di Giovanni Rosciglione
Continua il dibattito sui fatti di Bardonecchia e sulla altezzosa e sgarbata esibizione della Gendarmeria Francese, che, in terra italiana, ha messo in scena un blitz napoleonico alla ricerca di terroristi travestiti da emigranti.
Ha fatto bene il governo italiano a protestare e a chiedere alla sorella Francia chiarimenti e scuse.
Ma ho visto che, nelle precarie e deboli condizioni in cui si trova ora la politica del nostro paese, si è acceso un dibattito surreale e tragico, se non fosse ridicolo.
C’è infatti chi ne approfitta per dire che – contemporaneamente – dobbiamo dichiarare guerra a Macron e rigettare a mare ogni migrante. Altri che, invece, affermano che il terrorismo non esiste e che come ministro dell’interno dobbiamo nominare Gino Strada.
Surreale questa condizione, dicevo.
Ma, riflettendo, ho provato a immaginarmi cosa sarebbe successo se il caso Bordighera fosse avvenuto tra un mese e, al Governo, al posto di Marco Minniti ci fosse come ministro degli interni quello indicato da Luigino Di Maio: la Signora Paola Giannetakis, Esperta di analisi comportamentale, criminologia, intelligence e sicurezza e Professoressa alla Link Campus University di Roma, dove svolge attività di insegnamento e progettazione curriculare.
Ecco che, non so come, mi è venuto alla mente un vecchio episodio di costume accaduto più di 25 anni fa su Canale 5, in una delle puntate della fortunata serie di “Non è la RAI”.
Ambra Angiolini, a quel tempo ancora ragazzina e che oggi è divenuta una brava e simpatica attrice brillante che lavora in Rai con Massimo Gramellini, era in quella puntata collegata con un auricolare con il famoso Gianni Boncompagni, che le suggeriva e l’aiutava negli spunti improvvisati dei suoi interventi. E’ in quell’occasione che Ambra comunica agli spettatori che sarebbe stato opportuno votare per Silvio Berlusconi.
Questo avvenne allora, ma per fortuna Berlusconi Premier si limitò a fare dell’Italia un paese da Operetta della Belle Époque e la sua politica contribuì a fare rimpiangere la Prima Repubblica e frenare ogni crescita politica ed economica dell’Italia. Ma la tenuta democratica non subì danni e arretramenti. In quel ventennio si attuò l’alternanza per prima la volta e il centrosinistra governò con Prodi, Amato e D’Alema.
Ma oggi? Oggi dopo una crisi economica globale, dopo i fenomeni di populismo, dopo la rivoluzione del policentrismo del dopo Caduta del Muro, con Trump e i nuovi sovranismi isolazionisti? Oggi in Italia dopo il 4 marzo? Oggi, come immaginiamo, ad esempio, un collegamento Skype tra la Ministra degli interni Giannettakis e il suo omologo francese? Come si svolgerebbe il colloquio? A quale ipotesi di soluzione si arriverebbe dopo i fatti di Bordighera? Chiediamocelo.
Sono un po’ preoccupato. Perché amici miei la nostra Ministra non sarebbe collegata a Gianni Boncompagni, ma, probabilmente col meno conciliante Zar Vladimiro Primo!
Buona arrustuta di Pasquetta a tutti. Godiamocela, sinché sarà possibile.