di Gabriele Bonafede
Sui media si parla ormai di “stallo elettorale”. Stupisce che gli stessi media, alcuni dei quali teoricamente sobri, parlassero invece di un trionfo solo un paio di giorni fa. Anzi, di ben due trionfi: quello dei 5 stelle e quello della Lega. Adesso è invece “stallo elettorale”. Che stano. Dove è finito il trionfo di poche ore fa?
Subito dopo le elezioni c’è stato un “corteggiamento” nei confronti del PD. “Corteggiamento”, tra virgolette. Perché assomiglia di più allo stalking di quel pretendente dai modi violenti che insulta una donna con sconcezze nella speranza di conquistarla, visto che ancora non è riuscito a violentarla.
Pd perdente. Molto perdente, ed è vero. Eppure è corteggiato, sia pure con i metodi dei bifolchi. Che strano. Un movimento o partito che ha appena passato l’arco di trionfo ha bisogno di corteggiare altre formazioni politiche? E in maniera così insistente poi. Poco ci manca e spunta fuori che il PD è il vero vincitore di queste elezioni.
Insomma, i trionfatori, o più precisamente i trionfisti, non riescono a formare un governo da soli nonostante la supposta trionfaggine. Supposta, come quella che si sono ritrovati i meridionali dopo aver votato in massa credendo alla bufala del reddito di cittadinanza e tante altre proposte finanziariamente irrealizzabili, per stessa ammissione di chi le ha proposte.
Oggi, oltre al disco rotto e già dismesso del trionfo, i 5 Stelle vanno dicendo che lo “stallo” sarebbe colpa della legge elettorale “fatta con Verdini e Alfano”. Proprio non ce la fanno a spargere bufale. È ormai una reazione automatica, un riflesso condizionato.
Un insuccesso? Bufala. Un problema? Bufala. Una cosa della quale vergognarsi? Bufala e dar la colpa agli altri. Manco fossimo nella Russia di Stalin o di Putin. Trovi un 5 Stelle con le mani nella marmellata? Subito parte la negazione dell’evidenza, come quei mariti trovati a letto con l’amante. “Non è come credi”. Certo. Solo una moglie rincoglionita o chi ha subito il lavaggio del cervello può credervi.
Con una legge diversa il PD al 18% avrebbe governato? Ridicolo. E nemmeno con il 31% si governa da soli, qualsiasi sia la legge elettorale. Il M5S si dice abbia “trionfato”. Benissimo, che formi un governo da solo, se è vero che ha trionfato. Quando uno va in “trionfo” può governare da solo. Se non ha i numeri, evidentemente trionfo non è. Evidentemente è una vittoria, persino spettacolare nei numeri, ma rimane una vittoria di Pirro. Una vittoria con così tanti morti e feriti da non permettere d’avvantaggiarsene pienamente.
A ben vedere, si tratta di un trionfo di cartapesta: dismesso poche ore dopo averlo celebrato. Se dunque quello dei 5 Stelle non è trionfo, ci pensino altri a governare se riescono a formare una maggioranza, anche loro altri trionfisti. O si vada a nuove elezioni.
Anche con la stessa legge. Sì. Il vero problema non è la legge elettorale. Il problema è la veicolazione delle informazioni in un paese di creduloni. Ci avete inondati di bufale, di ologrammi, di bugie, di promesse iperboliche e irrealizzabili, e i vostri elettori hanno creduto che voi avreste avuto una sorta di bacchetta magica. Che gli altri, tutti gli altri, erano bestie. Mentre voi sareste stati perfetti.
Non è così. Nessuno è perfetto. E quelli che si credono perfetti sono peggio degli altri, perché non hanno nemmeno la capacità di fare e di ammettere autocritica. In politica si deve avere un minimo di onestà intellettuale e dire le cose come stanno. Capisco la propaganda, ma avete veramente superato ogni limite di decenza: grillini e leghisti insieme. La storia del reddito di cittadinanza è emblematica per una serie di proposte che sommate porterebbero l’Italia nei guai. Adesso che direte ai milioni di meridionali che vi hanno votato su queste promesse che dite voi stessi irrealizzabile? Irresponsabili.
Governare con degli irresponsabili è da irresponsabili. Il PD sarebbe irresponsabile a governare con il Movimento 5 Stelle, oltre che stupido e senza dignità, e lontanissimo dalle proposte dei 5 Stelle.
Certo, insieme al voto sul fantomatico reddito di cittadinanza, c’è stato il voto di protesta. C’è stato anche il voto di chi non vede più in là del proprio naso. Anche il voto di chi sale gattopardescamente nel carro del vincitore. Ma il programma di governo che ha proposto il M5S è un’avventura articolata in avventure a ramificazioni. Una cosa che fa pensare a una irresponsabilità persino maggiore di quella di un Trump o di un Maduro.
Le promesse irrealizzabili convicono soprattutto dove c’è disperazione e arretratezza. Dove c’è la ritirata e il colpevole abbandono da parte della sinistra, vero. La sinistra e il centrosinistra possono e devono fare molto di più per recuperare la speranza tra i giovani, nelle periferie, nel Mezzogiorno. Ma non è con la bacchetta magica e le vuote promesse che si supereranno i problemi.
Anche la Lega ha sparso false promesse. Salvini sa benissimo che fermare l’immigrazione in pochi mesi è impossibile. La si può ridurre, ma non fermare. Sa benissimo che rimpatriare centinaia di migliaia di clandestini non è solo impossibile calcolatrice alla mano, ma costosissimo. Anche lì, una falsa promessa. Che presto, prima gli italiani di ogni altro, scopriranno.
Altro che trionfo. Questo è solamente un trionfo di cartapesta. E con le gambe corte. Molto corte. Prima il Paese se ne rende conto, meglio è. Perché un trionfo di cartapesta che rimane in piedi troppo tempo, ad esempio XXI anni di un’“era politica”, farà gravissimi danni e infine crollerà tra le macerie intorno.