo che Verba Manent propone quest’anno a Franco Scaldati con “Il Pozzo dei pazzi”, nella versione già andata in scena con grande successo ai Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo e poi al Teatro Vittorio Alfieri di Naso (ME). Una versione diretta dal drammaturgo francese Georges Lavaudant che ha lavorato con un gruppo di attori siciliani particolarmente affiatati e innovativi, in collaborazione con la Compagnia di Scaldati, Melino Imparato e Matteo Bavera, già direttore del Teatro Garibaldi di Palermo e oggi direttore del Teatro Vittorio Alfieri di Naso.
«Gli era dovuto – prosegue Valeria Sara Lo Bue direttrice artistica di Verba Manent – perché Scaldati ha lavorato tanto nel nostro teatro di Villafrati, contribuendo non poco alla sua evoluzione. Uno spettacolo già portato in scena a Palermo, ma che non hanno visto tutti. Un pezzo della storia artistica della nostra città, uno dei testi che ha consacrato Franco Scaldati sulla scena italiana. Anche qui si gioca tutto sulle relazioni. I personaggi sono coppie, innamorati, musicisti; due clochard, due vagabondi e una coppia molto strana. C’è, poi, questo matto che ha come amica una gallina – che, nella miseria, diventerà il Golem – trasformandosi nell’oggetto di uno scontro tra i personaggi e scatenando il senso del desiderio tra tutti. Sembra apparentemente un lavoro sulla vita di strada, ma in fondo è sul possesso. Il linguaggio è molto divertente, ma anche abbastanza di pancia, forte, parlato dai vagabondi della fine degli anni ‘70/’80, praticamente del periodo in cui è stato scritto. Per questo è suggerito a un pubblico adulto o comunque a ragazzi accompagnati dai genitori».
Scelte forti, importanti, di sfida ma anche di conferma, quelle fatte dalla direzione artistica di Verba Manent, in un Teatro del Baglio in netta crescita di visibilità grazie anche alle tante migliorie tecniche apportate allo stesso spazio teatrale.
«Valorizzando il contributo ricevuto da parte del FURS 2016/2017 – afferma Salvatore La Barbera, presidente dell’Istituzione Teatro del Baglio – continuiamo con questa rassegna di teatro contemporaneo che vuole offrire un impulso culturale nel comprensorio, quale leva di attrazione e valorizzazione del nostro patrimonio. Quest’anno, poi, abbiamo anche migliorato l’impianto audio, delle luci e lavorato anche al sito web, grazie al quale possiamo ancora di più interagire con il pubblico. Dobbiamo, quindi, dire grazie all’assessorato regionale al Turismo, ma anche al nostro direttore artistico che ha curato la scelta e la proposta di un teatro contemporaneo d’indubbia qualità. L’edizione 2017 è andata molto bene rispetto al trend degli abbonamenti precedenti e crediamo che quest’anno potremo crescere ancora, consentendo una migliore fruizione del Baglio. La sinergia con le realtà del territorio, infine, consente ancora una volta di innescare un meccanismo che giova a tutto l’hinterland».
Gli spettacoli in programma per Verba Manent 2018
Si parte sabato 21 aprile con “DUE PASSI SONO”, spettacolo vincitore del Premio “Scenario per Ustica 2011” / “In Box 2012”/ “Pomodoro 2013”.
Regia, testi e interpretazione Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi / Scene e costumi Cinzia Muscolino / Disegno luci Roberto Bonaventura/ Aiuto regia Roberto Bitto/ Collaborazione Giovanna La Maestra / Produzione Carullo-Minasi.
Due piccoli esseri umani, un uomo e una donna dalle fattezze ridotte, si ritrovano sul grande palco dell’esistenza, nascosti nel loro mistero di vita che li riduce dentro uno spazio sempre più stretto dall’arredamento essenziale, stranamente deforme, alla stregua dell’immaginario dei bimbi in fase febbricitante. Attraversano le sezioni della loro tenera per quanto altrettanto terribile, goffa e grottesca vita/giornata condivisa. Sembrano essere chiusi dentro una scatoletta di metallo, asettica e sorda alle bellezze di cui sono potenziali portatori, ma un “balzo” – nonostante le gambe molli- aprirà la custodia del loro carillon. Fuoriescono, vivendo il sogno della vera vita da cui non v’è più bisogno di sfuggire ma solo vivere, con la grazia e l’incanto di chi ha imparato ad amare la fame e la malattia, dunque i limiti dello stare.
