di Gabriele Bonafede
Il sorprendente testo di Nassim Soleimanpour, assolutamente segreto a tutti prima di vedere o interpretare lo spettacolo, “White Rabbit Red Rabbit” (Coniglio bianco, coniglio rosso) raccoglie in sé tutto. O quasi. Se non altro a chi voglia vedere in chiaroscuro, ad occhi chiusi, o per lo meno socchiusi.
In qualche modo è la storia dell’esistenza, con la quadratura del cerchio realizzata tra la vita e la morte. E non posso svelare più di tanto. Se non che il rischio d’essere coinvolti è smisurato.
Fin dalle prime battute Emma Dante si è trovata di fronte a una sfida che, nel suo specifico caso non traslabile ad altri eventuali interpreti, presupponeva una scelta. In particolare, si è trovata di fronte a una personalissima scelta su un testo che provava a leggere e interpretare per la prima volta, dopo averlo aperto in busta sigillata. È stata la scelta tra il bianco o il rosso. Che contiene, nello specifico della Dante, improvvisare quale attrice o quale regista.
Ha scelto il rosso, che però è anche il bianco: da regista. Come sa ben fare, è andata anche al di là: proponendo una scuola di regia. Improvvisando, cioè, una regia in tempo reale, man mano che leggeva il testo. Con l’irrinunciabile passione a portare in scena un modo, una scuola, un intento. Il suo, chiaro e spettacolare come sa.
Non credo di poter dire altro, pena l’immediata condanna pubblica, magari salendo su una scala senza via d’uscita. Ma, forse, è utile ricordare alcuni numeri.
Numeri. Che vengono in mente a chiosa finale per lo straordinario testo di Soleimanpour. E che sono fondamentali sul palco del teatro, così come sul palco della musica e della vita. E dell’arte: quale riferimento di qualsiasi opera, sia essa cantata o recitata. Numeri che guidano nell’amore per l’arte, per chi artista è. Ed Emma Dante lo è, fino in fondo, dimostrandolo: è stata, tra le altre cose, una sfida. Vinta.
Tanto più che il suo spettacolo sarà unico, anche perché è il testo stesso che lo rende unico di volta in volta. Qualsiasi numero esca nella tombola di un palco di teatro. Come unico sarà lo spettacolo di Vincenzo Pirrotta sullo stesso testo, in programma sempre al Ridotto del Teatro Biondo di Palermo per l’8 aprile.
I conigli? Sono laggiù. Ad aspettare, come lo siamo noi.