di Gabriele Bonafede
Il Palermo ribalta lo 0-1 del primo tempo concludendo con una vittoria spettacolare sull’Ascoli. Finisce 4-1 e dai fischi si passa al tripudio. La domanda retorica e banale l’abbiamo sentita e letta in queste ore: cosa avrà detto Tedino ai suoi giocatori alla fine del primo tempo?
La risposta è quantomeno ovvia: siamo superiori, giocate più rapidi e ne farete un boccone. Certo, servirà anche cinismo, un pizzico di fortuna, muscoli e concentrazione. Ma, contrariamente a quanto pensato da molti, era chiaro anche nel primo tempo che tra Palermo e Ascoli ci fosse un abisso tecnico e di palleggio.
Con i soliti difetti, certo, che avrebbero potuto portare a un’ennesima, balorda sconfitta. Ma era palese che ci volesse veramente poco per ribaltare un risultato bugiardo, come bugiardo era stato il risultato di Perugia e qualche altro.
In pochi non abbiamo fischiato il Palermo all’uscita del primo tempo, prefigurando una rimonta. Speravamo ci fosse una reazione, come lo sperano “irrazionali” i tifosi che anche su uno 0-3 anelano a un pareggio.
Ma questa volta, e lo dimostra il risultato finale, di irrazionale c’era ben poco. Come ben poca cosa era l’Ascoli, non per sue intrinsiche qualità, ma al cospetto del Palermo. Checché ne dica l’allenatore bianconero Serse Cosmi. Il quale deve aggrapparsi a “peccato per quei quindici minuti” che in realtà sono stati solo nove. In nove minuti dal rientro in campo si è passati dallo 0-1 al 3-1.
Travolgente ripresa, dunque, con due gol in due minuti che a memoria non ricordo da tanto tempo, forse da mai, per il Palermo al rientro del secondo tempo. Né la memoria mi aiuta a ricordare un Palermo che segni ben quattro gol in un solo tempo. Forse dalla mitica vittoria a Lecce per 7-1 negli anni ’80 del secolo scorso, per lo meno in A o in B. E, se non vado errato, mai in epoca Zamparini o pre-Zamparini, se escludiamo la C o la C2.
Sarebbe tutto merito di ciò che avrebbe eventualmente detto Bruno Tedino ai suoi giocatori? Ovvio che non è così. C’è stato anche qualcosa in più. Qualcosa di altrettanto ovvio: la voglia di mandare a quel paese critiche troppo severe, ad esempio.
Non dimentichiamoci che questa è una rosa di giocatori che è stata criticata e persino dileggiata, a torto, per intere settimane, mesi, durante la pausa estiva, mentre si formava e veniva forgiata nella preparazione di Tedino.
Non dimentichiamo che siamo stati pochissimi, a fine mercato estivo, a sottolineare che questa è una rosa competitiva per la B (qui).
Non dimentichiamo che il Palermo di quest’anno è stato sempre criticato da gran parte del pubblico rosanero, sempre pronto ad andare giù con pesanti commenti, anche nei confronti di un buon pareggio con la Pro Vercelli o con il Parma. Nonostante si tratti di una rosa che ha almeno undici nazionali.
Non dimentichiamo, infine, che questo Palermo non è stato trattato particolarmente bene da diverse direzioni di gara: sono almeno otto i punti persi per gol regolari annullati ai rosanero, rigori non concessi o generosi rigori all’avversario. Senza contare l’utilizzo specioso dei cartellini, ad esempio quando sono stati generosamente risparmiati ai “calcionari” della Cremonese.
Infine, dopo l’episodio alla fine di Pro Vercelli-Palermo, anche in Palermo-Ascoli c’è stato un episodio dubbio nell’area avversaria allo scadere del primo tempo. Magari, in questo caso, il direttore di gara aveva visto giusto. Ma potrebbe essere stato percepito come un ulteriore torto arbitrale dai giocatori del Palermo, a torto o a ragione. Un motivo in più per una carica esplosiva che la squadra covava da tempo, chiunque fosse stato in campo. Portando a una prestazione spettacolare nel secondo tempo. Anzi, i rosa, assicurato il risultato, si sono fermati. Altrimenti ne avrebbero fatto qualcuno in più.
Il 4-1 del Palermo sull’Ascoli è ampiamente meritato: una riscossa maturata dalla netta superiorità tecnica corroborata da una grande voglia di riscatto collettivo.
Una bella e spettacolare vittoria, dunque, che ricarica le batterie in vista di incontri fondamentali: a Parma e poi in casa con il Frosinone. La cosa più bella, oltre al modo in cui è maturata ed ai gol, è forse l’abbraccio di Rispoli a Nestorovski dopo la stuenda punizione del bomber rosanero.
Non dobbiamo dimenticare, ancora una volta, la scorsa estate e l’inizio di stagione. Quando la fascia di capitano passò da Rispoli a Nestorovski con qualche strascico di polemica. Quell’abbraccio, dunque, è gradito e simbolico.