La Compagnia Carullo/ Minasi nasce nel 2011 dall’incontro fra Cristiana Minasi e Giuseppe Carullo, sancendo ufficialmente la loro unione artistica con “Due passi sono” che vince il Premio “Scenario per Ustica 2011”, Premio “In Box 2012” e il Premio Internazionale “Teresa Pomodoro 2013”. Con “T/Empio, critica della ragion giusta” (2013), anch’esso scritto, diretto e interpretato da Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi, come libera reinterpretazione dell’Eutifrone di Platone, la compagnia si aggiudica la vittoria ai Teatri del Sacro 2013, oltre ad arrivare finalista al Bando Ne(x)twork 2013 (Teatro dell’Orologio e Kilowatt Festival). Con il monologo “Conferenza tragicheffimera, sui concetti ingannevoli dell’arte” (2013) di e con Cristiana Minasi, la compagnia vince il Premio di Produzione E45 Napoli Fringe Festival 2013. I tre spettacoli chiudono la “Trilogia dedicata al tema del Limite”, cifra stilistica della Compagnia, limite inteso quale risorsa drammaturgico-creativa per la definizione di qualsivoglia atto d’arte, nella sua natura prima d’atto politico-democratico. A dicembre 2017, le è stato consegnato il Premio “ANCT 2017” presso Teatro Argentina di Roma.
Sabato 28 aprile sarà la volta di “BARBIANA”, spettacolo vincitore del Premio “LUCCICA 2016” come miglior attrice, ispirato dalla portata rivoluzionaria dell’esperienza di Don Milani.
Scrittura e drammaturgia di Michela Diviccaro, in collaborazione con Margherita Cristiani / Regia e interpretazione Michela Diviccaro / Produzione Diaghilev.
Cosa significa insegnare? Che cos’è insegnare? Quand’è che uno è un insegnante vero?
Quando Michela è solo una bambina e le chiedono quale sia la sua vocazione, lei, di getto, risponde: “la maestra”. Passo dopo passo la seguiamo al liceo, all’università, al lavoro, nel suo percorso di incontri, di intoppi, di tentennamenti nella definizione di quel che è il ruolo dell’insegnante. A guidarla, nel suo interrogarsi, l’incontro con i testi di Don Lorenzo Milani e la portata rivoluzionaria dell’esperienza nella scuola di Barbiana.
Michela Diviccaro è diplomata all’International Theatre Academy of Adriatic (2009/2012). Alla formazione e alla carriera di attrice accosta le sue competenze in ambito pedagogico e nella didattica teatrale. Nata a Roma, vive e lavora a Barletta, ma collabora con diverse realtà nazionali come attrice, insegnante e regista.
“OTELLO ALZATI E CAMMINA” è il lavoro che verrà proposto sabato 19 maggio dalla Compagnia Garbuggino-Ventriglia, Armunia, Rialto Santambrogio / con Gaetano Ventriglia.
Una tempesta porta Otello a Cipro per combattere i turchi. Ma i turchi sono tutti affogati prima ancora di arrivare. A Otello, adesso, tocca vivere. Mannaggia, come fare? Se c’è una possibilità, la buttiamo via. Peccato. O forse…
La Compagnia Garbuggino-Ventriglia lavora dal 2002. Tre volumi editi sul loro lavoro: “Cicoria – del teatro di Ascanio Celestini e Gaetano Ventriglia”, a cura di Simone Soriani, Titivillus edizioni 2006 ; “La Voce Solitaria”, volume collettivo a cura di Paolo Puppa, Bulzoni 2010; “Il Tempo a Napoli”, a cura di Pier Mario Vescovo, su cinque spettacoli del Napoli Teatro Festival 2010, tra i quali Delitto e Castigo – Dostoevskij ai Quartieri Spagnoli, Marsilio 2011. La compagnia ha affrontato autori quali Dostoevskij, Shakespeare, Cechov e Wilde, in un teatro in cui l’attore è al centro della scena. Tra le produzioni: “Nella luce idiota” (2003); “Prima stanza” (2005); “Kitèmmùrt – Amleto atto V scena II” (2005); (I can’t get no) “Satisfaction” (2007); “Non ho prospettive” (2008); “Otello alzati e cammina” (2008); “Il Premio Dostoevskij” (2009); “Delitto e Castigo ai Quartieri Spagnoli” (2010); “Uàild” (2011); “Show”(2012) che poi diventa: “Magi” (2013).
