di Gilda Sciortino
Difficile non avere sentito dire, anche per sbaglio, che quest’anno Palermo vivrà il suo stato di beatitudine, dato dall’essere stata eletta Capitale della Cultura. Un anno importante, il 2018, per la nostra città, che ha preso ufficialmente il via oggi al Teatro Massimo con una cerimonia benedetta dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni, dal ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, e del Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.
A fare gli onori di casa ovviamente il nostro primo cittadino, Leoluca Orlando, insieme all’assessore alla Cultura del Comune di Palermo, Andrea Cusumano, presentando un progetto “originale, di elevato valore culturale, di grande respiro umanitario, fortemente e generosamente orientato all’inclusione, alla formazione permanente, alla creazione di capacità e di cittadinanza, senza trascurare la valorizzazione del patrimonio e delle produzioni artistiche contemporanee”.
Progetto, il cui valore è stato rafforzato dal palco sul quale è stato lanciato, quello di uno dei veri simboli di rinascita della città. A dare un tocco di leggiadria le Voci Bianche e il coro multietnico Arcobaleno, che con l’inno di Mameli hanno varato una nave che promette di portare tutti molto lontano.
Qualcuno potrebbe pensare che “Palermo Capitale Italiana della Cultura” sia un semplice calendario di eventi, invece vuole essere un progetto di visione, nel quale saranno messe in rete le istituzioni culturali della città, l’associazionismo e i suoi festival vitali e rodati, allargandosi alla Città Metropolitana e a tutta la regione, quindi moltiplicando il valore aggiunto della Biennale Manifesta 12, che si aprirà a giugno e che, per cinque mesi, proietterà la città nel mondo dell’arte internazionale.
In tutto 780 i progetti – ma solo per cominciare perché se ne prevedono altrettanti, se non di più – che parleranno alla città di arte, musica, teatro, grandi eventi, appuntamenti, convegni, sport. Un vero e proprio mosaico, nel quale si innesteranno le iniziative internazionali che proietteranno la città verso quei grandi temi del Terzo Millennio – pace, legalità, solidarietà e partecipazione – che hanno “scelto” Palermo come ribalta.
Si parte, per fare un esempio, il 2 marzo con l’ Aga Khan Trust for Culture (AKTC) che presenterà in anteprima mondiale il progetto di ricostruzione del suq, della moschea degli Omayyadi e del minareto di Aleppo, patrimonio UNESCO, distrutti nel 2013 durante il conflitto.
Pochi giorni e poi arriverà “Love difference”, il grande tavolo specchiante a forma di bacino del Mediterraneo, creato da Michelangelo Pistoletto, che per un anno intero sarà installato nel Salone delle Danze della Fondazione Sant’Elia – cuore tecnico e organizzativo di Palermo Capitale – ospitando iniziative e tavole rotonde sul tema del “dialogo tra le culture, dell’accoglienza, del diritto alla mobilità umana”.
Si va, poi, alle mostre di livello internazionale – le immagini di Spencer Tunick, di Robert Capa, la mostra-evento su Antonello da Messina e le installazioni di Jan Fabre, Shozo Shimamoto o Martin Kipperberger fino a “ReSignifications” del Nobel Wole Soyinka – al Premio delle Arti del MIUR, al festival MigrArti del MIBACT, alla Festa Europea della Musica che a giugno porterà a Palermo mille giovani musicisti da tutta Europa. E ancora, un esperimento di “opera lirica sociale” che coinvolgerà un intero quartiere fino al convegno internazionale sulle “Filosofie del Mediterraneo di ieri e di oggi”.
Tante, veramente tante, le iniziative che accresceranno il già tanto ricco e prezioso patrimonio della nostra bella città nella quale resteranno, attivandosi nell’anno di Palermo Capitale Italiana e concludendosi non prima della fine del 2020, mettendo a sistema un piano integrato della cultura e dei suoi spazi nel segno della collaborazione tra le istituzioni.
Ecco, dunque, il restauro di Palazzo Butera, museo della collezione Valsecchi, l’apertura di due nuovi “parchi”: Al Medina Al Aziz che ruota attorno all’antico Palazzo della Zisa, patrimonio UNESCO con altri otto monumenti del sito seriale arabo normanno – e il cuore verde del parco Casina Cinese-Pitrè. Prenderà vita anche un NO MAFIA MEMORIAL, museo archivio laboratorio della lotta alla mafia, trovando e offrendo anche nuovi spazi a chi ha deciso di vivere qui: dall’Agorà Interreligiosa, aperta a tutte le fedi, alla nuova Sinagoga. Nascerà, infine, un portale unico dell’offerta culturale e turistica della città che unificherà le biglietterie dei luoghi culturali cittadini.
In occasione della cerimonia di apertura di “Palermo Capitale della Cultura” è stato anche presentato il progetto di comunicazione stilato da Gomez&Mortisia, l’agenzia pubblicitaria che ha vinto il bando e nella quale svolgerà lo stage Sabrina Ciprì, la giovane studentessa palermitana ventiduenne dell’Accademia di Belle Arti, autrice del logo simbolo di questa grande avventura, che ha racchiuso in un unico simbolo: la P declinata dall’arabo, dall’ebraico, dal fenicio e dal greco, a sottolineare le lingue di chi ha gettato le fondamenta della città.
«Questo logo è nato per caso – spiega la stessa Ciprì, premiata anche con una borsa di studio di mille euro – perché non c’erano molte basi. Avevo un’idea, questo sì, e ho cercato di schematizzarla il più possibile. Anche nella scelta dei colori, mi son fatta guidare dall’istinto: volevo che chiunque li guardasse, potesse immaginare Palermo, con il suo mare, le sue cupole, le luminarie della festa, il verde, i suoi teatri. Non fidandomi delle mie intuisizioni ho chiesto aiuto, mandando diverse mail – con i contatti della professoressa Cinzia Ferrara – a grafici internazionali in diverse parti del mondo. Mi hanno dato tutti consigli: ho scoperto così, per esempio, che la P nella lingua araba classica non esiste, e si usa la B, ovvero quella dell’antica “Balarm”. Altri hanno corretto sfumature, persino curve o punti. Ma su una cosa sono stati tutti d’accordo: è un logo dinamico, chi estrapola anche una sola lettera può comprendere subito l’essenza del messaggio».
Un vero e proprio scrigno, quello di cui fa parte “Palermo Capitale Italiana della Cultura“, da aprire e godersi lentamente, i cui tesori saranno resi noti alla città attraverso il sito www.palermocapitalecultura.it che seguirà passo dopo passo lo svolgersi degli eventi, producendo anche una newsletter periodica in italiano e in inglese e dando vita a una sezione realizzata nelle altre lingue internazionali. Un viaggio di e nella cultura, che dovrebbe arricchire la nostra città, facendola scoprire ai suoi abitanti e portandole valore aggiunto attraverso le tante connessioni possibili. Sarà bello scoprire in quale misura e maniera tutto questo potrà veramente accadere e chi ne gioverà veramente.