di Gabriele Bonafede
All’indomani delle elezioni e del conteggio dei seggi, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sembra trovarsi in una situazione molto simile al contadino che doveva attraversare un fiume con una piccola barca e trasportare sull’altra riva lupo, capra e cavoli.
Vista la grande diffusione di memoria-breve in Italia, val la pena ricordare la favoletta.
Un contadino doveva trasportare al di là di un fiume il suo lupo, la sua capra e una cesta di cavoli. Gli animali solo in sua presenza non si sarebbero comportati male. Sotto il suo vigile occhio il lupo non avrebbe mangiato la capra (o pecora) e la capra non avrebbe mangiato i cavoli. Avendo a disposizione una barca poco capiente, o con limitata sopportazione di peso, avrebbe potuto trasportare solo lui in compagnia di una delle due bestie o lui insieme alla sola cesta di cavoli. Ma se avesse lasciato su una delle due rive del fiume il lupo insieme alla capra, questi l’avrebbe uccisa per mangiarsela; allo stesso modo non avrebbe potuto lasciare insieme capra e cavoli perché la capra li avrebbe sicuramente mangiati.
Come fece il contadino ad attraversare il fiume con lupo, capra e cavoli tutti e tre incolumi?
Anche i bambini sanno che il saggio contadino fece un primo viaggio attraversando il fiume insieme alla sola capra, lasciandola sulla riva opposta. Poi tornò indietro con la barca vuota a prendere i cavoli che portò sulla seconda riva lasciandoli lì da soli e riportando indietro la capra. Al terzo viaggio traghettò finalmente il lupo, per lasciarlo sulla riva opposta insieme ai cavoli, visto che il lupo non li mangia in quanto carnivoro. Quindi tornò indietro per prendere la capra. Con quel viaggio concluse finalmente l’attraversamento del fiume. Ci vuole tempo e fatica, ma si può fare: salvando lupo, capra e cavoli.
Forse, la soluzione potrebbe aiutare Mattarella. Va detto, però, che è probabile che il nostro Presidente si trovi nel poco invidiabile compito di dover trasportare due lupi o più lupi, e non solo uno. E che non ci sia da attraversare solo un fiume, ma molti di più. I viaggi rischiano di moltiplicarsi, e di molto.
Mettiamola in maniera molto ottimista: semplicemente con due soli lupi, ambedue “vincitori” di una trionfante vittoria di Pirro.
Mattarella deve trasportare al di là di un fiume i suoi due lupi (ad esempio, ma solo quale esempio, per carità, Lega e Cinque Stelle), la sua capra (il popolo) e una cesta di cavoli (chiunque altro). La soluzione, non è più così facile, anche con un solo fiume da attraversare.
Mattarella dovrebbe fare un primo viaggio attraversando il fiume insieme alla capra, lasciandola sulla riva opposta. Poi tornare indietro a prendere i cavoli. E dunque un secondo viaggio di andata e ritorno, depositando i cavoli ma riportando indietro la capra, onde evitare che la capra se li mangi. Rendendo forse inutile il primo viaggio, ma dopotutto nella vita qualche errore c’è sempre, ed è persino prevedibile.
Al terzo viaggio traghettare finalmente il primo lupo, per lasciarlo sulla riva opposta insieme ai cavoli, visto che il lupo non li mangia in quanto carnivoro. Il secondo lupo si mangia nel frattempo la capra. Quindi tornare indietro per prenderlo. Con quel viaggio concludere l’attraversamento del fiume, salvando i due lupi e i cavoli. La capra, ahimè, andrà al suo destino. D’altronde, capra è.
Oppure, Mattarella dovrebbe fare un primo viaggio attraversando il fiume insieme alla capra, lasciandola sulla riva opposta. Poi tornare indietro a prendere i cavoli, portarli sull’altra riva e lasciarli con la capra. Che se li mangia. E dunque un altro viaggio di andata e ritorno, portando il primo lupo ma riportando indietro la capra.
Al terzo viaggio traghettare finalmente il secondo lupo, lasciando sulla prima riva solo la capra, ma portando il secondo lupo sull’altra riva. Quindi tornare indietro per prendere la capra. Con quel viaggio concludere l’attraversamento del fiume, salvando i due lupi e la capra. I cavoli, ahimè, andranno al loro destino. D’altronde, cavoli (loro) sono.
Un’altra opzione è disponibile: non attraversare il fiume e chiamare nuove elezioni. Magari i due lupi si azzannano tra loro e la capra mette un poco di giudizio, pur essendo capra.
In quanto ai cavoli, potrebbero crescere un poco pure loro. Potrebbe però rimanere fottuto, rimanendo comunque con i soli lupi, e perché no, con ulteriori lupi e senza più cavoli o capra a prescindere.
Un’altra opzione, forse, è prendere uno dei due lupi e buttarlo nel fiume al suo destino. Tenendosene solo uno. Meglio sarebbe gettarli tutti e due.
Ci sono altre opzioni? Probabilmente. Le vie del Signore sono infinite. Ci sarebbe persino un consulente: San Francesco, che parlava ai lupi. Ma, forse, nemmeno lui riusciva a farli parlare tra loro.
Rimane un’amara constatazione: chi si fa capra, il lupo se la mangia. E se i lupi sono due, non la salva nemmeno il saggio contadino.
In copertina, Sergio Mattarella nella foto pubblicata su Wikipedia (zoom). Di Presidenza della Repubblica Italiana, Attribution, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=38730418
Questa mi sembra una versione inedita della favoletta perché i lupi sono tre, nessuno dei quali disposto a fare né la capra né il cavolo; e per giunta si odiano, o perlomeno hanno detto di odiarsi ad nauseam e in tutte le salse, quindi secondo logica dovrebbero solo sbranarsi a vicenda. Anzi se io fossi Mattarella darei loro udienza solo per telefono o da postazione opportunamente protetta. Non si sa mai, dovessero prendersela con lui.