La terza edizione di “Verba Manent” si chiuderà con uno spettacolo atteso da tempo al Teatro del Baglio. Consigliato, però, a un pubblico di adulti, sabato 26 maggio andrà in scena “IL POZZO DEI PAZZI” , a cura della Compagnia di Franco Scaldati .
Di Franco Scaldati / con Luigi Rausa, Fabio Lo Meo, Luciano Sergiomaria, Valeria Sara Lo Bue, Totò Pizzillo, Antonella Sampino, Fabiola Arculeo, Alessio Barone, Mariangiela Glorioso, Luisa Hoffman/ assistente alla regia Alessandra Leone /coaching – aiuto regia Matteo Bavera, Melino Imparato / regia Georges Lavaudant / produzione Compagnia Franco Scaldati.
Aspanu e Binirittu sono due clochard. Fra di loro c’è un rapporto di grande amicizia, continuamente messo alla prova dalla miseria. Nella loro porzione di strada passano altre coppie di personaggi, un pazzo, Totò, la cui unica amica è una gallina; due amanti, Masino e Pinò, il cui amore si deteriora visibilmente e inesorabilmente davanti alla durezza della vita; due suonatori, Matteo e Giovannino, dispettosi e cinici; una serie di figure quasi ultraterrene, la donna delle mele, le prefiche, i quali arricchiscono la vicenda di divertenti e irriverenti siparietti e di momenti poetici e di grande commozione. Il linguaggio è quello della strada, duro, scurrile, ma estremamente divertente. Un delirio barocco, secondo la definizione di Vincenzo Consolo, nel quale la lingua dei bassifondi diventa fatto letterario.
L’associazione “Compagnia di Franco Scaldati” nasce a Palermo nell’agosto del 2002 per iniziativa di attori e collaboratori del drammaturgo, regista e attore di fama internazionale Franco Scaldati, con l’idea di proseguire il cammino per la realizzazione dei progetti culturali e artistici secondo i presupposti e lo spirito che da sempre hanno animato le precedenti associazioni, compagnie e gruppi con cui il drammaturgo ha operato per più di trent’anni. Dopo la morte del Maestro, la compagnia ha operato sotto la guida del capocomico Melino Imparato, tra i fondatori della stessa. Fra gli spettacoli più conosciuti, oltre a “Il pozzo dei pazzi”, si ricordano “La Gatta di Pezza”, “Assassina”, “Sonno e Sogni”, “Vorrei avere un paio d’ali dorate”, “Un angioletto vestito di giallo”, “E’ la terra un’unica finestra”.
Gli spettacoli di Verba Manent saranno tutti serali, dalle 21.15 alle 23.15. Abbonamento a tutta la rassegna € 18,00, biglietto singolo € 5,00. Il loro acquisto direttamente al Teatro del Baglio. Info: 324 050 7009.
La rassegna è legata a una promozione con la pizzeria Garden, una delle attività storiche di Villafrati. Un’occasione in più per avvicinarsi al territorio di Villafrati, uno dei Comuni del territorio di Rocca Busambra, a una manciata di minuti dal paesino medievale di Cefalà Diana, famoso per il suo castello e per le terme arabe. Pieno di fascino il borgo di Ficuzza, meta turistica rinomata per il suo bosco e per la Casina di caccia di Ferdinando di Borbone; irrinunciabile la visita a Mezzojuso, comune medievale conosciuto per uno dei carnevali storici più antichi d’Europa, e a Godrano, villaggio contadino ricco di prodotti agroalimentari, fra i quali il famoso caciocavallo. In zona è diffuso il turismo rurale, che consente di pernottare immersi nel verde e di usufruire di servizi spa, uscite a cavallo e passeggiate.